C’è stato un momento in cui alcuni indagati dell’inchiesta che ha scosso il comune di Venezia hanno iniziato a prendere qualche precauzione in più. L’ex assessore Boraso ad esempio si era deciso a cambiare cellulare, sul quale gli investigatori avevano istallato un trojan, dopo “ripetuti avvisi ricevuti da persone diverse (tra cui un militare infedele e lo stesso sindaco Luigi Brugnaro) di essere sottoposto ad indagini e invitato da diversi altri ad utilizzare un apparato non infiltrabile”. Così scrivono i Pm di Venezia nella richiesta di arresto di Boraso. Per qualche tempo dunque i protagonisti di questa inchiesta sembrano essere cauti. Un esempio? Il 18 gennaio 2023 Brugnaro parla con Morris Ceron, il suo capo di gabinetto. I pm: “Lo redarguisce per non aver seguito il suo modus operandi e non aver assecondato la sua intimazione a parlare di persona: ‘Se accendi il cervello tipo me… magari ci svegliamo un attimo insomma… Ma non devi dirmelo così… ti ho detto vieni qua’”. Nel novembre 2022, conversazione tra Brugnaro, il vicecapo di gabinetto Donadini e l’assessore Boraso. I pm: “Brugnaro invita Boraso a essere prudente nell’esercizio delle sue corruttele e al telefono poiché le ‘voci’ nei suoi confronti, sulle sue ‘pratiche’ e sul suo ‘attivismo’ si stano diffondendo e questo nonostante lui (il Brugnaro) gli garantisca un silenzio complice”. Brugnaro: “Ti ripeto… pensa prima di parlare! Soprattutto al telefono… c’è gente seria come me… ohh… che sta sshhh eehh(sembra fare il segno del silenzio, ndr) ricordati la gente parla… e di te hanno parlato tanto, te l’ho già detto un’altra volta”.

Secondo i pm c’è “un conglomerato di amministratori pubblici che, tra loro, programmano, discutono e condividono contenuti illeciti, ma che proprio per la consapevolezza di ciò, improntano le comunicazioni telefoniche a una rigorosa censura”. Sms di Donadini a Boraso: “Faccio fatica al telefono. Dimmi dove e ti raggiungo”. Non solo. Secondo i pm veneziani, da un dialogo tra Donadio e la segretaria particolare di Brugnaro “è emerso che le riunioni tra quest’ultimo e i suoi più stretti collaboratori (Donadini, Ceron e Zuin) avvengono dopo che tutti – salvo Zuin – sono privati del loro apparato cellulare e ciò al fine evidente di evitare intercettazioni ambientali con i temutissimi trojan”.

Boraso, ambizioso, a volte straparla. Pensa anche a un suo ruolo di sindaco: “Sono sempre in amministrazione! Non possono stare senza di me! Chiunque faccia il candidato sindaco… se lo faccio io meglio ancora. Ma chiunque lo faccia, ha bisogno di me. Sbaglio? Supponi che decidano che Forza Italia debba fare il candidato sindaco di Venezia…”.