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di Ilaria Dioguardi
vita.it, 21 giugno 2024 Dopo i quattro detenuti che si sono tolti la vita dello scorso weekend – 44 dall’inizio dell’anno – Ornella Favero, presidente Conferenza nazionale volontariato giustizia, racconta le difficoltà frapposte al lavoro delle associazioni. “Due circolari dell’ultimo anno rendono tutto più difficile: ci vogliono anche mesi per avere un’autorizzazione, mentre prima si aspettava qualche giorno”. E confessa la sua preoccupazione per l’estate alle porte col sovraffollamento a livelli altissimi.

di Valentina Stella
Il Dubbio, 21 giugno 2024 “Oggi (ieri, ndr) il Decreto legge sulla liberazione anticipata arriverà in Consiglio dei ministri”: il guardasigilli Carlo Nordio ne aveva parlato ieri in un’intervista al Sole 24 Ore. Alle 13 però arriva l’Ordine del giorno e non c’è traccia del provvedimento. All’ultimo momento sono cambiati i piani. Fonti ministeriali hanno spiegato che il problema è stato di natura strettamente tecnica: mancava il completamento di una parte dell’articolato. È per questo, dunque, che il decreto è stato espunto all’ultimo momento dal “programma” della seduta a Palazzo Chigi, comunicato alla stampa con un certo ritardo rispetto al solito.

di Federica Olivo
huffingtonpost.it, 21 giugno 2024 Il Guardasigilli annuncia il decreto Carceri nel Consiglio dei ministri di ieri, ma la norma slitta. Perplesso chi segue il dossier: “Mancano almeno due settimane prima che sia pronto”. Poi la pezza: “Rinvio per arricchire il testo”. L’annuncio fatto dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sulle colonne del Sole 24 Ore, aveva quasi scosso la rassegnazione degli addetti ai lavori. “Pensavamo di sognare”, commenta, con ironia, Gennarino De Fazio, segretario della Uilpa Polizia penitenziaria. Peccato che l’annuncio di Nordio fosse infondato: come ci confermano più fonti, nessun decreto sulla giustizia, tantomeno sulle carceri, sarà sul tavolo dei ministri. Né oggi né, a quanto apprendiamo, la prossima settimana.

di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 21 giugno 2024 Aspettando il decreto carcere non si ferma la strage nei penitenziari italiani. Ieri il numero dei suicidi in cella è arrivato a 45 (46 se si comprende il migrante che si è impiccato al Cpr di Ponte Galeria). Questa volta è accaduto a Novara dove ieri mattina, intorno alle 11.30, gli agenti della penitenziaria hanno trovato un detenuto, di appena 20 anni, morto impiccato nella sua cella. Subito è scattato l’allarme, ma per il giovane non c’era più nulla da fare. Era in carcere per reati di droga e contro il patrimonio. Non è nemmeno certo che fosse algerino. Il garante del Piemonte Bruno Mellano ha spiegato all’Agi che al momento la sua nazionalità è dubbia “perché non sono stati trovati suoi familiari o conoscenti” in grado di confermare le sue origini.

di Mario Iannucci, Gemma Brandi* e Angelo Parolari**
L’Adige, 21 giugno 2024 Ieri, da diversi quotidiani nazionali, abbiamo appreso che, nelle carceri italiane, si sono suicidati quattro detenuti in poco più di 24 ore. L’ultimo è riuscito ad impiccarsi nel “reparto di assistenza intensificata” del carcere di Bancali a Sassari. Gli altri tre si sono tolti la vita ad Ariano Irpino, a Biella e a Teramo. Qualsiasi operatore sanitario che intendesse sorvolare sul carattere drammatico di tali notizie, dimostrerebbe un livello preoccupante di inciviltà e di cinismo. 44 nei primi 168 giorni dell’anno vuol dire che, se continuerà questo trend, avremo 95 suicidi in carcere in fondo all’anno: sarebbe un ulteriore record rispetto a quello precedente del 2022, quando si registrarono 85 suicidi.

