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FdI insiste e spinge di nuovo Sallusti: “Arianna indagata” Chiagni e fotti – Lo sfogo della sorella della premier per chiudere il caso, ma i quotidiani di Angelucci rilanciano sospetti e veleni Di Ilaria Proietti 21 Agosto 2024

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Complotto

FdI insiste e spinge di nuovo Sallusti: “Arianna indagata”

Chiagni e fotti – Lo sfogo della sorella della premier per chiudere il caso, ma i quotidiani di Angelucci rilanciano sospetti e veleni

Di Ilaria Proietti
21 Agosto 2024

Ma quale bufala, macché invenzione! A tre giorni dall’editoriale con cui Alessandro Sallusti ha evocato il complotto per azzoppare il governo di Giorgia Meloni colpendo per via giudiziaria sua sorella Arianna, il direttore del Giornale, rilancia. Negando di essersi prestato a un’operazione per trasformare in un fatto quello che la presidente del Consiglio teme e non da ora, ossia l’accerchiamento che prelude al sabotaggio politico.

“So che quello che ho scritto corrisponde a verità e cioè ci sono indizi convergenti da fonte autorevole che qualcuno sta indagando su Arianna Meloni con l’ipotesi che abbia commesso dei reati attinenti – non conosco il capo di imputazione preciso – al traffico di influenze sulle nomine pubbliche che ci sono state di recente e alcune di queste sono all’ordine del giorno del governo in questi giorni. Questo mi risulta con certezza sennò non l’avrei scritto” ha detto Sallusti su La 7 niente affatto preoccupato di aver rivelato fatti che, se veri, sarebbero ancora coperti da segreto istruttorio. Il direttore del Giornale ha anzi rilanciato pure dando una buona pista sui magistrati al lavoro per mettere sotto inchiesta Arianna M. “Sarebbero bastate tre righe della Procura di Roma per dire ‘escludiamo ci avere in corso qualsiasi attenzionamento’. Prendo atto che non è accaduto. Tutto il resto sono opinioni”.

Dove le opinioni sono per Sallusti l’allarme dell’Anm sul tentativo di delegittimazione delle toghe (“la fotocopia dei comunicati fatti negli ultimi 30 ogni volta che entrava in cortocircuito con la politica”), oltre che le dichiarazioni del presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia: ieri il capo del sindacato dei magistrati ha parlato di “fantasie”, “mere congetture”, “illazioni malevole e nocive”, “fantastiche invenzioni” e soprattutto ha invocato un intervento a tutela da parte del Csm rimasto muto rispetto alla magistratura chiamata in causa come protagonista – assieme a giornalisti ostili e Matteo Renzi a far da regista -, dell’agguato mediatico-giudiziario contro la responsabile organizzativa di Fratelli d’Italia. Va detto che Arianna Meloni ha smentito che l’operazione Giornale sia stata eterodiretta dalla masseria pugliese che ha ospitato per qualche giorno lei e la sorella premier, poi per dire di non essere a conoscenza di un avviso di garanzia che la riguardi, ma anche per negare la volontà di alimentare lo scontro tra politica e magistratura: si è sfogata con i giornalisti assiepati a Ceglie e tra questi anche con quelli ritenuti ostili. Come a chiudere il caso, anche se nel frattanto FdI ha rintuzzato via affondo a Stellantis: “John Elkann (ossia la proprietà del quotidiano Repubblica) chiagne e licenzia”

Ma che resta del complotto su cui la buona battaglia è stata combattuta Il riflesso quasi pavloviano dell’altro quotidiano edito dalla famiglia Angelucci ossia il Tempo che ha lanciato una sua campagna contro il traffico di influenze anche se, in casa centrodestra secondo quanto registrato dal Fatto Quotidiano, non c’è nessuno che ipotizzi la necessità di intervenire su quel che resta del reato (appena depotenziato dal ddl Nordio) che non è cancellabile visto che la sua previsione rientra tra gli obblighi internazionali. Restano anche le interrogazioni con le richieste di chiarimento sul ruolo di Arianna Meloni nelle nomine pubbliche che Italia Viva intende portare in aula alla ripresa dei lavori parlamentari dopo la pausa agostana.

Forse l’Io so al momento senza conferme, potrebbe fruttare a Sallusti una convocazione in Procura (come era accaduto per al ministro Guido Crosetto lo scorso anno). Ma più che altro, essendo stato chiaramente additato come regista delle trame complottiste, resta soprattutto la chiara sensazione che Matteo Renzi, per i suoi contatti e la capacità di manovra, sia un nemico temuto, ma sul serio, dalla Family meloniana.

FONTE:

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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