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COLPO AL CLAN PICCA: SEQUESTRI E INVESTIMENTI ILLECITI IN ATTIVITÀ COMMERCIALI AD AVERSA

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Le ultime indagini condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli e dai carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta hanno fatto luce sulle strategie di riciclaggio del clan Picca, capeggiato da Aldo Picca e Nicola Di Martino. Al centro di queste operazioni finanziarie illecite emerge la figura di Michele Vinciguerra, presunto affiliato al clan, che avrebbe gestito ingenti somme di denaro derivanti da estorsioni e traffico di stupefacenti, reinvestendole in attività commerciali sul territorio di Aversa.

 

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Vinciguerra avrebbe utilizzato i proventi illeciti per l’acquisto di beni immobili e per l’apertura di diverse attività economiche. In particolare, insieme a Adele Marino, avrebbe acquistato un appartamento situato in via Filippo Turati ad Aversa, utilizzando fondi provenienti dalle attività criminali. Inoltre, almeno 150mila euro sarebbero stati investiti in due bar: uno di questi, comprensivo di tavola calda, sala giochi e centro scommesse, sarebbe stato acquisito sempre ad Aversa. Non si ferma qui l’attività imprenditoriale del clan: Vinciguerra avrebbe acquistato anche un’altra sala giochi in via Della Repubblica e un bar tabacchi in via Roma.

 

Le investigazioni hanno messo in luce come il clan Picca, attraverso Vinciguerra, utilizzasse queste attività per riciclare denaro sporco, alimentato dalle estorsioni perpetrate nei confronti di imprenditori e commercianti locali, e dai profitti derivanti dal traffico di stupefacenti. Vinciguerra, oltre a garantire protezione ai pusher, riceveva una percentuale dei guadagni, che veniva poi trasferita al boss Aldo Picca.

 

Le autorità giudiziarie, coordinate dal giudice Marco Carbone, hanno disposto il sequestro di numerosi beni legati a queste operazioni illecite. Tra questi, oltre all’appartamento di via Turati, sono state sequestrate due società e le attività commerciali collegate, tra cui il bar tavola calda, la sala giochi e il tabacchi, tutti situati nella città di Aversa.

 

La Procura ha inoltre confermato che lo stesso Aldo Picca avrebbe utilizzato parte dei guadagni derivanti dalle attività criminali per acquistare una casa e un box auto a Teverola, in via Dietro Corte. Anche questi beni sono stati posti sotto sequestro dalle autorità, infliggendo un duro colpo alle operazioni economiche del clan Picca e alle sue attività illecite che da tempo gravavano sul territorio casertano.

 

L’operazione, oltre a smantellare una fitta rete di riciclaggio, rappresenta un’importante battuta d’arresto per il gruppo criminale, ponendo le basi per un ulteriore indebolimento della loro presenza sul territorio.

 

Le ultime indagini condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli e dai carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta hanno fatto luce sulle strategie di riciclaggio del clan Picca, capeggiato da Aldo Picca e Nicola Di Martino. Al centro di queste operazioni finanziarie illecite emerge la figura di Michele Vinciguerra, presunto affiliato al clan, che avrebbe gestito ingenti somme di denaro derivanti da estorsioni e traffico di stupefacenti, reinvestendole in attività commerciali sul territorio di Aversa.

 

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Vinciguerra avrebbe utilizzato i proventi illeciti per l’acquisto di beni immobili e per l’apertura di diverse attività economiche. In particolare, insieme a Adele Marino, avrebbe acquistato un appartamento situato in via Filippo Turati ad Aversa, utilizzando fondi provenienti dalle attività criminali. Inoltre, almeno 150mila euro sarebbero stati investiti in due bar: uno di questi, comprensivo di tavola calda, sala giochi e centro scommesse, sarebbe stato acquisito sempre ad Aversa. Non si ferma qui l’attività imprenditoriale del clan: Vinciguerra avrebbe acquistato anche un’altra sala giochi in via Della Repubblica e un bar tabacchi in via Roma.

 

Le investigazioni hanno messo in luce come il clan Picca, attraverso Vinciguerra, utilizzasse queste attività per riciclare denaro sporco, alimentato dalle estorsioni perpetrate nei confronti di imprenditori e commercianti locali, e dai profitti derivanti dal traffico di stupefacenti. Vinciguerra, oltre a garantire protezione ai pusher, riceveva una percentuale dei guadagni, che veniva poi trasferita al boss Aldo Picca.

 

Le autorità giudiziarie, coordinate dal giudice Marco Carbone, hanno disposto il sequestro di numerosi beni legati a queste operazioni illecite. Tra questi, oltre all’appartamento di via Turati, sono state sequestrate due società e le attività commerciali collegate, tra cui il bar tavola calda, la sala giochi e il tabacchi, tutti situati nella città di Aversa.

 

La Procura ha inoltre confermato che lo stesso Aldo Picca avrebbe utilizzato parte dei guadagni derivanti dalle attività criminali per acquistare una casa e un box auto a Teverola, in via Dietro Corte. Anche questi beni sono stati posti sotto sequestro dalle autorità, infliggendo un duro colpo alle operazioni economiche del clan Picca e alle sue attività illecite che da tempo gravavano sul territorio casertano.

 

L’operazione, oltre a smantellare una fitta rete di riciclaggio, rappresenta un’importante battuta d’arresto per il gruppo criminale, ponendo le basi per un ulteriore indebolimento della loro presenza sul territorio.

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