di Pietro Pellegrini*
quotidianosanita.it, 21 giugno 2024 Da notizie di stampa si apprende che il governo sarebbe in procinto di adottare un provvedimento sulle REMS. Qualche tempo fa nella prima bozza del provvedimento sulle liste di attesa vi era lo stanziamento di 40 milioni di Euro per la realizzazione di nuove REMS o la manutenzione di quelle esistenti. Disposizione poi scomparsa nelle versioni approvate. Una decisione opportuna visto che ogni proposta dovrebbe essere sostenuta da un’analisi e da un piano complessivo relativo al tema delle persone autrici di reato, prosciolte o condannate.

di Claudia Fusani
notizie.tiscali.it, 21 giugno 2024 Nordio aveva annunciato ieri mattina il pacchetto scuota carceri per alleggerire la pressione sui penitenziari dove sono ormai 46 i suicidi e 56 le “altre” morti. Ma il pacchetto non è mai arrivato in Consiglio dei ministri. Stop di Lega e Fratelli d’Italia. Sulla tragedia del bracciante agricolo indiano lasciato morire a Latina, scoppia anche un caso Rai. Pietà per i morti di cui tutti possono conoscere la storia. Rinvii e indifferenza per i morituri ristretti in celle bollenti, affollate, senza più speranza, ridotti a statistiche e percentuali. Sono le due facce dello stesso governo.

di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 21 giugno 2024 Boom di ingressi negli IPM: + 61,4 per cento. ma i reati tra i ragazzi calano del 4,15. “Non c’è stato alcun effetto deterrente con il decreto Caivano” in relazione alla criminalità minorile, “anzi in molte realtà”, negli istituti di pena per i minorenni, “si registra sovraffollamento e sovraccarico di lavoro per gli educatori”. A lanciare l’allarme è l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti, che ieri ha presentato la sua relazione annuale al Parlamento, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del presidente della Camera Lorenzo Fontana.

di Manuela Perrone
Il Sole 24 Ore, 21 giugno 2024 Proseguito il voto nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia di Montecitorio. Nodo emendamenti leghisti, si riprende martedì. Le commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera sono andate veloci da martedì a giovedì nelle votazioni sugli oltre 300 emendamenti presentati al disegno di legge sulla sicurezza: 29 articoli che spaziano dalla tutela delle forze di polizia e delle forze armate alla liberalizzazione, per gli agenti, della detenzione di armi private senza licenza, dal terrorismo alle rivolte nelle carceri e nei centri per i migranti, dalla stretta contro borseggi e accattonaggio ai tutor per le vittime di usura.

di Francesco Machina Grifeo
Il Sole 24 Ore, 21 giugno 2024 Modificati il codice penale e il codice di procedura penale. Tra le misure introdotte c’è anche l’inasprimento delle pene per i reati informatici e l’obbligo per le amministrazioni di segnalare, entro 24 ore, gli attacchi e di avere un responsabile della cybersicurezza. Con 80 voti favorevoli, 3 contrari e 57 astensioni l’aula del Senato ha approvato ieri il disegno di legge di iniziativa governativa per il rafforzamento della cybersicurezza nazionale. Dopo l’ok della Camera di un mese fa, il testo diventa ora legge. Come annunciato in aula poco prima, i gruppi di M5s, Pd, Italia viva e Azione si sono astenuti mentre Avs ha votato contro il provvedimento.

di Mauro Bazzucchi
Il Dubbio, 21 giugno 2024 Al Senato il dibattito sulla presunzione d’innocenza organizzato dal presidente della Commissione Affari costituzionali Balboni, con Sisto, Violante, Alpa e Gagliano. Contemperare il diritto di cronaca con la presunzione di non colpevolezza, ma soprattutto tutelare il diritto alla reputazione in un contesto in cui, a dispetto dei richiami reiterati lanciati su questo tema dall’Ue all’Italia, il nostro Paese continua a zoppicare. Un problema, però, che non si limita al processo mediatico, ma investe anche quello del dibattimento vero e proprio.

