FRATI E CRIMINALITÀ: ARRESTATO SACERDOTE PER RAPINA E VIOLENZA SESSUALE
Un’inchiesta condotta dalla Procura di Napoli Nord e dai carabinieri di Afragola ha portato all’arresto di sei persone, tra cui un frate di un convento casertano, con l’accusa di rapina aggravata in concorso e violenza sessuale. L’indagine ha avuto origine da una rapina di un cellulare, apparentemente finalizzata a sottrarre dispositivi contenenti immagini e chat compromettenti per alcuni frati.
Il Contesto della Rapina
La vicenda è emersa ad aprile di quest’anno, quando due uomini residenti ad Afragola hanno denunciato una violenta rapina avvenuta nella loro abitazione. Due individui, travisati e armati di mazze e coltello, hanno fatto irruzione sfondando la porta d’ingresso, riuscendo a impossessarsi di un telefono cellulare e cercando di rubarne un altro, senza successo. Le vittime hanno subito collegato l’aggressione a pregressi rapporti con alcuni frati della zona e a presunti abusi sessuali subiti in passato.
Le indagini, condotte con intercettazioni telefoniche e l’analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza, hanno confermato le dichiarazioni delle vittime e svelato il contesto in cui è maturata la rapina. È emerso chiaramente che il principale obiettivo dell’assalto fosse recuperare un cellulare contenente materiale compromettente, piuttosto che sottrarre oggetti di valore o denaro presenti in casa.
I Coinvolti e le Accuse
Tra le persone arrestate figura Padre Domenico Silvestro, parroco della Basilica Pontificia di Sant’Antonio da Padova di Afragola, accusato di violenza sessuale. Un altro frate, Padre Nicola Gildi, 55 anni, all’epoca dei fatti ad Afragola e ora nel Convento di Santa Maria Occorrevole di Piedimonte Matese, è accusato di rapina aggravata in concorso e violenza sessuale. Gli esecutori materiali della rapina sono Danilo Bottino, 20 anni, con precedenti penali, e Biagio Cirillo, appena diciannovenne e incensurato. Tra gli arrestati figurano anche Antonio Di Maso, 43 anni, che avrebbe fatto da intermediario tra il mandante e l’organizzatore della rapina, e Giuseppe Castaldo, 52 anni, imprenditore di Afragola, ritenuto l’organizzatore materiale della rapina con presunti legami con la criminalità organizzata di Marigliano.
Il Movente: Eliminare Prove Compromettenti
L’inchiesta ha rivelato che la rapina fosse stata commissionata per eliminare prove compromettenti. Le intercettazioni telefoniche hanno chiarito che il parroco di Afragola aveva incaricato altri soggetti di recuperare i telefoni delle vittime, contenenti chat e immagini che avrebbero potuto causare gravi problemi a lui e ad altri frati coinvolti.
Durante le indagini è stata rinvenuta una lettera, redatta dagli avvocati delle vittime, indirizzata ai frati superiori. Nella lettera, oltre a sollecitare il pagamento di somme dovute per prestazioni lavorative, si faceva riferimento a rapporti sessuali subiti dalle vittime in cambio di assistenza sociale e lavorativa.
Le testimonianze di un altro frate a conoscenza delle violenze sessuali e del movente della rapina hanno ulteriormente confermato il coinvolgimento di uno dei frati arrestati, che temendo le conseguenze legali delle denunce supportate da prove digitali, avrebbe ordinato la rapina per mettere a tacere le vittime.
Questa vicenda scioccante mette in luce un complesso intreccio di violenza, abusi di potere e tentativi disperati di nascondere la verità all’interno di un contesto religioso, sollevando serie preoccupazioni su abusi all’interno delle istituzioni ecclesiastiche.
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