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VOTI COMPRATI PER GLI APPALTI

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La Procura di Caserta ha richiesto l’arresto dell’imprenditore Raffaele Nunziante, coinvolto in un’inchiesta sugli appalti pubblici nella città campana. Nonostante il giudice per le indagini preliminari (gip) abbia respinto la richiesta di custodia cautelare in carcere, i pubblici ministeri Armando Bosso e Giacomo Urbano hanno presentato ricorso al Tribunale del Riesame, il cui esito potrebbe essere deciso nei prossimi giorni.

 

Le Accuse e l’Inchiesta

Raffaele Nunziante, 31 anni, è indagato a piede libero con l’accusa di aver comprato voti a 50 euro ciascuno per favorire l’elezione di Massimiliano Marzo, poi nominato assessore con delega ai Lavori Pubblici. Dopo l’elezione, Nunziante ha costituito nel marzo 2022 una società, la Green Aedilis, con sede a Formia, specializzata in manutenzione del verde pubblico. Soltanto tre mesi dopo la sua nascita, la società ha ottenuto appalti dal Comune di Caserta per la manutenzione del verde nelle scuole e la potatura delle palme di viale Medaglie d’Oro.

 

Il Rigetto del Gip

Il gip Daniela Vecchiarelli, nel rigettare la richiesta di arresto, ha riconosciuto l’esistenza di una compravendita di voti, definendola “deprecabile” e finalizzata a ottenere vantaggi illeciti. Tuttavia, ha giudicato insufficiente la prova di un patto corruttivo tra Nunziante e Massimiliano Marzo, descrivendolo come “semplicemente dedotto e presunto” e non supportato da gravi indizi.

 

Il Ricorso al Riesame

Nonostante il giudizio del gip, i pubblici ministeri non si sono arresi e hanno impugnato il rigetto della misura cautelare, chiedendo nuovamente l’arresto di Nunziante. L’udienza al Tribunale del Riesame è prevista nei prossimi giorni, e potrebbe portare a un ribaltamento della decisione iniziale.

 

Gli Altri Indagati

Parallelamente, si attendono gli esiti dei primi due ricorsi al Riesame presentati dagli indagati agli arresti domiciliari: Franco Biondi, dirigente, e Gioacchino Rivetti, imprenditore. I loro difensori, Giuseppe Stellato, Luca Tornatora e Vittorio Giaquinto, hanno discusso i ricorsi davanti alla dodicesima sezione del Tribunale della Libertà di Napoli. I giudici si sono riservati di decidere, lasciando in sospeso le sorti dei due indagati.

In attesa delle prossime udienze, l’inchiesta continua a destare grande attenzione, sottolineando le gravi implicazioni di una presunta corruzione che coinvolge la sfera pubblica e privata a Caserta.

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