*Inchiesta su Zannini la verità nei telefoni “blindate” le chat Avviate le copie forensi sui dispositivi sequestrati si cercano anche le tracce dei flussi contabili*
*Inchiesta su Zannini la verità nei telefoni “blindate” le chat
Avviate le copie forensi sui dispositivi sequestrati si cercano anche le tracce dei flussi contabili*
Potrebbero terminare già la prossima settimana le copie forensi avviate sui dispositivi sequestrati alle tredici persone perquisite nell’ambito dell’indagine su corruzione, concussione ed altri reati ipotizzati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere a carico di sette indagati, tra cui imprenditori, un dirigente della Regione Campania e soprattutto il consigliere regionale Giovanni Zannini, che si è detto pronto a dimostrare l’estraneità ai fatti contestati. Una volta completata l’attività di perquisizione, che si è estesa anche a Ponza e in provincia di Foggia, non si esclude che gli inquirenti possano convocare, per ulteriori chiarimenti, anche i diretti interessati tra indagati e terzi oggetto dei sequestri del materiale informatico. Dopo le copie forensi, i consulenti delegati dai pm Gerardina Cozzolino e Giacomo Urbano, inizieranno l’approfondimento analizzando quanto acquisito, passando al setaccio telefoni e computer, per avere ulteriore riscontro delle ipotesi di reato, che vanno dalla corruzione alla concussione e alla truffa. La consultazione delle chat cristallizzate con la blindatura delle copie forensi è tesa a verificare eventuali accordi illeciti; accertare transazioni finanziarie e a raccogliere prove contabili e documentali.
LO SCENARIO
L’indagine dei sostituti del Procuratore capo Pierluigi Bruni, che vede indagati oltre a Zannini il dirigente della sanità regionale Antonio Postiglione; gli imprenditori Alfredo Campoli, Luigi e Paolo Griffo, padre e figlio e altri due imprenditori del Napoletano, Ciro Ferlotti e Giuseppe Ruggero, potrebbe a questo punto fermarsi o allargarsi. Di certo nelle carte dell’inchiesta figurano persone, tra cui molti amministratori locali del Casertano vicini a Zannini, nessuno dei quali indagato, in particolare i sindaci di Cancello ed Arnone e di Castello del Matese, Raffaele Ambrosca e Antonio Montone e alcuni consiglieri comunali di Teano, che avrebbero aiutato Zannini nelle sue manovre ritenute illegittime dalla Procura, a dimostrazione dell’ampiezza e del radicamento sul territorio del sistema di relazioni creato negli ultimi anni dal consigliere regionale che sostiene De Luca.
I FILONI
Particolarmente emblematico l’episodio dell’impianto per la produzione della mozzarella di bufala realizzato a Cancello ed Arnone dagli imprenditori Luigi e Paolo Griffo del caseificio La Spinosa (entrambi indagati), che avevano chiesto il finanziamento a Invitalia, società del Mef, e per averlo avrebbero dovuto presentare, come spiegato in due note emesse nel 2022 dal Dipartimento competente della Regione Campania, la valutazione di incidenza ambientale, la cosiddetta “Vinca”. L’intoppo era che l’impianto era già stato realizzato, e peraltro in zona “Sic Natura”, senza alcuna valutazione ambientale. Due funzionarie della Regione, entrambe sentite dalla Procura, hanno confermato di aver ribadito a Zannini nel luglio del 2023 la necessità di presentare la “Vinca” e che il permesso a costruire rilasciato dal Comune di Cancello ed Arnone per l’impianto sarebbe stato dichiarato nullo. A quel punto Zannini avrebbe escogitato una manovra per aggirare l’ostacolo, chiedendo e ottenendo dal Comune di Castello del Matese, attraverso il sindaco Antonio Montone, di intervenire nella procedura, essendo l’ente matesino dotato di Commissione Ambiente Vinca; a quel punto il Comune di Cancello ed Arnone, grazie al sindaco Ambrosca, ha presentato alla Regione richiesta di delega in materia di “Vinca”, dopo aver stipulato una convenzione con Castello del Matese. Alla Commissione “Vinca” del comune matesino arriveranno relazioni ritenute false, su cui interverranno cinque professionisti: tra queste relazioni, quella che indica una distanza dell’impianto dal Sito Natura 2000 di 625 metri o che l’impianto è da realizzare quando invece era già stato edificato. Alla fine la Commissione si esprime sulla non assoggettabilità a “Vinca” dell’impianto, il Comune di Cancello ed Arnone emette il documento finale e i Griffo avranno i finanziamenti di quasi 10 milioni di euro da Invitalia. Altra vicenda da verificare emersa dalle indagini riguarda il presunto agente dei servizi che voleva consegnare a uno degli indagati (Campoli) delle chiavette con notizie riservate, ma non vi riesce perché l’imprenditore si impressiona e ha paura che i supporti possano essere delle microspie. Il presunto agente si era presentato come esperto nel settore dei rifiuti ma nella sua zona di origine, il foggiano, risulta già noto alle cronache giudiziarie per una vicenda di estorsione a un imprenditore e a un amministratore. Per questi motivi le perquisizioni si sono estese anche ai componenti della commissione ambientale matesina.
FONTE: di Biagio Salvati / Cronista giudiziario de Il Mattino
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