Della calda estate del 2024 scorrono due fiumi freddi di birra. Industriale la più diffusa, Artigianale la più cara e rara, vale il 10% del consumo in Italia, il 3,5 in Campania, la regione che da oltre trent’anni detta moda. Le “bionde” belghe di abbazie apparvero con 4 giovani imprenditori.

Fofò Ferriere, Fausto Frezza umbro di Amelia, Nello Agovino e Gigi Sorrentino. Prima al “Thaddeus” a Portici, poi al “Tallioo!” ancora in voga a San Giorgio a Cremano. “Oggi c’è confusione nell’Artigianale tra prodotti nostri e stranieri, ma la qualità si trova e va tutelata”, dice Alfonso Del Forno, un’autorità nel settore, coordina in Campania “Ubt” (Unionbirrai Beer Taster) e “Guida alle Birre d’Italia 2025” già in libreria. Artigianale, ma com’è? Solo l’Italia ha una legge per distinguerla.

Deve essere non pastorizzata, senza microfiltrazione, birrificio indipendente che produca meno di 200mila ettolitri l’anno. Pioniere il St.John di Faicchio dei fratelli Di Lunardo. Se ne contano oggi 42, con impianti di produzione. Dopo il Covid segnali di ripresa.

Pochi superano i mille ettolitri. Birrificio Artigianale Napoletano (6.000 hl) con energia solare, Kbirr a Giugliano, (3.000, il 60% in export), il sannita Bonavena (2.000) a Selva, il casertano Karma con sentori di melannurca, mosto di Pallagrello, altro. L’irpino Birrificio Ventritré a Grottaminarda. Svetta l’altro irpino, Serrocroce, dal 1996 al 2012, a Monteverde, con centomila bottiglie ed un primato. Unico in Italia con filiera completa: dalla coltivazione di cereali, luppoli e spezie alla birra.

Azienda agricola del nonno omonimo, Vito Magnotta completa 12 anni fa il ciclo. Dottore in Agraria con tesi di laurea all’Università di Campobasso, come da cereali, grano antico Senatore Cappelli e erba di coriandolo si arriva alla migliore birra artigianale. Premi nazionali di Slow Food e di Cerb, Centro eccellenza della birra.

Serrocroce è anche attrazione turistica. Il fratello di Vito, Carlo, nel ristorante “Il Giardino” allunga la filiera alla pizza nel borgo inserito tra “I più belli d’Italia”. .Un posto che è sempre avanti pur con soli 700 abitanti. Il sindaco Tonino Vella lo presentò a “Uno Mattina” di Franco Di Mare come il Comune europeo attrezzato per ospitare con sistemi audiovisivi i turisti disabili.

Ogni estate veniva Mario Draghi, c’è ancora l’insegna della farmacia degli zii. Serrocroce è nelle pizzerie “50 Kalò” a Napoli, alla Sanità e a Capri da “Concettina ai 3 santi”, alle Sirenuse di Positano e a Casa Caponi a Torre Annunziata. Spiega Pagnotta: “L’Artigianale non ha aggiunta dii gas, come lo champagne. Mai pancia gonfia”. Conferma da “50 Kalo” lo chef Ciro Salvo. «Ho solo 20 Artigianali. Preferisco le campane, tedesche, ceche e belghe».

Con 20mila prodotti “Perrella” distribuisce anche una sua birra artigianale di Trento, Fravort, con altre industriali estere, filtrate e non, ambrate e rosse. Uno del Gruppo, Armando Moscarella, osserva: «L’Artigianale 15 anni fa era pari a zero. Oggi vale il 10 per cento del mercato. È nella fascia di qualità. Va distribuita e comunicata meglio, ma il futuro la premia».

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