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*Giu le mani dal web!!* di Vincenzo D’Anna*

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*Giu le mani dal web!!* di Vincenzo D’Anna*

Il terzo millennio è sotto il dominio dell’informatica e lo sarà maggiormente con il sempre più frequente uso dell’Intelligenza Artificiale, ossia della possibilità che siano le macchine a costruire soggetti impersonali e digitali in grado di interloquire con gli Umani che utilizzano la rete social. Non passerà molto tempo perché i nostri Avatar (alter ego digitali) saranno i protagonisti delle nostre comunicazioni e delle interazioni con i nostri simili. Per farla breve: ci avviamo alla spersonalizzazione materiale dell’umanità, ad un umanesimo privo di consistenza personale. Un miraggio elettronico che rimpiazzerà finanche i nostri pregi ed i nostri difetti, ossia l’identità biologica di cui è composto ogni singolo individuo. Facile prevedere che quanti sceglieranno di farsi rappresentare dall’immagine digitale più perfetta possibile, opereranno ed interagiranno con modelli soggettivi non solo artefatti ma anche del tutto ipotetici. Scomparsa la diversità ed il corredo unico e specifico che ci connota, il passo sarà breve perché ci sia una generale massificazione delle identità e prenda il sopravvento ciò che è artefatto rispetto a quello che la natura aveva creato. George Orwell, nel suo libro fantascientifico “1984″, aveva previsto, già nel secolo scorso, che quel mondo informatico ed artificiale avrebbe avuto il controllo sull’umanità intera se non la potenzialità di poterlo fare. Il web (acronimo di world wide web, “ragnatela mondiale”) è un sistema di interconnessione basato sull’infrastruttura di Internet che permette l’accesso a tutta l’informazione disponibile su computer collegati attraverso un’unica rete generale. Ora, se sul web si muoveranno soggetti umani oppure creati digitalmente, questo non avrà molta importanza ai fini del controllo mondiale dell’intera rete. Da tali considerazioni scaturisce pertanto la semplice riflessione che ogni tentativo, comunque motivato, da parte del potere costituito di regolamentare legiferare e disciplinare tale tipologia di attività, dovrà essere visto anche nell’ottica di una minaccia alla libertà di comunicazione e di informazione sulla quale poggiano gli Stati democratici. Anche quando gli obblighi imposti siano riconducibili a ragioni di sicurezza nazionale, a superiori necessità, occorrerà valutare quanto giustificate siano quelle interferenze al fine di tutelare le libertà civili ed economiche degli esseri umano. Qualcuno potrà eccepire che il diritto soggettivo è un minus rispetto alla tutela del bene collettivo e più in generale dello Stato, ma tanto non basta, di per sé stesso, perché il potere governativo abbia mani libere sul web e ciò che esso ci consente. Un piano di esempi viene dai provvedimenti adottati sia negli Usa, la patria delle libertà assolute dei cittadini, nonché della rete e dell’informatica globale, ma anche dal Belpaese ove tali interrogativi non sfiorano quasi mai i nostri governanti né gli idolatri dello Stato onnipresente ed onnipotente. Il governo statunitense, con larga maggioranza parlamentare, ha varato una legge che, a tutela di un non meglio identificato pericolo per la sicurezza nazionale, obbliga l’azienda cinese ByteDance a cedere le attività americane di “TiK Tok” uno dei social più frequentati dai giovani che si scambiano e commentano brevi filmati. In Italia, invece, è in corso la causa tra la SIAE (società italiana autori editori) e Meta per il rinnovo della licenza a quest’ultima per i contenuti musicali contenuti negli audio libri. In questo caso viene affacciata da Agcom (l’autority governativa sulle comunicazioni) la presunzione di dipendenza economica di Meta dalla SIAE. L’altra autority statale (Antitrust) è intervenuta, a sua volta, a sostegno dei presunti violati interessi della SIAE. Senza entrare nel merito delle regioni, che valuterà il Consiglio di Stato, che nel frattempo ha accolto la sospensiva del procedimento a carico di Meta, quella che si va palesando è l’applicazione di una legge semisconosciuta del 2010 con la quale si sono introdotti una serie di vincoli uno dei quali è quello della dipendenza economica dallo Stato per le grandi piattaforme informatiche. Insomma l’apparato centrale tende a “tosare” tutto e tutti con  tasse e diritti e nel contempo crea dipendenza per le imprese del settore. Chi possiede tutti i mezzi stabilisce tutti i fini e quindi lo Stato totalitaro si basa su questa condizione, diretta oppure indiretta, per asservire sia la libera iniziativa sia la libertà stessa poterlo fare. Le tirannie sorgono per il sonno delle coscienze, c’è ancora qualcuno sveglio da queste parti per dire giù le mani dal web!?!

*già parlamentare

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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