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Don Pizzoli: “Il missionario non è un influencer”. Al centro Parola, relazioni e comunità

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(Assisi) Nella Giornata del Creato si è chiuso l’appuntamento di Assisi organizzato dall’Ufficio nazionale Cei di cooperazione missionaria tra le Chiese e la Fondazione Missio sul tema “Ai crocicchi delle strade. Andate e invitate”. Una esperienza di spiritualità missionaria molto viva per i 200 partecipanti in presenza e per gli oltre centro che hanno seguito gli interventi on line. Tra i presenti molti missionari, animatori del Centri missionari diocesani, laici, religiosi e religiosi, diversi sacerdoti; significativi gli interventi e gli incontri con l’arcivescovo di Firenze, mons. Gherardo Gambelli, con il vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, mons. Domenico Sorrentino, e con mons. Michele Autuoro, vescovo ausiliare di Napoli e presidente di Missio.

(Foto Missio)

Verso l’Ottobre missionario. Anche l’ultima tranche dei lavori si è aperta con la lectio divina della teologa Laura Verrani (nella foto), seguita da alcuni spezzoni – in anteprima assoluta – del video curato da “Luci nel mondo” per lanciare l’Ottobre missionario. La condivisione delle Giornate ha tracciato un cammino che da Assisi prosegue per l’Ottobre missionario, con alcune importanti riflessioni, messe in luce dalla sintesi tracciata da don Giuseppe Pizzoli, direttore della Fondazione Missio.

La Parola al centro. Come vivere l’animazione missionaria portando nel cuore la passione per la testimonianza evangelica “A livello personale, dobbiamo appassionarci alla Parola di Dio – ha detto don Pizzoli –. Dobbiamo rispondere all’invito del Papa, ‘Andate e invitate’, perché abbiamo delle responsabilità personali nel compiere la nostra missione, camminando insieme alle nostre comunità”. Alla base di questo impegno bisogna superare le difficoltà dei vari contesti, cercando “di relazionarci, ascoltando le persone, impegnandoci personalmente. La missione con i social arriva fino a luoghi lontani, ma serve a portare messaggi, non è la relazione”. “La missione è una realtà dinamica che passa attraverso relazioni dirette: impariamo a valorizzare le relazioni profonde e personali”.

Comunità e celebrazione eucaristica. Il missionario – è questa la tesi – non è un influencer, è “un testimone che mette Cristo al centro della sua vita e che per questo si mette a sevizio della comunità, in relazione con le persone. “Ci sono molti gruppi, tante costellazioni – ha detto ancora Pizzoli –, ma la comunità è altro: comprende persone diverse, giovani, adulti, famiglie, anziani. Per tutti c’è un appuntamento settimanale che va al di sopra dei gruppi. La messa della domenica ha lo scopo di riunire e costituire la comunità, un momento in cui tutti devono sentirsi accolti, a casa. A livello di comunità appassioniamoci per la liturgia, che non è cerimonia ma incontro col Signore e con la comunità”.

Le Pontificie Opere missionarie. Dalla persona alla comunità, lungo la strada delle fraternità e della solidarietà l’orizzonte che si delinea è quello della Chiesa universale. L’apertura universale, ha concluso Pizzoli “non è solo fare progetti per aiutare chi è più povero. Là dove c’è il nostro missionario c’è una comunità che vive la nostra fede: creiamo la comunione oltre a pensare ai bisogni della gente. Dobbiamo sentirci parte delle Chiesa che è grande come il mondo, come animatori missionari dobbiamo essere capaci di allargare la nostra comunità. Non basta rimanere fermi ai progetti caritativi, bisogna essere animatori missionari. Le Pontificie opere missionarie-Pom sono in comunione non solo con un missionario, ma con tutte le Chiese, a partire dalle più povere. Le Pom sono il canale per garantire attraverso la raccolta nel Fondo universale di solidarietà questo concreto servizio universale”.

La “cifra” della missione. “Al centro di queste Giornate di formazione missionaria c’è la Parola. Proprio nel riferimento alla Parola vogliamo attingere spiritualità, slancio, impegno missionario”. Mons. Michele Autuoro ha commentato per il Sir i lavori svoltisi nella città di san Francesco. “Giornate di grande vivacità, con numerosi partecipanti e un bel clima positivo, di confronto. Ci siamo domandati quali siano i ‘crocicchi’ che ci attendono per l’evangelizzazione. Al contempo occorre sentirsi chiamati ai crocicchi…”.Un messaggio forte che arriva da Assisi? “Mi piace – ha affermato Autuoro – questo immergerci nella Parola, nell’umanità, in questo tempo, in questo ‘tutti’. Tutti è la cifra della missione”, un “tutti” che torna spesso nelle parole di Papa Francesco. “Essere con gli altri, per gli altri. Con Cristo, senza paura, con semplicità, nella consapevolezza che il Signore ci precede. È lui che prepara ogni appuntamento ai crocicchi, è lui che guida i nostri passi, è lui che anima ogni incontro. Dobbiamo solo lasciarci guidare dal Signore e dallo Spirito”.

 

 

 

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