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Cnel, ecco i primi stipendi: 900mila € a Brunetta&C.

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a tutta casta

Cnel, ecco i primi stipendi: 900mila € a Brunetta&C.

Di Ilaria Proietti
23 Agosto 2024

Ci siamo! Ancora non è dato di sapere i dettagli, ma al Cnel già hanno impugnato le forchette. Sta per essere servita al presidente Renato Brunetta, ai suoi vice e agli oltre 60 consiglieri, la gran torta degli stipendi reintrodotti, dopo dieci anni, in deroga alla spending review. A Villa Lubin, che fa da incantevole cornice all’ultimo giro di giostra dell’ex ministro castiga fannulloni, insomma si sono rimesse in moto le mandibole ora che, a illuminare la variazione al bilancio 2024, c’è l’agognata voce che serve a destinare il primo milioncino (900 mila euro più accessori) per gli emolumenti destinati ai vertici per quel che resta dell’anno. Ma il bello deve ancora venire: nel 2025 il conto a regime, e non solo per gli stipendi di Brunetta&C., sarà di certo ancora più salato. Intanto però l’antipasto è servito.

Tutto grazie alla provvidenziale norma con cui Palazzo Chigi ha riaperto i rubinetti: altro che tirare la cinghia camminando sull’orrido baratro dell’abolizione. A cui il Cnel, in un modo o in un altro, è scampato sempre nonostante la nomea di carrozzone inutile l’accompagni sin dalle origini. E ora, voilà. Addio resistenza e galleggiamento: riecco pronti gloria e onori. E naturalmente stipendi! L’agonia dei portafogli, chez Brunetta, è solo un brutto ricordo. Lo spartiacque tra il nulla e il tutto è stato appunto il decreto sul Pnrr convertito in legge ad aprile che ha rispolverato il Cnel dandogli nuovo lustro: via libera all’assunzione di dirigenti, funzionari e assistenti e soprattutto via quell’odiosa norma che impediva a Brunetta di cumulare la pensione allo stipendio. Norma che ha sterilizzato per lui e per gli altri consiglieri l’applicazione della tagliola delle limitazioni introdotte per legge nel 2012 in ossequio alla spending review e che non permetterebbero di assegnare ruoli pagati (di studio, consulenza, dirigenziali direttivi ma anche di governo di enti) a persone già in quiescenza. Con un tratto di penna il governo però ha deciso, che dopo averlo fatto per Pietro Ciucci, chiamato ai vertici della società del Ponte sullo Stretto, ben valeva fare un’eccezione alla regola anche per il Cnel di Brunetta. Che è stato professore universitario oltre che parlamentare di lungo corso. Ma quanto caspita guadagnerà allora tra nuovo stipendio, pensione da accademico e vitalizio a cinque stelle? Boh. Lo scopriremo solo vivendo, forse: se fossero ancora i bei tempi del Mattinale (di cui, come capogruppo di Forza Italia era animatore instancabile), probabilmente il Nostro starebbe lì a fare i conti in tasca a se stesso. Come fece maliziosamente, ma sbagliando, a quelli dell’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che si risentì – va detto – non poco. Ma ora è tutto dimenticato.

Ricapitolando. Brunetta potrà certamente cumulare pensione e stipendio incassando fino a 240 mila euro, tetto massimo previsto per i dirigenti della Pubblica amministrazione. E gli altri? Ai suoi vice e agli altri consiglieri andrà un’indennità pari, rispettivamente, al 20 e a 10% degli emolumenti previsti per il presidente. In totale un bel conto da 1,8 milioni di euro all’anno a partire dal 2025 quando si scaricheranno sul bilancio del Cnel gli stipendi per tutte le mensilità dell’anno. E pure gli altri costi per il nuovo personale che Brunetta intende reclutare o promuovere di ruolo. Intanto la variazione di bilancio per il 2024 fotografa già una serie di ritocchi al rialzo in corso d’opera che riguardano altri capitoli di spesa. Quali? Le spese di viaggio, anche all’estero, che aumentano di 30 mila euro e di 70 mila quelle per la partecipazione ai lavori del Consiglio. E ancora. Pubblicità e comunicazione hanno registrato in pochi mesi un aumento di budget da 140 a 200 mila euro, le competenze per i collaboratori del presidente sono poi passate in un amen da 250 mila a 318 mila e questo al netto dei 300 mila euro già previsti per la sua segreteria. Le spese per super esperti, come nel caso dell’avvocato Giovanni Guzzetta, aumentano da 150 a 250 mila. Per tacere delle prebende previste per comitati e comitatini: l’unica voce in calo (-70 mila euro) riguarda gli accordi con le altre istituzioni, mentre sul resto si largheggia. E la grandeur pare solo all’inizio.

FONTE:

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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