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Ucraina

Ora Crosetto rompe il fronte pro-Kiev: FdI (e dem) in imbarazzo

L’incursione – Critiche. I dubbi del ministro sulla “benedizione” europea: “Non incentiviamo altri passi” Poi il post su X. E nel Pd c’è chi vede “un messaggio a Trump”

Di Tommaso Rodano 

10 Agosto 2024

La voce del governo sull’Ucraina prende un’inflessione inaspettata. Di buon mattino Guido Crosetto, ministro della Difesa, interviene su Radio Uno e critica l’azione militare dell’Ucraina in Russia: “Nessun Paese deve invadere un altro Paese”, dice Crosetto. “Si devono ripristinare le regole del diritto internazionale e non vogliamo un conflitto che diventi ancora più duro, che si sposti anche sul territorio russo e che allontanerà sempre di più la possibilità di un cessate il fuoco, precondizione per un percorso di pace”.

Le parole di Crosetto collocano il governo italiano su una linea profondamente diversa da quella dell’Unione europea, che aveva dato subito il via libera all’operazione militare di Kiev. Il ministro parla anche delle armi usate dall’esercito di Zelensky: non sono italiane, garantisce.

Per diverse ore la sua versione rimane anche l’unica della maggioranza. Poi arriva la puntualizzazione – concordata con Palazzo Chigi – di Giangiacomo Calovini, capogruppo di FdI in commissione Affari esteri: “Il ministro Crosetto pone giustamente sul tavolo il tema di come poter raggiungere al più presto un negoziato per la questione ucraina. Ma non cambia la posizione italiana di vicinanza a Kiev e non può esserci alcuna pace se non riconoscendo che l’integrità territoriale delle nazioni non può essere oggetto di negoziazione”. Una mezza smentita che tradisce l’imbarazzo all’interno del partito di Meloni, dove sull’Ucraina convivono sensibilità diverse. Ma Crosetto non ritratta, anzi in serata rilancia con un intervento su X: “Non si deroga per nessuno, tanto meno per gli amici, ai principi ed alle regole che abbiamo dichiarato di voler difendere. A Gaza come in Ucraina. Ho paura che (la tattica di Kiev) possa peggiorare una situazione già difficile, drammatica. Per l’Ucraina”.

L’inversione di Crosetto peraltro arriva 24 ore dopo le parole altrettanto forti di Antonio Tajani (Forza Italia), ministro degli Esteri: “Noi non siamo in guerra con la Russia, abbiamo sempre detto che le nostre armi non devono essere utilizzate in territorio russo”.

Gli interventi dei due ministri producono un paradosso: il Pd, o meglio una sua parte, rimane l’unico in Italia a interpretare la linea dell’atlantismo puro, l’ultimo baluardo del sostegno a Kiev senza vincoli. Non è la linea della segreteria, ma quella di una parte consistente del partito. La posizione ufficiale sarebbe quella espressa da Giuseppe Provenzano, responsabile degli Esteri e vicino a Elly Schlein: “Il nostro sostegno, anche militare, all’Ucraina è per il diritto di difesa, ma la guerra non si deve allargare, deve fermarsi con una pace giusta”. Ma nei dem, come noto, convivono posizioni molto diverse. Anche sull’escalation militare in territorio russo. Un’area del partito ha come punto di riferimento Lorenzo Guerini – che ritiene corretta la posizione dell’Ue sulla legittimità dell’azione ucraina – e si riconosce nelle parole di Lia Quartapelle, deputata e vicepresidente della commissione Esteri. “L’intervento di Crosetto – dice Quartapelle – smaschera l’opportunismo del governo Meloni sull’Ucraina. Siamo molto preoccupati. Come mai da mesi assistiamo a un indebolimento del sostegno a Kiev? È il segnale della vicinanza tra Meloni e Trump, un messaggio che la premier italiana manda verso gli Stati Uniti”.

Il Pd non è solo Guerini e Quartapelle, così come non è solo Provenzano. Per Marco Tarquinio, appena eletto al Parlamento europeo, l’offensiva di Kiev rischia di aprire scenari drammatici: “Noi lo diciamo da anni: più armi portano più guerra. Siamo al bivio definitivo tra l’escalation e l’apertura di una vera fase negoziale. Forse la direzione sarà più chiara dopo le elezioni americane”. Anche Paolo Ciani è stato eletto alla Camera nelle liste dem: “I fatti di questi giorni sono il segno di una nuova recrudescenza – dice – e mi colpisce la velocità con cui l’Europa ha dato il suo via libera all’operazione. L’Italia dovrebbe far pesare la sua posizione, che è sempre stata contraria allo sconfinamento del conflitto in territorio russo”. Gli altri partiti hanno una linea chiara, senza divisioni. Il leghista Andrea Crippa, vice di Matteo Salvini, è laconico: “Sono d’accordo con Crosetto, sono parole di buon senso, affini al nostro pensiero”. A sinistra, Cinque Stelle e Avs non cambiano idea. “Sono anni che sosteniamo la situazione sia sfuggita di mano – sostiene Riccardo Ricciardi, deputato del M5S –. Hanno armato l’Ucraina fino ai denti, l’escalation era ampiamente prevedibile. Le parole di Crosetto vanno interpretate. Credo siano in attesa delle elezioni Usa: se a novembre dovesse cambiare la linea di Washington, il governo farebbe una capriola e direbbe l’opposto di quello che dice dall’inizio della guerra”.

Nicola Fratoianni esprime un concetto simile. “Quello che sta accadendo conferma ciò che segnaliamo da tempo: se la strategia è basata solo sulle armi e sulla guerra, l’escalation non si ferma. Ora l’ha capito anche Crosetto”.

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(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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