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LE INFIAMMAZIONI: DA NEMICHE A DIFENSORI DELL’ORGANISMO

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L’idea comune dell’ infiammazione rappresenta quest’ultima come un qualcosa di dannoso e “cattivo”, tuttavia non è sempre cosi perché in realtà la risposta infiammatoria nasce dall’esigenza di contrastare un danno presente all’interno del nostro organismo. Questo danno può avere una varia natura. Le infiammazioni possono essere acute nel momento in cui sono un danno che tende a risanarsi in poco tempo, quando invece le infiammazioni sono “croniche” quando sono caratterizzate da un’amplificazione dell’evento infiammatorio.

Tuttavia, per curare un’infiammazione esistono anche metodi naturali tramite piante. Una delle piante anti-infiammatorie, maggiormente utilizzate, è harpagophytum procumbens, anche comunemente detto Artiglio del Drago, ed i suoi principi attivi sono l’Arpagoside e Arpagide ovvero dei glucoiridoidi contenuti nella resina. L’azione di questa pianta si esplica attraverso: inibizione della lipossigenasi, inibizione del rilascio di NO ed inibizione del TNF. Inoltre questa pianta inibisce anche il rilascio di alcune citochine pro-infiammatorie. Le sue azioni faemacodinamiche consistono nel aumento della gastrolesività dei FANS, aumento dell’azione degli ipoglicemizzanti, degli antiaritmici e dei cortisonici.

Un’altra soluzione naturale è la Boswellia serrata (anche comunemente detta Boswellia) il principio attivo di questa pianta sono gli Acidi Boswellici che sono contenuti nella resina di quesa pianta ed agiscono sulla 5-LOX bloccando la sintesi dei leucotrieni. Essa viene utilizzata principalmente per le infiammazione intestinali e muscolo-scheletriche. Le sue azioni farmacodinamiche consistono nell’aumento della gastrolesività dei FANS e dell’effetto dei cortisonici.

Abbiamo anche, l’aesculus hippocastanum (Ippocastano) ed il suo principio attivo è l’Escina. Essa agisce soprattutto a livello vascolare inibendo il rilascio di mediatori pro-infiammatori. Inoltre agisce anche in modo specifico aumentando la resistenza dei capillari che comporta un’aumento del flusso sanguino ed in particolare favorisce il ritorno del sangue al cuore (un mancato ritorno del flusso sanguino porta ad una pericolosa condizione d’IPOSSIA).

Infine questa pianta ha anche azioni sull’inibizione di enzimi che causano fragilità capillare come elastasi e collaginasi. Dalla pianta sono stati estratti dei composti cumarinici che potrebbero potenzialmente interagire con anticoagulanti, antiaggreganti piastrinici o agenti trombolitici. Quindi nel momento in cui prendo una sostanza a base d’ippocastano ed un farmaco anti-coagulante posso avere un’effetto sinergico potenzialmente pericoloso.

 

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