Caiazzo. Portanzia, lavori da concludere ‘per’ s. Stefano: senza messa a dimora di nuove, idonee, salutari piante?

Gentile Redazione, in seguito alla lettura di un vostro articolo, che evidenziava un controsenso di date, fra quanto previsto dalla delibera e quanto invece risultava dall’ordinanza, avendo chiesto, ci è stato spiegato che era giusta la data riportata sull’ordinanza per la conclusione dei lavori, cioè 23 ottobre, prevista in modo da consentire la libera processione del Santo Patrono, che si festeggia il giorno 29.

Premesso che ricordavamo interessata alla zona la processione del Sabato Santo, ma magari sarà un’altra occasione per inaugurare, benedire e sfoggiare, ora volevamo invitare chi di competenza a predisporre anche la messa a dimora di nuove piante, ovviamente adeguate alla bisogna, cioè stabilite da esperti e non magari, come tanti anni fa, da politici che evidentemente non ne capivano il resto di niente: figuriamoci oggi!

Gli attuali infatti non avrebbero proprio previsto la piantumazione di nuovi alberi, almeno dicono che dagli atti non risulta, però, visto il termine concesso alla ditta casalese (certo nessuna locale sarà stata idonea), hanno anche tutto il tempo per rimediare: gli alberi migliorano la qualità dell’aria e proprio per questo nel 1992 fu deciso di imporre per legge la piantumazione di un nuovo albero per ogni neonato e in qualche modo i primi anni quella legge fu rispettata  grazie alla sensibilità dell’allora sindaco Nicola Sorbo e forse ancor più del compianto Maresciallo – Assesore Raffaele Santabarbara.

Basterebbe provvedere prima che ricoprano definitivamente il terreno dissestato per rimuovere le radici degli alberi rivelatisi inidonei e che minacicavano di danneggiare anche le tante abitazioni costruite (dopo) lungo la strada: non preoccuparsene sarebbe un grosso errore, che graverebbe soprattutto sulle future generazioni: pensiamoci bene tutti.

Il periodo sarebbe ideale per la bisogna e ci sarebbe pure tutto il tempo per interpellare una persona competente; se se ne escono con la solita solfa che non ci sono soldi e non vogliono rinunciare neanche alla quattordicesima della loro indennita percepita mensilmente, salvo prova diversa, siamo pronti ad autotassarci, basta farcelo sapere anche tramite vostro, tanto più che già paghiamo i loro stipendi (e indennità aggiuntive, come sopra per la diversa prova: grazie, dal profondo del cuore, il Signore vede… e provvede).

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