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Storia della pastiera napoletana: tra leggenda e simbologia cristiana

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La pastiera napoletana non è solo un dolce, ma un simbolo della tradizione partenopea, capace di racchiudere in sé storia, cultura e fede. Dalla sua città d’origine, Napoli, questa delizia è riuscita a conquistare le tavole di tutta Italia e del mondo, diventando un classico intramontabile non solo a Pasqua, ma in molte altre occasioni. La sua inconfondibile combinazione di sapori, fatta di grano cotto, ricotta, uova e aromi floreali, è un connubio di ingredienti semplici che celebrano l’equilibrio tra la terra e il mare, tra la tradizione cristiana e quella pagana.

Come accade per molti dei dolci della cucina italiana, le origini della pastiera sono incerte, dibattute tra leggende che affondano le radici nei culti pagani e storie legate alla religione cristiana. In entrambe le versioni, tuttavia, c’è una costante che permane immutata: la presenza del grano cotto, simbolo di fertilità, abbondanza e rinascita. Un grano di qualità, come quello prodotto da Chirico, rende la pastiera non solo un dolce irresistibile, ma un rito che si tramanda di generazione in generazione.

Storia della pastiera napoletana: sirena o suora

A Napoli, l’origine della pastiera è avvolta nel mistero e nelle leggende, e spesso viene associata a due versioni che si muovono tra mitologia e religione. Da un lato, troviamo la leggenda della sirena Partenope, la divinità marina che, secondo il mito, fondò la città di Napoli. Ogni primavera, Partenope emergeva dalle acque del Golfo e incantava i napoletani con il suo canto melodioso. Un giorno, gli abitanti della città, per ringraziarla della sua dolce voce, decisero di offrirle i doni della loro terra: la farina, simbolo di forza e ricchezza, il grano cotto, segno di prosperità, la ricotta, rappresentante dell’abbondanza, le uova, che incarnano la vita, l’acqua di fiori d’arancio, simbolo dei profumi della primavera, lo zucchero, che simboleggia la dolcezza della sirena stessa, e infine le spezie. Partenope, si commosse tanto per questi doni e li mescolò insieme, creando un dolce che unì in sé i sapori della terra e del mare, la pastiera napoletana.

Dall’altro lato, c’è una versione più sobria e religiosa che attribuisce la nascita della pastiera a una suora del convento di San Gregorio Armeno, situato nel cuore del centro storico di Napoli. La suora, desiderosa di creare un dolce che celebrasse la Resurrezione di Cristo e il passaggio dalla morte alla vita, mescolò ingredienti ricchi di simbolismi cristiani. Il grano cotto rappresentava la rinascita, le uova la vita e la ricotta la purezza. Questo dolce divenne ben presto una tradizione nelle celebrazioni pasquali del convento, e da lì si diffuse in tutta la città, diventando un emblema della Pasqua napoletana.

Diverse versioni, una sola costante: grano Chirico

Indipendentemente da quale sia la vera origine della pastiera, una cosa è certa: questo dolce è ormai un caposaldo della tradizione culinaria napoletana e non conosce più stagioni. È infatti apprezzato non solo a Pasqua e spesso a Natale, ma in ogni occasione speciale. Non c’è festa in cui una pastiera non faccia capolino sulla tavola e rinunciarvi è ormai impensabile. Ciò che la rende così speciale è la qualità degli ingredienti, in particolare il grano cotto, elemento essenziale che conferisce al dolce la sua tipica consistenza cremosa.

Da oltre un secolo, l’azienda Chirico rappresenta una garanzia nella produzione del grano cotto per la pastiera napoletana. Fondata nel 1895, l’azienda ha innovato il modo di conservare il grano cotto, rendendolo disponibile tutto l’anno e permettendo a chiunque di realizzare il dolce in qualsiasi momento. Annamaria Chirico, attuale proprietaria dell’azienda e discendente della famiglia fondatrice, ricorda con orgoglio come l’idea di conservare il grano cotto in latta sia nata proprio da una necessità: “Era il 1973, e con l’avvicinarsi della Pasqua ci rendemmo conto che a causa dell’epidemia di colera che aveva colpito Napoli, c’era il rischio di non poter vendere il grano sfuso per soddisfare la voglia di preparare il dolce. Fu allora che pensai di utilizzare la stessa latta di pomodori per conservare il grano, attraverso un processo di pastorizzazione. Fu un’idea vincente, e da quel momento siamo riusciti a garantire la disponibilità del grano cotto tutto l’anno, senza mai rinunciare alla qualità.”

L’intuizione di Annamaria Chirico ha aperto la strada a numerose innovazioni che hanno permesso all’azienda di crescere e diventare leader nel settore, pur mantenendo intatto il rispetto per la tradizione. “La pastiera è un dolce antico e, anche se non sappiamo con certezza chi l’abbia inventata, sappiamo di sicuro che ci vogliono esattamente sette strisce per completare la griglia sulla superficie. Non di più, non di meno. È tradizione!” afferma Annamaria con un sorriso.

Oggi, grazie a Chirico, è possibile preparare la pastiera in ogni momento dell’anno, portando in tavola un pezzo di Napoli e di tradizione. Che si creda alla sirena Partenope o alla suora di San Gregorio Armeno, la pastiera resta uno dei dolci più amati della tradizione partenopea, simbolo di festa, rinascita e gioia condivisa.

In un mondo sempre più moderno e veloce, è confortante sapere che ci sono ancora dei punti fermi, come il grano Chirico e la pastiera napoletana, che ci ricordano l’importanza delle radici e delle tradizioni che ci accompagnano da secoli.

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