di Valentina Stella
Il Dubbio, 21 giugno 2024 Ultimo confronto della settimana sul ddl costituzionale di riforma della giustizia. Oggi intervistiamo Giuseppe Tango, presidente della giunta dell’Anm di Palermo ed esponente di Mi.

di Francesco Machina Grifeo
Il Sole 24 Ore, 21 giugno 2024 Lo ha stabilito la Corte di cassazione, con la sentenza n. 24370 depositata oggi, affermando che, per via della assenza di attività processuale, la pubblica accusa non aveva possibilità di assumere l’iniziativa necessaria per adeguare l’imputazione alle nuove regole. La stretta della riforma Cartabia sui reati a procedibilità d’ufficio, con il conseguente proscioglimento in assenza di querela, non può applicarsi al caso in cui la contestazione dell’aggravante da parte del Pm (che rende il reato ancora procedibile d’ufficio) sia avvenuta a cavallo dell’entrata in vigore della riforma ed in particolare in un periodo di stasi giurisdizionale a cause dei diversi rinvii disposti dal giudice.

di Marco Benvenuti
La Stampa, 21 giugno 2024 Avrebbe compiuto 20 anni a fine mese e finito di scontare la pena in agosto. Da inizio anno 44 detenuti si sono tolti la vita. Alì non aveva ancora vent’anni. Li avrebbe compiuti fra pochi giorni, il 30 giugno. Non ce l’ha fatta a festeggiare. Nemmeno la prospettiva di uscire e rifarsi una vita – avrebbe finito di scontare la sua pena il 17 agosto – ha fatto da contrappeso allo sconforto, al disagio, alle incertezze legate al futuro, al suo nuovo futuro. Ieri mattina Alì ha deciso di togliersi la vita nel carcere di via Sforzesca a Novara. È il suicidio numero 44 dall’inizio dell’anno negli istituti di pena del nostro Paese. Il giovane, pare di origine algerina (ma non vi è la certezza) si è impiccato nella sua cella.

di Lorenzo Sivilli
ansa.it, 21 giugno 2024 La storia di Giacomo, tra comunità e istituti penitenziari. In carcere a 21 anni, l’unico posto in cui non sarebbe mai dovuto stare. Giacomo era rinchiuso tra le mura di San Vittore, a Milano, quando si è tolto la vita. Soffriva di un disturbo borderline di personalità, una condizione psichica ritenuta incompatibile con il carcere. Nonostante questo, Giacomo è morto in un istituto penitenziario il 31 maggio 2022, dove si trovava dopo l’arresto per un piccolo furto. Su proposta dell’avvocato, con l’appoggio dei genitori, il 21enne aveva ottenuto la disposizione per essere trasferito in una Rems, una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza che, dal 2014, sostituiscono gli ospedali psichiatrici giudiziari. Anche dopo il via libera, però, Giacomo era ancora a San Vittore, in cui è rimasto per nove mesi.

di Chiara Spagnolo
La Repubblica, 21 giugno 2024 La sentenza che condanna 9 agenti di Polizia penitenziaria per le botte a un detenuto con problemi psichici. Depositate le motivazioni della condanna. Per cinque poliziotti il reato di tortura. “L’aggressione non avvenne in un contesto di allarme”. Le pene variano da cinque anni a sei mesi. Ci fu tortura nel carcere di Bari, la notte del 27 aprile 2022, quando un detenuto 43enne con problemi psichici fu “brutalmente aggredito da alcuni agenti mentre era del tutto inerme”. Di più. Fu “tortura di Stato”, perché commessa da pubblici ufficiali con abuso dei loro poteri.

