Politi (Ndcf): “L’incursione ucraina imbarazza Putin, ma è solo spettacolare”
Mentre le truppe ucraine avanzano a Kursk, in Medio Oriente la guerra tra Israele e Hamas non cessa, seppure arriva dall’Iran un’apertura “interessante”. Ne parliamo con Alessandro Politi, direttore della Nato defense college foundation (Ndcf).
Quali dinamiche si stanno sviluppando in queste ore in Israele?
Questo governo è molto diviso e una parte consistente dell’elettorato israeliano sa benissimo che questo governo si sta aggrappando alla guerra per continuare a esistere. Ma soprattutto questa situazione è drammatica perché coinvolge un Paese, che ha un deterrente nucleare non di chiarato, e un altro, che ha più volte cercato di spingere il limite verso un deterrente. In questo teatro la diplomazia cinese sta continuando a fare progressi, perché già è riuscita a creare un accordo, poi vedremo quanto solido, tra Arabia Saudita e Iran. E adesso è riuscita a creare una piattaforma unitaria, anche questa soggetta a verifica nel tempo, tra tutte le fazioni palestinesi.
Al di là del clamore mediatico la situazione nel Levante e nel Golfo è particolarmente critica.
È critica anche perché poi tocca un paio di miliardi di credenti musulmani che naturalmente non sono direttamente coinvolti nel conflitto, ma che contribuiscono a un orientamento dell’opinione pubblica internazionale. In questo senso c’è un peso maggiore di questo conflitto.
Si prospettano reali possibilità per un accordo di pace?
Per ora vi è da un lato moltissima diffidenza reciproca, giustificata, e dall’altro un interesse obiettivo a sedersi o no al tavolo delle trattative. Quella dell’Iran, che adesso propone di rinunciare alla rappresaglia in cambio di un cessate il fuoco, reale e verificabile, è una mossa politica molto interessante. Noto che il governo italiano è molto pronto a cogliere le occasioni che diano uno sviluppo a processi di pace. Tanto è vero che il ministro degli Esteri ha dichiarato che, sotto mandato Onu, l’Italia è pronta a schierarsi anche nei territori occupati dagli israeliani e che sono dell’Autorità palestinese. Si può obiettare che poi non ci sarà mai il consenso in Consiglio di Sicurezza, questo è possibile. Ma non è che l’ho sentita molte volte dai governi italiani in situazioni di crisi così serie. È un segnale interessante e vedremo poi come si sviluppa, anche se finora tutte le mosse del governo israeliano tendono ad acuire il conflitto.
Le recenti conquiste ucraine, invece, quali scenari aprono nel conflitto con la Russia
Il conflitto ucraino naturalmente ha conosciuto una fase eclatante, questa brillante incursione in terra russa, però, è più spettacolare che sostanziale. Una penetrazione di 17 chilometri e un migliaio di chilometri quadri conquistati sono nulla rispetto a quello che i russi già possiedono. Quindi immaginare che questo tipo di consistenza territoriale possa rappresentare un controbilanciamento di quello che hanno conquistato i russi non è realistico. Mentre più realistico è immaginare che ci possano essere scambi di prigionieri di guerra.
Com’è stato possibile per gli ucraini realizzare una mossa di questo genere?
Una mossa del genere, che è stata dal punto di vista militare eseguita con molta capacità, con molta audacia e segretezza, lascia sospettare che ci siano state delle falle nel sistema di intelligence moscovita, ma soprattutto, come almeno alcuni commentatori russi fanno capire, il problema non sono gli analisti sul terreno che avevano individuato dei movimenti di truppe, ma gli alti comandi che li hanno sottovalutati. Naturalmente i subordinati hanno eseguito gli ordini. Quindi c’è stato un fallimento, credo ai livelli superiori di comando russi, nel cogliere il significato di alcuni segnali e soprattutto nel non approfondirli. Questo è un altro errore molto frequente nella storia militare. I segnali ci sono, ma nessuno veramente va a guardarci dentro, come capitò agli israeliani più volte. È una mossa comunque di carattere estremamente limitato.
Ma un obiettivo è stato realizzato…
Certamente l’obiettivo di imbarazzare politicamente Putin è stato raggiunto, a meno che non sia una trappola russa. Ma questo per ora è solo un’ipotesi di lavoro e soprattutto bisogna vedere come poi viene conclusa questa incursione, perché, se si trasforma poi in un altro salasso di perdite per l’Ucraina, non aiuta molto.
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