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Estate, sinonimo di mare, vacanze, ma anche malessere interiore e le devianze la fanno da padrone.

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Estate tempo di vacanze, mare, montagna, escursioni, grigliate. Aggregazioni varie, tra amici o tra parenti. L’estate così come il natale, la pasqua e altri periodi festivi, fanno emergere le solitudini, talvolta generate da problemi economici, che non consentono un minimo di vacanza e neppure una giornata al mare, anche se in altre occasioni, le solitudini sono interiori, quelle che, malgrado la vicinanza della famiglia, costringono in un angolo mentale e obbligano ad un isolamento personale, che presta il fianco alle devianze. Questi periodi di potenziale festa e distrazione, possono, in soggetti predisposti essere incubatori di azioni deleterie verso sé stessi e verso le loro famiglie Si può finire ad isolarsi tramite l’alcool, le droghe, ma spesso, anche i colori sfavillanti e i suoni di un computer o di uno smartphone possono senza accorgersene scaraventarci nel baratro. A cosa ci riferiamo che nella pronuncia non dà l’impressione del mostro, che cela dietro quella parola, ludopatia. Un mostro non di rado che ha portato a vere tragedie familiari talvolta in alcune circostanze anche a suicidi.  Andiamo con ordine, questa riflessione sul gioco d’azzardo nasce dai dati emersi nella seconda edizione del “Libro nero dell’azzardo. Mafie, dipendenze, giovani” che, CGIL, Federconsumatori e ISSCON, hanno curato, raccogliendo e disaggregando per territorio i dati forniti dall’Agenzia Dogane e Monopoli. Emergono risultati raccapriccianti, sulla quantità di soldi giocati online, basta infatti un semplice smartphone per entrare nell’abisso del gioco. Negli ultimi anni si è registrato un aumento esponenziale delle tipologie di gioco e delle piattaforme, che le consentono. Stando ai dati indicati nel libro, nel solo 2023 si sono giocati d’azzardo in Italia, in forma fisica e on line, 150 miliardi di euro, somma che risulta tripla rispetto a quelle giocate nel 2006 ad esempio, segno che il fenomeno è in continua crescita. Secondo il libro Blu dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nel 2022 il volume di gioco era di 136 miliardi di euro, che già segnava un più 22 percento rispetto al 2021. Un altro dato, preoccupa non poco, dei 150 miliardi totali, 68 miliardi è stato giocato in sale da gioco o locali fisici, (erano 63 miliardi nel 2022) ma ben 82 miliardi (erano 73 miliardi nel 2022) sono stati giocati online, ovvero da casa. Per avere un’idea delle cifre messe in gioco, il singolo giocatore adulto, ha speso mediamente 1.926 euro, mentre in alcuni territori si hanno picchi medi di 3.200 euro per abitante. Ricordiamo questi dati, perché poi li raffronteremo con il nostro territorio. L’Italia è una nazione formata da circa 59 milioni di abitanti, si stima che almeno un milione e mezzo sono giocatori d’azzardo problematici, a cui si aggiungono un milione e quattrocentomila con rischio moderato e altri due milioni di giocatori con rischio basso. Stiamo parlando di persone, che spesso hanno una famiglia alle spalle e di conseguenza un numero di persone coinvolte a cascata, elevatissimo. Ovviamente esistono strutture pubbliche, associazioni e aggregazioni varie, che cercano di prevenire e aiutare i casi più a rischio, anche la CGIL e Federconsumatori, insieme a SPI e Auser, cercano di mitigare i fenomeni gravi con la campagna divulgativa “Mettiamoci in Gioco”, cercando di illustrare le nocività del gioco d’azzardo e promuovendo la consapevolezza del rischio a cui si va incontro. Anche le ASL si sono messe in gioco con Servizio Dipendenze Comportamentali e un numero di ascolto attivo dalle 9.00 alle 18.00. La CGIL e Federconsumatori lamentano però l’assenza della politica, anzi a loro dire la recente normativa adottata dal Governo Meloni, il D. Lgs n. 41/2024, disciplinando il settore dei giochi online, non ha fatto altro, che aumentarne l’offerta. Come siamo messi al SUD e in Campania, male. Le regioni del SUD sono ai vertici per quantità di euro giocati, la Campania risulta tra le regioni più esposte, infatti ben tre province campane risultano ai vertici nazionali per quantitativo di gioco individuale online, con giocate medie superiori a duemila euro. Le tre province sono, Napoli che si piazza al settimo posto nazionale, Salerno all’ottavo e Caserta al nono.  Se si analizzano i singoli comuni si osservano in alcuni di essi dei dati drammatici, al primo posto in Italia per raccolta pro capite troviamo il Comune di Castel San Giorgio (SA) con oltre undicimila euro pro-capite, avete letto bene. Per noi casertani, preoccupante è anche il dato di Capodrise, che con 5.068,74 euro pro capite è in decima posizione nazionale. Marcianise è “solo” in cinquantunesima posizione nazionale con 3.559 euro pro-capite. Di seguito la posizione delle altre città della provincia di Caserta che si sono piazzate nelle prime cento posizioni nazionali. Caserta ventiduesima, con 2665 euro, Villa Literno in quattordicesima posizione con 4590 euro pro-capite, Casal di Principe in ventitreesima posizione con 4161 euro pro-capite, San Cipriano d’Aversa in trentunesima posizione e 3975 euro pro-capite, Teverola in cinquantacinquesima posizione e 3533 euro pro-capite, Trentola Ducenta in settantunesima posizione e 3414 euro pro-capite, Santa Maria a Vico  in settantaduesima e 3409 euro pro-capite,  Aversa in ottantunesima posizione e 3361 euro pro-capite, San Felice a Cancello in novantaquattresima posizione e 3270 euro pro-capite. A seguito di questi preoccupanti fenomeni, secondo Aniello Baselice, presidente dell’Osservatorio Regionale sul Disturbo del Gioco d’Azzardo, in Italia sono in cura presso strutture specializzate per disturbo da gioco patologico circa 15mila soggetti di cui, 3.334 sono quelli seguiti in Campania e circa 900 nella provincia di Caserta. Agipronews, riporta inoltre, che, gli individui in cura a livello nazionale sono poco più dell’1% degli 1,3 milioni di soggetti a rischio stimati dall’Istituto Superiore di Sanità. Inoltre, tali numeri evidenziano come la Campania sia la Regione con più soggetti in cura, seguita da Lombardia (2.500), Veneto (1.460), Emilia-Romagna (1.260), Puglia (1.200) e Piemonte (1.000). La maggior parte dei pazienti campani è concentrata nel “triangolo” formato da Napoli (1.172 soggetti in cura), Salerno (1.094) e Caserta (870). Il problema ha raggiunto in alcune zone dei livelli molto preoccupanti e non si può sottovalutare e prendere sottogamba, perché la ludopatia, distrugge gli affetti familiari e i rapporti sociali ed incentiva indirettamente le attività criminali, favorendo l’usura, ma anche la microcriminalità e la prostituzione per l’esigenza di procurarsi la moneta necessaria alla bisogna.

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