di Silvia Renda
huffingtonpost.it, 21 giugno 2024 La sua storia interroga sulla salute dei detenuti. L’ex capo della banda della Comasina è affetto da demenza senile. Antigone: “La popolazione nelle carceri è sempre più anziana e cresce quindi la domanda di salute, ma il sistema penitenziario è incapace di assolverla”. La prima volta che Renato Vallanzasca entrò in carcere, si trattava di un carcere minorile. Aveva 8 anni e insieme al fratello e a un’amica, sua futura moglie, provò a liberare gli animali di un circo. Rimase per due giorni nell’istituto Cesare Beccaria di Milano. L’ultima volta che Renato Vallanzasca commise un reato aveva 64 anni, era il 2014. Una rapina all’Esselunga, con un bottino del valore di settanta euro: due paia di boxer da uomo, cesoie e fertilizzante. Si trovava in permesso premio per tre giorni dal carcere …

di Jacopo Storni
Corriere Fiorentino, 21 giugno 2024 Don Gherardo Gambelli saluta i detenuti di Sollicciano prima di essere ordinato arcivescovo di Firenze nella cattedrale di Santa Maria del Fiore nel giorno di San Giovanni. Un saluto commosso e partecipato, quello che ieri pomeriggio si è tenuto nel penitenziario fiorentino, che ha segnato la fine del servizio tenuto da Gambelli come cappellano del carcere. Un saluto, una preghiera e la consegna ai reclusi della Bibbia. “La consegna della Bibbia – ha detto Gambelli – è un momento significativo perché la parola di Dio viene offerta come qualcosa che nutre il cammino di fede delle persone, che nella parola di Dio trovano una luce e una forza che permette loro di sostenere la prova difficile della detenzione”.

di Enrico Fiore
Corriere del Mezzogiorno, 21 giugno 2024 Il 22 maggio scorso Roberto Russo pubblicò in questo giornale un bell’articolo sulle centoquaranta detenute del carcere femminile di Pozzuoli trasferite dopo le scosse di terremoto. Un articolo bello non solo per la precisione con cui venivano esposti i dati di cronaca, ma anche e soprattutto per la partecipazione umana. La stessa partecipazione manifestava il 4 giugno Elisabetta Soglio, pubblicando nel “Corriere della Sera” la lettera ad un tempo dolente e indomita della cooperativa “Lazzarelle”, intesa ad affermare la volontà di non far morire il progetto che aveva portato avanti producendo appunto nel carcere di Pozzuoli, con quindici delle detenute regolarmente retribuite, caffè e cioccolateria di qualità.

sportesalute.eu, 21 giugno 2024 È stata presentata ieri nella sala polifunzionale della Casa circondariale di Baldenich, a Belluno, il progetto “Sport di tutti – Carceri”, che vedrà i detenuti bellunesi protagonisti di un programma di avvicinamento alla pratica degli scacchi, disciplina che, così come la vita, ha delle regole.

di Antonia Fama
collettiva.it, 21 giugno 2024 Grazie all’Associazione Dire Fare Cambiare l’iniziativa arriva anche nel carcere romano. Due concerti, l’esibizione dei detenuti cantanti e la presentazione di un libro. La Festa delle Musica arriva ogni 21 giugno, con il solstizio d’estate e festeggia quest’anno la sua trentesima edizione. Con tante novità, tra cui una particolarmente bella. Grazie all’Associazione Dire Fare Cambiare la musica risuonerà anche tra le pareti dell’Istituto Penitenziario di Rebibbia Reclusione. Si festeggerà anche qui. “Abbiamo pensato importante di promuovere una serie di attività in grado di favorire la conoscenza tra il “dentro” e il “fuori” il carcere – spiega Giulia Morello, Presidente dell’Associazione – tema sul quale come lavoriamo da diversi anni”.

di Gabriella Cantafio
vita.it, 21 giugno 2024 In un libro e in un podcast la storia del cappellano del carcere minorile Cesare Beccaria di Milano che ha realizzato la comunità Kayros. Alle porte di Milano, nel comune di Vimodrone, c’è un luogo magico in cui gli errori vengono trasformati in opportunità. A decretare il livello di difficoltà per recuperare la propria libertà sono i colori delle quattro case: arancione, giallo, azzurro e verde. Come la speranza che, oltre 20 anni fa, ha guidato Don Claudio Burgio, cappellano del carcere minorile Cesare Beccaria di Milano, verso la realizzazione della comunità Kayros, dove attualmente accoglie circa 50 ragazzi, tra i 14 e i 25 anni. Soprattutto in quest’epoca in cui la criminalità giovanile inonda le pagine di cronaca, tutti li considerano ragazzi difficili che finiscono dietro le sbarre per crimini più o meno gravi …

