Dal Matese il ricordo di Satnam Sing: siamo tutti esseri umani, difesa dei Diritti Umani, no allo sfruttamento.
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I simboli della Pace e della memoria, vengono a ricordare anche in tempi di vacanze, di tenere sempre accesa la fiammella dell’impegno per la causa della Pace senza la quale non è possibile pianificare un futuro stabile e la convivenza pacifica.
Sabato 6 Luglio, presso il Presidio permanente di Pace e di Nonviolenza in Alife, dove si erge l’Albero della Pace e i monumenti vivi della memoria, la comunità indiana residente nel territorio, su invito del Movimento Internazionale per la Pace, si è riunita per lanciare un messaggio di solidarietà e di condanna per quanto accaduto a Latina.
Nella mattinata dello stesso giorno infatti, si è tenuta una manifestazione indetta dai sindacati con l’intervento di Maurizio Landini segretario nazionale della CGIL per chiedere di fermare un sistema che sfrutta e uccide.
Landini ha ricordato che in Italia sono 3 milioni i braccianti costretti a lavorare in nero. Poi ha ricordato che “uno dei problemi del nostro Paese si chiama Bossi-Fini, è una legge assurda che va cancellata”.
Era il 17 giugno scorso, quando si consumò l’orrore ai danni di un bracciante indiano, Satnam Singh, che a seguito di un incidente sul luogo di lavoro perse il braccio e fu abbandonato in fin di vita davanti casa accanto a una cassetta da frutta dove fu gettato il braccio reciso. Il soccorso immediato avrebbe potuto salvargli la vita. Ma nulla accadde di tutto ciò, il povero bracciante morì nell’indifferenza del proprio datore di lavoro.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha condannato il mancato soccorso al bracciante agricolo, evidenziando che lo sfruttamento del lavoro “va ovunque contrastato, eliminato totalmente e sanzionato”, poi ha ricordato che il volontariato, nelle sue diverse forme, è orgoglio del nostro Paese.
Trasmette energia preziosa. I valori che esprime sono parte della cultura, e dell’identità stessa, del popolo italiano.
Questo è il carattere dell’Italia, in conformità alla sua storia, un Paese di grande civiltà. La Presidente del Movimento per la Pace Agnese Ginocchio ha condannato la morte disumana del bracciante e ha ricordato che la nostra Costituzione come la Carta dei Diritti umani affermano che tutti gli uomini sono eguali e vanno rispettati indipendentemente dalla provenienza e dal colore della pelle, l’identita del nostro paese c si fonda sulla solidarietà e sull’accoglienza.
I datori di lavoro devono rispettare i propri dipendenti e trattarli con dignità e rispetto, non esistono cittadini di serie A e di serie B, ogni uomo rappresenta una risorsa unica.
Il nostro paese con il calo delle nascite si salva proprio grazie al fenomeno migrazione. Poi ha ricordato che anche l’Italia a causa della guerra, fu colpita dalla piaga della fame e della povertà e che a motivo di ciò gli italiani furono costretti a immigrare.
“I nostri genitori, i nostri nonni sono stati tutti immigrati in paese straniero, non si riesce a capire come mai dopo tanta sofferenza vissuta sulla propria pelle oggi si dimentica con tanta superficialità il passato ritornando a vivere con una mentalità egoista e di prevaricazione sull’altro. Come se il passato non ci avesse insegnato nulla. Tutto quello che oggi accade, ogni ingiustizia, ogni forma di sfruttamento e di caporalato che ancora non si riescono a debellare, è per l’assenza di Pace, valore madre” .
Poi ha declamato alcuni passaggi della relazione del medico legale, riguardo la vicenda del povero bracciante indiano.
“Il soccorso immediato non soltanto avrebbe consentito di tentare una ricostruzione dell’arto ma soprattutto di salvare la vita al soggetto che ha riportato l’amputazione”. Cosa che invece non è stata fatta, il povero Satnam trattato come “cosa da buttare”.
Per quanto accaduto il rappresentante della comunità indiana ha espresso dolore e sofferenza, ha ricordato che il lavoro dei braccianti è molto duro e che anche loro sono esseri umani esattamente come noi.
Un’altra rappresentante indiana con commozione e dolore per quanto accaduto a un loro fratello ha auspicato che ciò non più accada perché è inconcepibile non portare rispetto verso il proprio prossimo “Siamo tutti esseri umani”, ha ricordato.
Della comunità indiana sono stati presenti: Kuman Deepak, Natm Som, Inderpal Singh, Simranjjt Singh, YuuraJ Singh, Kamalvir Kaur, Harnadar Kaur,Manjjnder Singh, Parmitt Singh, Prabjot Singh, Kamaljit Kaur Romjjt Remi, Baby Rani, Sandeep Kaur.
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(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
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