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Attualità

“L’affettività in carcere alla luce della sentenza della Corte Costituzionale 10/2024”,

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Uno spazio e una speranza di futuro

Così si può sintetizzare il messaggio politico del convegno “L’affettività in carcere alla luce della sentenza della Corte Costituzionale 10/2024, svoltosi il 25 giugno a Firenze, per iniziativa del Garante dei diritti dei detenuti e del Consiglio Regionale.

La premessa: comprendere appieno il significato politico istituzionale del pronunciamento della Corte a favore del diritto alla sessualità e affettività in carcere e promuovere su questo la consapevolezza pubblica costituisce la giusta cornice culturale per rendere effettiva nel concreto la fruizione del nuovo diritto da parte del detenuto e della detenuta.

La lunghezza del tragitto che ha portato alla sentenza va valutata non solo in termini di resistenze politiche-culturali, ma soprattutto in rapporto al valore e alla novità del tema sollevato. Perciò la sentenza segna un passo avanti su tutta la tematica del carcere e diritti.

Il tema: Uno “spazio per sé, uno spazio per relazionarmi all’altro/altra, uno spazio di espressione di sé come essere sessuato che si nutre di legami emotivi con l’altro/a”. Attraverso l’eliminazione della sorveglianza visiva continua, si realizza il diritto all’intimità, che contiene al suo interno la manifestazione della sessualità e dell’affettività. Si realizza così l’importante riconoscimento del “corpo vivente e pensante”: l’elemento fondamentale di umanità che dà conto dell’individualità di ogni essere umano e quindi dell’essere persona nella sua dignità. In quanto elemento fondante di umanità, non può dividere, ma deve unire chi sta “dentro le mura” e chi sta fuori.

La cornice costituzionale: Il diritto all’intimità quale diritto fondamentale che attiene alla dignità umana ci rinvia al principio costituzionale secondo cui la soppressione della libertà di movimento della detenzione non elimina gli altri diritti fondamentali. Il riconoscimento di un diritto così cruciale come quello all’intimità deve spingere in avanti la consapevolezza sociale sul principio costituzionale generale. Deve vivere nella mente di chi concretamente gestisce la privazione della libertà, deve vivere nel dibattito pubblico tutte le volte che si affronta il tema carcere.

La sentenza 10/2024 come nuova modalità di intervento della Corte: la sentenza non solo elimina un dispositivo, ma detta le regole per permettere l’esercizio dei colloqui intimi: è perciò auto-applicativa, senza attendere l’intervento del legislatore.

La ricerca sugli spazi nelle carceri toscane: la ricerca promossa dal Garante e condotta dalla Fondazione Michelucci suggerisce una prospettiva di intervento, oltre la ricerca puntuale di spazi fisici. La piena comprensione del significato del diritto all’intimità conduce a riqualificare l’intero arco degli spazi, tempi, modalità di sviluppo delle relazioni del detenuto/a, all’interno del quale si inseriranno “normalmente” i nuovi spazi di intimità domestica.

Il dibattito al convegno: link alla pagina youtube del garante: https://www.youtube.com/watch?v=HjPVIdQqDe8

La registrazione del convegno “L’affettività in carcere alla luce della sentenza della Corte Costituzionale 10/2024, svoltosi il 25 giugno a Firenze, per iniziativa del Garante dei diritti dei detenuti e del Consiglio Regionale.

Mantovano nega l’efficacia della Riduzione del Danno, insorge la Società Civile

23 associazioni impegnate nella riforma delle politiche sulle droghe e nella riduzione del danno lanciano un appello alle forze politiche e sociali sui gravi rischi di rilancio della guerra alla droga

Hanno suscitato clamore le parole del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle politiche antidroga, Alfredo Mantovano, nella prefazione all’ultima edizione della relazione del Governo sulle Tossicodipendenze. L’On. Mantovano, infatti, ha proclamato “il fallimento di politiche rinunciatarie, riassunte nella politica della Riduzione del Danno”.La Società civile impegnata nella riforma delle politiche sulle droghe e che conosce l’importanza delle azioni di riduzione del danno ha risposto compatta, lanciando un appello contro i rischi di rilancio “tutto ideologico” della guerra alla droga.

Il testo, disponibile su Fuoriluogo.it, ribadisce non solo l’efficacia delle politiche di Riduzione del Danno (RdD) nel prevenire overdose e migliorare la salute delle persone che usano sostanze, ma ricostruisce anche il percorso che negli ultimi 40 anni ha portato le massime istituzioni mondiali ed europee a ritenerle strategiche per affrontare stili e modelli emergenti di consumo di droghe non affrontabili oggi con l’impianto dei servizi previsto nel nostro paese dal Testo Unico sulle droghe del 1990.

Per interventi di Riduzione del Danno si intendono quei servizi che “in una logica non stigmatizzante di tutela e promozione della salute, spaziano dalla prevenzione dell’overdose e delle patologie infettive, al sostegno delle competenze di conoscenza e gestione dei rischi, alla limitazione dei danni, al drug checking (analisi delle sostanze), sino all’offerta a bassa soglia di servizi di cura delle persone che vivono per strada.” Interventi che – denunciano i promotori – pur essendo previsti nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) non sono però presenti in pianta stabile nei servizi per le dipendenze e sono diffusi a macchia di leopardo, prevalentemente nel Nord d’Italia.

Contro il rilancio della strategia della “guerra alla droga” del Governo Meloni è quindi necessario, si legge nell’appello, “aprire processi di pacificazione, di innovazione e cambiamento nelle politiche sulle droghe spostando l’orizzonte dalla repressione penale al governo regolazione sociale del fenomeno, a partire dall’attuazione di normative innovative come i LEA RdD creando coalizioni permanenti tra i diversi attori, politici, sindacali, sociali e istituzionali per costruire insieme iniziative efficaci e diffuse”.

L’appello è stato sinora sottoscritto da Forum Droghe, Antigone, CNCA, A Buon Diritto, LILA, ITARDD, Associazione Luca Coscioni, la Società della Ragione, ITANPUD, Isola di Arran, CGIL, LegacoopSociali, ARCI, Meglio Legale, Associazione PLUS APS, Associazione ASA ODV, Associazione NPS (Network Persone Sieropositive) APS, Associazione I ragazzi della Panchina, Circolo Cultura Omosessuale Mario Mieli, Associazione NADIR, Associazione ARCIGAY, Arcobaleno AIDS ODV, FONDAZIONE Gruppo Abele, Associazione Milano Check Point.

Per adesioni si può scrivere a segreteria@forumdroghe.it.

Conferenza stampa di presentazione del Libro Bianco sulle droghe

Sostegni vitali e aiuto al suicidio, l’ingiusta disparità fra pazienti

Grazia Zuffa presenta l’Amicus Curiae sul fine vita per la rubrica di Fuoriluogo su il manifesto del 12 giugno 2024. Leggi tutto.

Suicidio assistito legale, i requisiti irragionevoli: non puoi morire perché (forse) non hai sofferto abbastanza

La Corte costituzionale è chiamata dal Gip di Firenze a valutare se ciò è irragionevole e discriminatorio, negando ai malati la libertà di scelta se non hanno percorso tutte le tappe del loro calvario. Leggi tutto.

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(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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