DE LUCA AD OLTRANZA VERSO IL TERZO MANDATO?
E scoppia la tregua tra la segretaria dem e il nemico De Luca
I CACICCHI “INTOCCABILI” – Non c’è stato un congresso, né per sancire che De Luca ha ancora saldamente le mani sul Pd campano
Di certo, quasi un anno e mezzo dopo, è tutto fermo: non c’è stato un congresso, né per sancire che De Luca ha ancora saldamente le mani sul Pd campano, né per evidenziare che, viceversa, quello lo ha abbandonato. Entro ottobre si farà, assicurano nei corridoi del Nazareno. Ma intanto, la segretaria ha accettato di mettere in lista Lello Topo, candidato deluchiano per eccellenza. Lui la sua corsa l’ha vinta prendendo 127.788 voti. Ma non è riuscito nella battaglia ombra: quella di far fuori Sandro Ruotolo, che, in quanto membro della segreteria dem, era lo scalpo da ottenere per far capire alla Schlein chi comanda. Con 113.732 preferenze, il biglietto per Strasburgo l’ha strappato anche lui, nonostante le intimidazioni fatte dai deluchiani agli amministratori pronti a sostenerlo.
Schlein è andata a Napoli venerdì, per un evento prima del Pride, insieme al sindaco, Gaetano Manfredi e a Giuseppe Conte. A chi le ha chiesto se fosse scoppiata la pace con De Luca, nel nome della battaglia contro l’Autonomia, ha detto che per portarla avanti serve il contributo di tutti. Ma si è ben guardata dall’incontrare De Luca. Manfredi in questo momento è il suo principale nemico: ci sono dietro le risorse di oltre un miliardo prese dal Fondo di coesione europeo e messe su Bagnoli. De Luca le rivendicava per la Regione. Manfredi è uno dei nomi che tornano – con quello di Roberto Fico – per la presidenza della Regione.
Lo sceriffo, però, ha le armi piuttosto spuntate: la legge nazionale per un terzo mandato non si farà mai e quella regionale sarebbe a fortissimo rischio ricorso. Dunque, in questa fase appare dialogante: alla manifestazione di Santi Apostoli è entrato accompagnato dal figlio Piero. Uno che dalla Schlein delle cose per sé le vuole (e le può) ottenere. Il padre, dal canto suo, non ha neanche rivendicato troppo la paternità della mobilitazione contro la riforma. Ma per la resa,il presidente ha bisogno di una promessa, di qualcosa per sé anche per lui.
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)