di Elena Rosselli
Il Fatto Quotidiano, 21 giugno 2024 “L’odio? Soltanto uno spreco di energia”. Un memoir carcerario, una riflessione politica su cosa significhi definirsi palestinese, un racconto d’amore. È tutto questo e molto altro Il racconto di un muro di Nasser Abu Srour. Pieno di riferimenti alla filosofia occidentale – Kierkegaard, Freud, Derrida solo per citarne alcuni – e al cristianesimo, è un testo denso, stratificato, estremamente coerente nella sua struttura complessiva, nonostante sia impossibile sapere come abbia fatto l’autore a scrivere e far arrivare fuori dal carcere il manoscritto, pubblicato per la prima volta nel 2022 da Dar Al Adab, un’editrice di Beirut, dopo due anni di vicende rocambolesche.

di Chiara Lalli
Il Dubbio, 21 giugno 2024 Passano ormai inosservate cose come il reato di aiuto al suicidio, vero lascito del ventennio: Alfredo rocco, 1930. È tutto fascismo. Niente lo è. Ci ho pensato tutta la mattina, mercoledì, durante l’udienza della Corte costituzionale sull’articolo 580 del codice penale (o meglio su uno dei requisiti decisi dalla sentenza 242 della Corte nel 2019; tra poco ci torno). Codice Rocco, una delle cose per cui sarebbe lecito e giusto usare quella parola lì. È un articolo che ha quasi cento anni e che punisce l’aiuto e l’istigazione al suicidio, e che mi riguarda perché rischio di essere condannata per aver accompagnato Massimiliano in Svizzera – insieme a Marco Cappato e a Felicetta Maltese.

di Gianfranco Schiavone
L’Unità, 21 giugno 2024 Nella prefazione a Chiusi dentro. I campi di confinamento dell’Europa del XXI secolo, Livio Pepino scrive: “Il concetto chiave per definire le politiche migratorie è racchiuso in un termine, solo all’apparenza opposto a quello che dà il titolo a questo volume: “fuori”. È questo il non luogo dove devono stare i migranti”.

di Angelo Mastrandrea
Il Manifesto, 21 giugno 2024 Sabato in piazza con la Flai Cgil. Elly Schlein: ci sarà anche il Pd. Il titolare dell’azienda al Tg1 rovescia le colpe sul migrante morto. La tragica morte di Satnam Singh, il giovane indiano a cui lunedì mattina un macchinario ha tranciato un braccio e schiacciato le gambe, e il mancato soccorso da parte dei suoi datori di lavoro, hanno sconvolto la comunità indiana dell’agro pontino, che conta almeno 12 mila persone. “Già nel passato ci siamo trovati a subire situazioni di particolare gravità, ma mai avremmo pensato di trovarci di fronte a un atto di questa ferocia”, ha detto ieri il presidente della comunità indiana di Latina Gurmukh Singh.

di Vittorio Alessandro*
L’Unità, 21 giugno 2024 Sono trascorsi 5 giorni, prima che la barca a vela partita dalla Turchia ricevesse soccorso nonostante fosse alla deriva. Tante barche l’hanno ignorata. Una strage figlia delle politiche anti-immigrati di questo governo. Dovremmo affrettarci a dare un nome al naufragio di quattro giorni fa al largo delle coste calabresi, perché gli affondamenti senza titolo vengono presto dimenticati. Cutro o il 13 ottobre, con i cadaveri sulla spiaggia o allineati in banchina, rimangono, con la loro triste etichetta, a interrogare le nostre coscienze. Senza nome sono quasi sempre i naufragi più lontani, che si confondono tra loro e le cui vittime, anch’esse anonime, durano soltanto il tempo buono delle statistiche. A proposito: sono già 800 i morti dall’inizio dell’anno e, secondo qualcuno, questo sarebbe un dato favorevole.

