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Minori in carcere. In un anno ingressi aumentati del 16,4%. Marietti: “Tensione mai vista prima. Serve un progetto educativo”

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“Non avevamo mai visto nulla di simile. Nonostante la nostra lunga esperienza nel monitoraggio delle carceri italiane, è la prima volta che troviamo un sistema minorile così carico di problemi e denso di nubi. La nostra preoccupazione cresce di giorno in giorno. Non riusciamo a immaginare come potrà finire questa storia”. Esordisce così Susanna Marietti, coordinatrice nazionale dell’associazione Antigone e responsabile Osservatorio minori, aprendo il 2 ottobre a Roma la presentazione del dossier sull’emergenza negli Istituti penali per minorenni (Ipm) intitolato “Ad un anno dal decreto Caivano”. Per questo, spiega, “pubblichiamo questo breve dossier: per chiedere l’attenzione di politica, amministrazione, opinione pubblica, per chiedervi di non girarvi dall’altra parte.

Si continua a chiudere in carcere dei minorenni senza alcun progetto educativo, senza alcun piano di accoglienza, senza alcuna possibilità di reintegrazione sociale.

Nelle carceri minorili – denuncia – si respira una tensione mai vista prima, data dall’affollamento e dalla progressiva chiusura del sistema. Da tanti Ipm ci segnalano la chiusura di attività, le difficoltà per i volontari, il ritorno a un modello di detenzione fatto solo di cancelli e sbarre, i trasferimenti forzati”.

Foto Pasqualin/SIR

Mai così tanti. Secondo il dossier, al 15 settembre erano 569 i detenuti in Ipm, tra under 18 e giovani adulti che, avendo compiuto reati da minorenni, possono continuare a scontare la pena nelle carceri minorili fino a 25 anni. Oltre il 65% è in misura cautelare in attesa di condanna definitiva. “Numeri così alti – si legge nel documento – non si erano mai registrati prima”. A ottobre 2022, prosegue il dossier, le carceri minorili ospitavano 392 persone, del tutto in linea con il dato immediatamente precedente la pandemia, ma in 22 mesi i giovani detenuti sono cresciuti del 48%.“Un’impennata che non ha eguali – rileva Marietti – e non trova alcun fondamento in un parallelo aumento della criminalità minorile, che negli ultimi quindici anni ha avuto un andamento ondivago senza tuttavia particolari picchi e che nel 2023 ha visto addirittura diminuire del 4,15% il numero di segnalazioni di minori denunciati o arrestati rispetto all’anno precedente”.

Al 15 settembre 2024, gli ingressi registrati da inizio anno sono stati 889. Nello stesso periodo del 2023 erano stati 764.

In un solo anno si è registrata una crescita degli ingressi del 16,4%.

Sovraffollati 12 Ipm su 17. A fronte di 516 posti, a metà settembre negli istituti si registrano 569 presenze con un tasso di affollamento medio del 110%. Dei 17 Ipm presenti sul territorio, ben 12 ospitano più persone di quelle che dovrebbero. Il più sovraffollato è l’Ipm di Treviso, con 22 ragazzi per 12 posti; seguono il Beccaria di Milano con 54 ragazzi per una capienza di 37 e l’Ipm di Acireale con 22 ragazzi per una capienza di 17 posti. Emergenza che si fronteggia con brandine e materassi per terra.

Reati in calo ma aumentano rapine e violenze sessuali. Parlando di criminalità minorile, contrariamente all’idea diffusa delle cosiddette “Baby gang” come “un’invasione di minori devianti e criminali, soprattutto stranieri”, rileva ancora Marietti, “i nostri dati mostrano una realtà diversa. Nel 2023, infatti, i ragazzi tra i 14 e i 17 anni denunciati e/o arrestati sono diminuiti del 4,15% rispetto al 2022”. Per quanto riguarda le tipologie di reato, tra il 2022 e il 2023 calano le segnalazioni per risse (-16,41%) e percosse (-16,52%). Al contrario, sono in aumento quelle per rapina (7,69%), lesioni dolose (1,96%) e violenza sessuale (8,25%).

Il 65,7% dei detenuti è in attesa di condanna definitiva.

27 ragazze, 266 minori stranieri. Dei 569 minori presenti negli Istituti penali minorili (Ipm) al 15 settembre, le ragazze sono 27, ossia il 4,6%. Dieci di loro detenute nella sezione femminile dell’Ipm di Roma Casal del Marmo, e 17 nell’Ipm di Pontremoli, unico istituto esclusivamente femminile; 14 sono italiane e 13 straniere (8 provengono da paesi dell’Est Europa; 3 da paesi Nordafricani; 1 dal Sud America). In totale, i ragazzi e le ragazze stranieri detenuti in Ipm al 15 settembre sono 266, il 46,7% dei presenti, in calo rispetto al 51,2% registrato a metà gennaio.

Foto Pasqualin/SIR

Crisi del sistema di giustizia minorile. Marietti richiama un’inchiesta di Altreconomia, secondo la quale in 5 Ipm la “spesa a persona” legata all’acquisto di farmaci antipsicotici (e la conseguente somministrazione) è aumentata mediamente del 30% tra il 2021 e il 2022. Un dato “allarmante”, osserva richiamando inoltre i 28 episodi di tensioni e proteste negli istituti tra 2 ottobre 2023 e il 27 settembre 2024, molti dei quali al Beccaria di Milano. “Un malessere che va ascoltato”, afferma sottolineando che

il Beccaria “rappresenta oggi la cristallizzazione della crisi del sistema di giustizia minorile”.

“Le presunte torture avvenute tra il 18 novembre 2022 e il 19 marzo 2024, per cui sono attualmente imputati 13 agenti ed altri 8 colleghi – rileva -, hanno probabilmente rotto il rapporto fiduciario tra personale penitenziario e comunità ristretta”. Di qui “un cambio di clima all’interno dell’istituto, che ora sembra trovarsi in una fase di ‘decantazione’ del trauma. Le proteste e le tentate evasioni sono il sintomo di una ferita che fatica disperatamente a rimarginarsi. Nonostante i buoni propositi di ripresa del modello educativo, l’unica risposta al susseguirsi degli eventi critici è stata la progressiva chiusura; rispetto a un tempo, infatti, le ore trascorse dai ragazzi all’interno delle celle stanno progressivamente aumentando”. Insomma, conclude Marietti,

“è proprio la vocazione educativa ad essere venuta meno”.

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