Misoneista / Che odia le novità «Misoneista io? Credo solo che il pomodoro sia un ingrediente nuovo ed esotico, e che sarebbe stato meglio se fosse rimasto in America.»
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Misoneista
mi-so-ne-ì-sta
SIGNIFICATO Che odia le novità
ETIMOLOGIA da misoneismo, composto dal primo elemento miso- che indica avversione (dal greco mîsos ‘odio’) e dalla voce greca néos ‘nuovo’.
- «Misoneista io? Credo solo che il pomodoro sia un ingrediente nuovo ed esotico, e che sarebbe stato meglio se fosse rimasto in America.»
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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C’è gente importante che si aggira da queste parti, gente con nomi grandi e molto interessanti, gente che guarda indietro e vede qualcosa che apprezza di più rispetto a ciò che vede quando guarda avanti — fatto da cui scaturiscono sentimenti diversi. Ecco, qui non c’è persona più schietta del misoneista, pane al pane, anche se i suoi panni greci lo rendono particolarmente distinto.
In questa squadra anti-progressista possiamo trovare il conservatore, con una sobria e attenta dignità di respiro politico, possiamo incontrare il retrogrado, che rema indietro mentre tutto va avanti; possiamo imbatterci nel tifo appassionato del passatista, e naturalmente non può mancare il nostalgico, che annusa violette pensando ai bei tempi. C’è anche il retrivo, anche se forse si accompagna più volentieri a reazionari, codini e parrucconi, che comunque non bazzicano lontano.
Notiamo bene che cosa tende ad accomunarli: la loro attenzione si concentra e quasi accoccola su ciò che fu. Il misoneista invece, tutt’altra pasta: ha un coraggio ardente e sfacciato. Volge il viso avanti, verso il nuovo, e lo odia.
La parola è grecissima ma relativamente nuova, di fine Ottocento inizio Novecento, ed è costruita proprio a piombo, col connubio di due begli elementi: il primo è un derivato di mîsos, cioè ‘odio’ (lo stesso di ‘misoginia’, odio verso le donne), il secondo è un derivato del familiarissimo néos, ‘nuovo’.
Ora, si fa presto a parlare di ‘odio’: in questo caso possiamo forse stemperarlo in avversione, magari anche in diffidenza — difficile che sia qualcosa di tanto romantico e viscerale come l’odio puro, facile che sia un sospetto innato che viene coltivato.
Così non parlo solo del vicino di casa misoneista che usa il telefono a disco, tiene le provviste nella ghiacciaia e si muove solo col suo trattore del ‘35, con sprezzo e astio per tutto ciò che non c’era già nella casa del bisnonno; posso anche raccontare del vago misoneismo della mamma che non si fida di avere la banca sul telefono, del misoneismo di un ‘abbiamo sempre fatto così’ che tuona nel consiglio, del misoneismo di una strategia che dileggia possibilità inedite.
Così quelle qualità volte indietro trovano un’espressione in avanti — un’espressione intensa, che si fa notare come ogni grecismo forte, e che però si conserva fine, e forse anche meno tagliente di tanti sinonimi.