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Spiccioli di spiritualità, focus su San Francesco d’Assisi

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Per la rubrica domenicale “Spiccioli di spiritualità  (diretta dal prof.P.Vitale e curata dal prof. Michele Pugliese) il prof M. Pugliese ci parla di San Francesco.

«La sua carità si estendeva, con cuore di fratello, non solo agli uomini provati dal bisogno, ma anche agli animali senza favella, ai rettili, agli uccelli, a tutte le creature sensibili e insensibili. Aveva però una tenerezza particolare per gli agnelli, perché nella Scrittura Gesù Cristo è paragonato, spesso e a ragione, per la sua umiltà, al mansueto agnello. Per lo stesso motivo, il suo amore e la sua simpatia si volgevano in modo particolare a tutte quelle cose che potevano meglio raffigurare o riflettere l’immagine di Dio».
Così Tommaso da Celano, uno dei suoi primi biografi, e anche tra i suoi primi discepoli, descrive il santo Francesco di Assisi, il santo dell’amore per la natura, dell’umiltà, della pazienza, del dialogo interreligioso, il poeta che compose uno dei primi inni in volgare, il santo dei poveri e dei diseredati che da ricco si fece lui stesso povero, il santo che riceve da Gesù l’ordine di “riparare” la sua Chiesa, fondatore di un ordine religioso esteso in tutto il mondo e co-fondatore dell’ordine femminile ispirato da santa Chiara (le Clarisse), fondatore di un Terzo Ordine per quanti desideravano vivere da penitenti pur essendo laici, il santo missionario, il patrono d’Italia, l’inventore del presepe, il santo delle stimmate, l’eremita e il predicatore, il santo che ha ispirato la costruzione di chiese e città, immortalato in tantissimi libri e pellicole cinematografiche ( probabilmente dimentico qualcosa).
Un gigante della spiritualità occidentale, ma amato anche in oriente, e un personaggio storico di fondamentale importanza per l’Italia, che ha riportato la Chiesa, o per lo meno una parte di essa, alla riscoperta dei valori evangelici di sobrietà, essenzialità, povertà, di cui oggi si fa portavoce (spesso inascoltato) papa Francesco, che non a caso ha deciso di chiamarsi col nome del poverello d’Assisi.
Su san Francesco si è detto e si sa tutto, per cui vorrei soffermarmi su un aspetto forse meno conosciuto, ma a mio modo di vedere di grande importanza, specialmente in questo periodo di guerre più o meno connotate anche da venature religiose, ed è quello del dialogo interreligioso. Nel pieno della quinta Crociata, nel 1219, Francesco si recò verosimilmente ad Ancona per imbarcarsi per l’Egitto e la Palestina. Durante questo viaggio, in occasione dell’assedio crociato alla città egiziana di Damietta, insieme con frate Illuminato, ottenne dal legato pontificio (il benedettino portoghese Pelagio Galvani, cardinale vescovo di Albano), il permesso di passare nel campo saraceno e incontrare, disarmati, a loro rischio e pericolo, il sultano al-Malik al-Kāmil, nipote del famoso Saladino. Secondo alcuni Francesco intendeva predicare al sultano il Vangelo, al fine di convertirlo e quindi mettere fine alle ostilità, per altri la sua volontà era solo quella di testimoniare senza finalità concrete. Fatto sta che fu ricevuto con grande cortesia dal Sultano, ebbe con lui un lungo colloquio, al termine del quale Francesco dovette tornare nel campo crociato.
Il ricordo di questo incontro è tenuto vivo ancora oggi attraverso mostre e convegni con i nostri fratelli musulmani, come testimoniato anche dall’imam Yahya Sergio Yahe Pallavicini, presidente della Coreis (Comunità religiosa islamica italiana), che ha parlato qualche anno fa dalla tribuna di una delle più autorevoli università pontificie, l’Antonianum di Roma, al convegno “I Datteri di Maria”, dedicato ai comuni sentimenti di rispetto e di venerazione per la Madonna che nutrono cristiani e musulmani.
La devozione al “profeta” Gesù, e la venerazione di sua madre Maria, entrambi citati anche dal Corano, possono essere un comune terreno d’incontro nel dialogo interreligioso con i comuni figli di Abramo, nella speranza, che purtroppo si affievolisce in questi giorni di guerra, di una rinnovata pace tra coloro che credono nell’unico Dio della rivelazione.

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