Ruviano. Quale futuro per un territorio rurale? il ruolo della cittadinanza attiva per il bene comune

Agosto tempo di ferie e di feste. Il giusto riposo dopo un anno di lavoro e il desiderio di rilassarsi si incontra sempre più spesso con luoghi incontaminati, ameni, che rigenerano il corpo e la mente riportando gli individui a riscoprire quei colori, quei sapori e quegli affetti, non necessariamente familiari, che generano empatia e desiderio di un ritorno.

In questa assunzione c’è tutto l’obiettivo di un progetto di rilancio dei centri storici minori dell’entroterra che, come Ruviano, hanno potenzialità inespresse proprio grazie all’ambiente incontaminato. e all’architettura rurale.

Gli insediamenti basso collinari, che si presentano riqualificati e pregevoli con i vicoli ed edifici storici, i boschi a portata d’uomo, i ruscelli con le graziose cascatelle e il fiume, oggi oggetto nuovamente di forte attenzione, sono le risorse su cui focalizzarsi per stilare un progetto eco compatibile per il rilancio del territorio.

Quindi, bene e giuste le feste e le sagre ma nella consapevolezza che sono eventi di breve durata che concorrono al divertimento delle persone ma nulla hanno a che fare con la proposta turistica.

Chi pensa di risolvere il problema o di promuovere il territorio con le feste evidentemente non ha ben chiaro né dove vive né i bisogni dei fruitori del turismo rurale.

Puntare su quello che si ha creando percorsi di trekking, sport fluviali e proposte eno=gastronomiche locali, genuine compreso le possibilità di alloggio in ambienti rurali a giusto costo, consapevoli che non siamo a Capri, ma anche laboratori per apprendere antiche tecniche di produzione attrezzi e alimenti sono le leve per rispondere alle esigenze di chi pratica il turismo locale.

Ai giovani del servizio civile, ad esempio, va insegnato come accompagnare i turisti nella loro permanenza impartendo lezioni di storiche, di tecniche artigianali e conoscenza del territorio per prepararli al meglio e dimostrare che non c’è improvvisazione ma competenza, cosa che ancora oggi fa sorridere, ed è successo di recente in un paese limitrofo, chi arriva che è più preparato di chi accoglie.

Fondamentale è l’imprenditoria locale che deve credere in questo modello di sviluppo e promuovere attività che vadano in tal senso perpetuando ciò che l’amministrazione e le associazioni promuovono come ad esempio il percorso natura del Bosco di San Vincenzo per non ritornare sul recupero dei centri storici che è all’occhio di tutti e fiore all’occhiello di chi amministra.

Le energie disponibili vanno indirizzate in tal senso se si desidera un rilancio vero di un territorio ameno e incontaminato che merita un futuro.