CLAN MUZZONI: CHIESTI 18 ANNI DI CARCERE PER SPACCIO DI DROGA
Nel processo che vede imputati i membri del clan Muzzoni per lo spaccio di droga, la Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Napoli ha richiesto complessivamente 18 anni di carcere. Nella sua requisitoria, il sostituto procuratore Maurizio Giordano ha escluso l’aggravante dell’agevolazione mafiosa, avanzando richieste di condanna per Giuseppe Di Lorenzo e Giovanni Bevilaqua.
Le Richieste di Condanna
Il magistrato ha chiesto 15 anni di reclusione per Giuseppe Di Lorenzo, 36 anni, nipote del boss Gaetano Di Lorenzo, capo del clan Muzzoni di Sessa Aurunca, per il reato di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti. Per Giovanni Bevilaqua, 28 anni, originario di Mondragone, sono stati richiesti 3 anni e 10 mesi di reclusione, oltre a una multa di 30.000 euro, per singoli episodi di cessione di droga. Tuttavia, Bevilaqua è stato assolto dall’accusa di partecipazione al vincolo associativo.
Esclusione dell’Aggravante Mafiosa
Uno degli aspetti cruciali della requisitoria del pm Giordano è stata l’esclusione dell’aggravante dell’agevolazione mafiosa. Nonostante i legami di parentela tra gli imputati e i membri del clan Muzzoni, il magistrato ha sottolineato che tali rapporti non costituiscono automaticamente la prova di un’azione mafiosa. “Gli assuntori non compravano la droga da Simeone o da Di Lorenzo perché erano parenti del boss, ma perché erano spacciatori e non erano intimoriti da tale connotazione”, ha spiegato Giordano, evidenziando come i traffici illeciti fossero mossi più dalla convenienza commerciale che dall’intimidazione legata al nome del clan.
La Prossima Udienza
Il processo si sta svolgendo dinanzi alla prima sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dal giudice Francesco Ciocia, con a latere Marzia Pellegrino ed Eugenio Polcari. Le prossime fasi prevedono le discussioni dei legali degli imputati, che avranno luogo nel mese di ottobre, prima della lettura del dispositivo di sentenza.
L’Operazione e gli Arresti
Gli imputati sono stati arrestati nel dicembre 2022 in seguito a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Gabriella Lagozzo del tribunale di Napoli su richiesta della DDA. L’indagine ha coinvolto, oltre a Di Lorenzo e Bevilaqua, altri esponenti del clan Muzzoni, tra cui Ernesto Simeone (genero del boss), Carlo e Luca D’Angelo, Oreste Lagnese e Giada Di Tora, alcuni dei quali hanno scelto il rito abbreviato.
Secondo le ricostruzioni dei carabinieri della compagnia di Sessa Aurunca, il gruppo avrebbe gestito quasi in regime di monopolio la vendita di stupefacenti nella zona, concentrando i traffici nei vicoli della città. Grazie ai loro vincoli di parentela con figure di spicco del clan Muzzoni, gli imputati avrebbero impedito ad altri gruppi di inserirsi nel mercato della droga, minacciando alcuni consumatori per costringerli a rifornirsi esclusivamente da loro.
Difesa e Parti Civili
Nel collegio difensivo degli imputati sono impegnati gli avvocati Luigi Mordacchini, Camillo Irace e Raffaele Ciccaglione. L’associazione Caponnetto è rappresentata dall’avvocato Gerardo Tommasone, che si occupa della tutela degli interessi delle parti civili.
Il caso rappresenta uno degli episodi più rilevanti nel contrasto allo spaccio di stupefacenti nel territorio di Sessa Aurunca, dove la criminalità organizzata continua a esercitare una forte influenza sul mercato locale delle droghe. Le prossime udienze saranno decisive per comprendere l’evoluzione giudiziaria di questa complessa vicenda.
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