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“Un’esclusione troppo vistosa per non essere un atto deliberato”:in una lettera aperta tutto il disagio degli scrittori verso il palese dispotismo di certa politica

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Un’iniziativa che, fra poche a cui assistiamo negli ultimi tempi, fornisce respiro alla salute precaria della nostra cultura democratica. Ci riferiamo alla lettera aperta di oltre 40 tra scrittori e scrittrici che, citando il caso-Saviano, si rivolgono al direttore della Frankfurter Buchmesse Jürgen Boos e al presidente dell’AIE Innocenzo Cipolletta, esprimendo preoccupazione e “disagio” per una “volontà esplicita di ingerenza sempre più soffocante della politica negli spazi della cultura”. Ricordiamo che Saviano era stato escluso dalla delegazione italiana alla Fiera del libro di Francoforte 2024, con una discutibile giustificazione da parte del commissario governativo Giuliano Mazza e un invito in extremis dell’autore da parte degli stessi librai tedeschi. Ci appare dunque la lettera estremamente foriera della necessità davvero urgente che le coscienze di tutti siano sferzate con decisione per un risveglio dalla narcosi collettiva imposta da un potere mediatico onnivoro. Tra tutte le cose preziose che Pasolini ci ha consegnato, questa brilla nella sua disincantata attualità odierna: il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono in Italia due cose inconciliabili. La lettera che pubblichiamo di seguito ci sembra un atto invece che si contrappone con piglio a quel “tradimento dei chierici” che condanna il Paese ad una omologazione avvilente e letale e innescando favorevolmente un grido di allarme nel contesto europeo.

 

Gentile Direttore della Frankfurter Buchmesse Jürgen Boos,Gentile Presidente dell’AIE Innocenzo Cipolletta,

Siamo felici e onorati che l’Italia sia il paese ospite della Buchmesse 2024. Come scrittrici e scrittori, conosciamo bene l’importanza unica di questa occasione, che non si presentava all’Italia da decenni e non si ripresenterà per chissà quanto tempo. L’abbiamo attesa con trepidazione.È proprio la consapevolezza di questa importanza che ci porta oggi a scrivervi per manifestare la nostra preoccupazione.Ognuno di noi avrebbe desiderato, durante la permanenza a Francoforte, di interagire con i protagonisti e le protagoniste dell’editoria tedesca e non solo, con i nostri colleghi europei e internazionali, in un momento storico in cui abbiamo più bisogno che mai di sentirci appartenenti a una cultura unica. Invece, l’Italia sarà presente alla Buchmesse in modo insulare, tramite un programma di duetti fra autori italiani, un’anomalia che sappiamo avere pochi precedenti nella storia dei paesi ospiti e che denota una mancanza grave di strategia culturale ed editoriale da parte della commissione straordinaria incaricata in Italia. Solo l’iniziativa dei singoli autori e dei loro editori tedeschi permetterà di ovviare almeno in parte a questa impostazione sconsiderata.Caro Direttore, caro Presidente, avrete seguito il dibattito scaturito dalla conferenza stampa, quando molti di noi sono venuti a conoscenza dell’esclusione di Roberto Saviano dalla delegazione italiana. Un’esclusione troppo vistosa per non essere un atto deliberato. Il commissario Mazza ha fornito una risposta che ha lasciato molti di noi indignati, tanto che alcuni invitati hanno deciso di non partecipare alla delegazione. Il tentativo maldestro di spiegare l’esclusione con motivazioni burocratiche non ha fatto che avvilirci ulteriormente. Sebbene la Buchmesse abbia reagito subito invitando Saviano, il vulnus è stato profondo per molti di noi, e rimane.Da quel momento abbiamo avviato un processo di discussione collettiva, a cui hanno partecipato molte e molti dei delegati italiani insieme ad altri colleghi, un processo inusuale per scrittori e scrittrici, l’esito del quale è anzitutto questa lettera che vi rivolgiamo.Ciò che vorremmo fosse manifesto è che «l’incidente Saviano alla Buchmesse» non è un evento isolato in Italia. S’inscrive in una sequenza di prevaricazioni, di forme e gravità diverse, alle quali assistiamo negli ultimi due anni e delle quali spesso siamo l’oggetto, eventi singoli che mostrano una volontà esplicita di ingerenza sempre più soffocante della politica negli spazi della cultura. Tale ingerenza si esplica non solo nell’occupazione sistematica di ogni ruolo decisionale nella cultura secondo criteri di fedeltà politica, ma anche in forme più o meno esplicite di censura, in attacchi personali volti al discredito e in un uso spregiudicato delle querele ai danni di scrittori, giornalisti e intellettuali da parte di chi occupa posizioni di potere.Tutto questo, pensiamo, è inaccettabile all’interno dell’Europa in cui crediamo. Ed è inconciliabile con un’espressione sana della democrazia.L’esito delle ultime elezioni europee ha aggiunto a queste considerazioni sull’amara condizione della cultura italiana un senso di inquietudine per ciò che potrebbe accadere in futuro in altri paesi. E ci spinge a condividere con voi – e tramite voi con tutta la comunità di autori e lettori, con tutto il mondo editoriale – il nostro disagio. Per questo, siamo qui a chiedere la possibilità di un momento di incontro pubblico con scrittori e scrittrici tedeschi, e più in generale internazionali, durante la Buchmesse 2024, nel quale discutere proprio di questi argomenti, al di fuori degli spazi limitati che sono stati disegnati dalla commissione italiana per noi.

Cordialmente,

Viola Ardone,Silvia Avallone, Andrea Bajani,Marco Balzano, Guido Barbujani, Franco Buffoni, Giulia Caminito, Olga Campofreda, Teresa Ciabatti, Mauro Covacich, Maurizio De Giovanni, Mario Desiati, Donatella Di Pietrantonio, Nicola La gioia e altri

 

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