di Marco Bertotto*
L’Unità, 21 giugno 2024 All’indomani dell’ennesima strage in mare, il dolore dei sopravvissuti e delle famiglie delle vittime reclama risposte, azioni e responsabilità da parte delle istituzioni italiane ed europee per impedire altre morti. Di fronte all’ennesima conta straziante, 21 salme e oltre 60 dispersi in soli 10 giorni, il silenzio istituzionale è vergognoso. Un silenzio incurante del dolore di chi sopravvive, un vuoto disumano non tollerabile. Non c’è risposta dai governi italiani e dalle istituzioni europee agli oltre 1.000 morti nel Mediterraneo solo quest’anno; la loro inerzia lo ha svuotato di mezzi e risorse di ricerca e soccorso. Sei morti al giorno sono qualcosa di più che la dimostrazione di un fallimento delle autorità italiane, smascherano soprattutto una tragedia umanitaria costruita a tavolino, provvedimento dopo provvedimento …

di Marina Della Croce
Il Manifesto, 21 giugno 2024 Accolto il ricorso di un cartello di Ong: “Non è un Paese sicuro”. La sentenza attesa per luglio. Proprio nei giorni in cui la Tunisia formalizza la creazione di una sua zona di ricerca e soccorso (Sar) nella quale dovrebbe intervenire in aiuto delle imbarcazioni dei migranti in difficoltà, il Consiglio di Stato sospende il trasferimento di sei motovedette a Tunisi accogliendo l’istanza cautelare presentata da una serie di ong che contestano la continua violazione dei diritti umani messa in atto nel paese nordafricano nei confronti di quanti cercano di attraversare il Mediterraneo. La decisione finale verrà presa l’11 luglio prossimo, giorno in cui è stata fissata la camera di consiglio, ma per il momento le imbarcazioni restano all’ancora in Italia.

di Domenico Quirico
La Stampa, 21 giugno 2024 C’è un luogo in cui russi e ucraini si ritrovano sotto lo stesso tetto, insieme alle altre potenze. È la fiera bellica di Parigi, dove l’industria delle armi vola, corteggiata da destra e da sinistra. Il secondo anno di massacri ha fatto il suo lavoro. Un cielo fosco ci tiene nell’ombra e il vento di guerra pietrifica i mondi. A popoli interi, per cui le promesse sono diventate un soffio, non resta che trovar rifugio tra le rovine e attendere. Spappolato il comunismo, incancrenito l’Occidente tra parole grosse, frasi fatte e altri nauseabondi ingredienti della politica, condannato, ci mancherebbe, dalle sue selvagge sillabe il jihadismo planetario, non credevo fossero rimasti universalismi possibili, linguaggi comuni, Weltanschauung unificanti. Poi ho riscoperto “Eurosatory”, venticinquesimo Salone mondiale degli armamenti.

di Paolo Fruncillo
La Discussione, 21 giugno 2024 In molte carceri americane le videochiamate sono l’unico modo in cui i detenuti possono vedere i propri cari. Reekila Harris-Dudley attendeva con ansia una videochiamata, seduta su una cassa di plastica nella prigione della contea di Genesee a Flint, Michigan, di fronte a uno schermo. Quella era l’unica possibilità per augurare a sua figlia un felice quarto compleanno faccia a faccia. Purtroppo, il sistema non funzionava. Come molte persone detenute nelle carceri americane, Harris-Dudley non ha potuto vedere sua figlia perché la contea di Genesee ha sostituito le visite in presenza con videochiamate, spesso costose e problematiche.

di Rosalba Castelletti
La Repubblica, 21 giugno 2024 I prigionieri politici Jashin e Kara-Murza sono stati trasferiti in una “cella di rigore”, uno dei più duri regimi carcerari russi. L’isolamento nello shizo, la cella di punizione, non basta più. A distanza di un giorno, Vladimir Kara-Murza e Ilja Jashin, i più noti detenuti politici russi, sono stati trasferiti in un Pkt, Pomeshcheniye kamernogo tipa, letteralmente un “locale tipo cella”, una cella di rigore o – come l’ha descritta Jashin – “una prigione di massima sicurezza all’interno di una colonia penale, in sostanza una cella di punizione, ma su base permanente”.