Genova, revocati i domiciliari a Cozzani. Ma l’uomo di Toti non è (ancora) libero/ convertendo la misura cautelare in quella, più lieve, dell’obbligo di dimora nel capoluogo regionale, con il divieto di uscire di casa dalle 19 alle 8 e l’obbligo di presentarsi alla polizia per tre volte alla settimana.
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L’INCHIESTA
Genova, revocati i domiciliari a Cozzani. Ma l’uomo di Toti non è (ancora) libero
30 GIUGNO 2024
Il gip di Genova ha revocato gli arresti domiciliari a Matteo Cozzani, potente ex capo di gabinetto di Giovanni Toti, arrestato il 7 maggio scorso insieme al governatore ligure con le accuse di corruzione e corruzione elettorale (quest’ultima con aggravante mafiosa). La giudice Paola Faggioni ha accolto l’istanza della difesa convertendo la misura cautelare in quella, più lieve, dell’obbligo di dimora nel capoluogo regionale, con il divieto di uscire di casa dalle 19 alle 8 e l’obbligo di presentarsi alla polizia per tre volte alla settimana: prescrizioni, si legge nell’ordinanza, che “consentono di mantenere un adeguato controllo sul comportamento dell’indagato”. Secondo la Procura, durante la campagna elettorale per le Regionali del 2020 Cozzani – su mandato di Toti – ha promesso posti di lavoro in cambio di voti alla comunità originaria di Riesi (Caltanissetta) residente nel quartiere genovese di Certosa, rafforzando così il potere del clan Cammarata appartenente a Cosa nostra. Nel motivare la decisione, la gip attribuisce un peso decisivo alla scelta di Cozzani di dimettersi – già all’indomani degli arresti – dal ruolo di capo di gabinetto: “Pur a fronte della rilevante gravità delle condotte, il comportamento serbato dall’indagato (…) e, in particolare, le intervenute formali dimissioni dall’incarico costituiscono elementi che fanno ragionevolmente ritenere che le esigenze cautelari, sia pure ancora presenti, si siano ridimensionate”. Il braccio destro di Toti resterà però (almeno per ora) ai domiciliari, perché sottoposto a un’altra misura cautelare disposta dal gip di La Spezia nell’ambito di un procedimento parallelo per corruzione relativo ad appalti pubblici a Portovenere, comune di cui è stato sindaco fino al 2023. In particolare, secondo l’accusa, da primo cittadino si era impegnato “per agevolare in ogni modo la realizzazione di uno stabilimento balneare” di lusso su un’ex cava sull’isola Palmaria, paradiso naturale tutelato dall’Unesco, in cambio di varie utilità ricevute dagli imprenditori del mattone milanesi Raffaele e Mirko Paletti, tra cui numerose ospitate al “Grand Hotel” di loro proprietà per l’entourage di Toti. L’avvocato di Cozzani, Massimo Ceresa Gastaldo, presenterà però a breve istanza di revoca o di attenuazione anche della misura spezzina, che dopo la decisione genovese ha ottime probabilità di essere accolta.
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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