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PASSAPORTO PER RUBARE: L’idea di Salvini: serve l’immunità per i governatori

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Post Liguria

L’idea di Salvini: serve l’immunità per i governatori

Via la legge Severino – Il vicepremier vuole una norma che rinvii indagini e processi sugli amministratori regionali (tipo Toti) sino a fine mandato

Di Giacomo Salvini 

6 Agosto 2024

LEGGI – Porto ed Esselunga: Toti a processo per corruzione

L’idea è stata lanciata ieri da Matteo Salvini: “Serve uno scudo per i presidenti di Regione”, ha detto il vicepremier leghista in un’intervista a La Verità. L’obiettivo è tutelare i governatori per evitare nuovi casi come quello del ligure Giovanni Toti, scarcerato da venerdì dopo le dimissioni. “È stato liberato quando ha scelto di dimettersi – ha aggiunto Salvini – è stato ostaggio della magistratura”. La posizione del leghista deve essere letta con la volontà di avvicinarsi sempre di più a Toti, stringendo una sorta di alleanza in vista delle elezioni liguri dell’autunno: il governatore correrà con la sua lista civica e avrà un ruolo importante nella scelta del candidato che dovrà succedergli. I due si vedranno oggi e non è un caso che la Lega sia stato il partito che ha difeso maggiormente il governatore durante gli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione e poi anche di finanziamento illecito ai partiti.

Ma dietro alle parole di Salvini, che arrivano dopo la richiesta di Toti al Parlamento di legiferare per evitare di ripetere altri casi come il suo, c’è anche un’idea concreta: quella di fare una legge per garantire l’immunità agli amministratori locali.

Il vicepremier leghista ne ha parlato nelle ultime settimane coi suoi parlamentari, sebbene non ci stia lavorando direttamente: bisogna garantire la continuità amministrativa e non si può rischiare di bloccare investimenti e infrastrutture soprattutto negli ultimi mesi decisivi per il Pnrr, è stato il ragionamento. Per questo l’idea sarebbe quella di introdurre una sorta di “scudo” per gli amministratori e i presidenti di regione che si trovano nella parte finale del mandato, cioè quando mancano pochi mesi alla fine della legislatura. Una sorta di “differimento” delle indagini a fine consiliatura: quello che avviene negli Stati Uniti con il presidente che può essere incriminato solo una volta lasciata la Casa Bianca o anche in Italia dove il capo dello Stato può essere accusato solo di alto tradimento. Per il momento è solo un’idea complicatissima da realizzare anche perché, dal punto di vista legislativo, il governo dovrebbe rispolverare una norma simile al “lodo Alfano” che introduceva uno scudo penale per le più alte cariche dello Stato, poi dichiarato incostituzionale.

Il primo obiettivo è quello di modificare la legge Severino, come già previsto in un ordine del giorno approvato dalla maggioranza nelle settimane scorse: gli amministratori locali non saranno più sospesi in caso di condanna di primo grado. Poi l’idea sarebbe quella di “scudare” gli amministratori dalle misure cautelari negli ultimi mesi del mandato: i magistrati potranno indagare ma evitando, a meno di una flagranza conclamata, di limitare la libertà personale del Presidente di Regione mettendo in difficoltà l’intera macchina amministrativa. Esattamente il principio opposto rispetto alla legge Severino che non piace a buona parte della maggioranza di destra.

Un testo ancora non c’è e, come tutte le proposte parlamentari, sarà rinviato a settembre. La cornice potrebbe essere proprio la riforma del Testo Unico degli Enti Locali in discussione al Senato o, ancora più probabile, la riforma dei reati contro la Pubblica Amministrazione tanto chiesta dalla senatrice leghista Giulia Bongiorno dopo l’abolizione del reato di abuso d’ufficio nel disegno di legge Nordio.

Ma trova già qualche sponda nel governo: l’idea a Forza Italia piace, tant’è vero che gli azzurri hanno difeso a spada tratta Toti nonostante quest’ultimo fosse considerato una sorta di “traditore” da Silvio Berlusconi. Ieri il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri ha affermato che la sinistra sta “realizzando il piano di conquistare il potere senza passare da libere elezioni” mentre “chi potrebbe pensare che la Procura non è sopra delle parti?”, si è domandato ironicamente.

Fratelli d’Italia, che ha sostenuto in maniera più lieve il governatore della Liguria (il responsabile organizzazione Giovanni Donzelli comunque lo vedrà in settimana a Roma), invece è più scettica: un nuovo “scudo” per i politici sarebbe una norma altamente impopolare, oltre che ad alto rischio di incostituzionalità.

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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