“La Prova Scientifica nel Giallo di Arce”. L’ultimo lavoro del criminologo Carmelo Lavorino.
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“La Prova Scientifica nel Giallo di Arce”.
L’ultimo lavoro del criminologo Carmelo Lavorino. Non è una difesa dei Mottola nel processo d’appello, ma un’opera che tutti gli addetti ai lavori, gli scienziati e gli studiosi del crimine, delle scienze forensi e investigative devono conoscere, analizzare e fare punto di riferimento.
È con immenso piacere che colgo l’invito di Carmelo Lavorino di recensire la sua ultima opera “La Prova Scientifica nel Giallo di Arce”. Conobbi Carmelo negli anni ’90 e fu subito “fortissima solidarietà unita a ferrea amicizia”. Mi chiese di ricoprire la carica di direttore responsabile della sua rivista Detective & Crime, e questo fu un grandissimo atto di fiducia e di apprezzamento nei miei confronti.
Claudio Lavorino Andrea Folcarelli
Erano gli anni di Via Poma con imputato Federico Valle figlio dell’avvocato Raniero di cui Lavorino era il consulente. Erano gli anni del processo a Pacciani dove Lavorino, l’avvocato Nino Marazzita, il criminologo Francesco Bruno ed altri si precipitarono a Firenze al processo d’appello contro Pietro Pacciani, per togliere il povero Pacciani dalle grinfie dell’onnipotente Pierluigi Vigna: ricordo un’anticipatoria conferenza stampa a Roma, presso la sede della Stampa Estera, dove Lavorino e Bruno enunciarono cosa e come intendevano fare al processo d’appello, erano presenti gli onorevoli Vittori Sgarbi, Alessandro Meluzzi e Tiziana Maiolo, gli avvocati Rosario Bevacqua e Pietro Fioravanti. Nell’occasione venne fondato il Comitato per una Giustizia Normale.
A Firenze il mio amico Lavorino e il suo Pool sgominarono la Procura fiorentina e la famosa SAM (Squadra AntiMostro) che aveva puntato/costruito il “Mostro Pacciani”.
Col passare degli anni il mio amico mieteva successi, studiava, analizzava, risolveva, combatteva contro l’ignoranza, la prepotenza, l’invidia e gli errori investigativi-giudiziari… naturalmente aumentava il numero dei suoi nemici e degli invidiosi, ma anche quello dei fans.
Nel 2001 venne uccisa Serena Mollicone, nel 2003 venne accusato del terribile delitto e imprigionato Carmine Bell, un carrozziere d’Arce; Belli era stato individuato come assassino da una squadra investigativa che era l’erede della SAM di Firenze. Lavorino e il suo Pool, fra cui il giovane Enrico Delli Compagni, contribuì a fare assolvere in primo grado, in appello e in cassazione il povero Belli, che si era fatto ben 18 mesi d’ingiusta detenzione. Dopo qualche anno (2011) gli inquirenti di Cassino ritennero che gli assassini di Serena fossero il comandante della caserma dei carabinieri di Arce, il m.llo Franco Mottola, sua moglie Annamaria e il figlio Marco. I tre nel 2019 – dopo un’Odissea di accertamenti tecnici e di indagini – vennero rinviati a giudizio, al che chiesero a Carmelo Lavorino una superconsulenza con assistenza tecnica globale. Lavorino accettò, chiamò a raccolta alcuni “vecchi” del Pool e nuove leve e ripetette il miracolo: assolti il 15 luglio 2022.
Cosmo Di Mille Il collegio della difesa dei Mottola
Lavorino ci tiene a precisare che assume incarichi di difesa solo quando ritiene al 100% gli imputati innocenti e/o che l’impianto accusatorio sia contraddittorio e sbagliato, che per lui non esistono “mostri sacri delle scienze investigative e forensi” e/o “santuari infallibili”.
Nel settembre del 2023 è iniziato il processo d’appello contro i Mottola, procedimento che sta terminando in questi giorni. Carmelo e Delli Compagni hanno scritto un libro di 264 pagine di cui a colori, dove pubblicano la loro ACCISF (Analisi Criminalistica Criminologica Investigativa Sistemica Forense) discussa il 22 febbraio 2004 durante la loro escussione e depositata dagli Avvocati dei Mottola il 23 maggio 2024 dalla Difesa degli imputati Franco, Marco ed Annamaria Mottola: sicuramente è un prezioso esempio e di vera scienza forense e d’investigazione criminale e pietra miliare e una pietra. Con questa Relazione ACCISF Lavorino e Delli Compagni, assieme agli specialisti prof. Giorgio Bolino medico legale, esperto informatico Gaetano Bonaventura, avv. Alessandra Carnevale criminologa, avv. Andrea Folcarelli, prof. Claudio Lavorino biologo, dr.ssa Giusy Marotta criminologa, confutano i Consulenti del Pubblico Ministero e l’impianto accusatorio, dimostrano ancora una volta che i Mottola sono innocenti, che Serena Mollicone quel fatidico primo giugno 2001 non andò in caserma per recarsi da Marco Mottola, che la porta della caserma non è l‘arma del delitto, che i frammenti di legno, di resina e di colla (28) rinvenuti sui nastri che avvolgevano la testa e il collo di Serena non provengono dalla porta, che vi sono stati errori investigativi del tipo “innamoramento del sospetto e dell’intuizione sfociato nell’innamoramento della tesi”, “adattare i fatti e gli elementi oggettivi all’ipotesi e non, invece, l’ipotesi e la teoria ai fatti ed agli elementi oggettivi”, “perdere la freddezza e il distacco analitici e investigativi e tentare di dimostrare solo la tesi gradita”, di “apprezzamento e di contestualizzazioni”…
Serena Mollicone
Il libro inizia con una presentazione molto interessante a cura di Carmelo Lavorino per poi passare all’ACCISF. Questa inizia con la prefazione tecnica e metodologica e con una premessa fondamentale, per poi snodarsi in quattro blocchi di argomentazione scientifica logico-investigativa, di cui il primo produce otto note di confutazione dell’atto di appello della Procura di Cassino, il secondo l’aggiornamento dei sedici enunciati della tesi a confutazione dell’impianto accusatorio, il terzo blocco propone con qualche aggiornamento la teoria del crimine (impianto accusatorio) contro la famiglia Mottola con la rappresentazione delle dieci tesi accusatorie che la compongono e di alcune confutazioni dei CT della Difesa Mottola, oltre a un paragrafo dedicato alle tracce criminali.
Il quarto blocco è composto da nove argomenti di aggiornamento, un blocco granitico che conferma la demolizione e la confutazione dell’impianto accusatorio e dell’atto d’appello, ecco i nove argomenti: 1) tracce su Serena Mollicone; 2) confezionamento, trasporto, messa in posa e composizione della scena; 3) incertezza delle cause dell’origine e del numero, della datazione e della cronologia e delle lesioni; 4) incertezza della genuinità e della non contaminazione dei reperti “porta” e “nastro capo + nastro collo + busta Eurospin e frammenti lignei”; 5) incertezza della genuinità delle tre dimensioni della porta e confutazione del “calco porta”; sulla non genuinità e sulla contaminazione dei reperti “porta” e “nastro capo + nastro collo + busta Eurospin e frammenti lignei”; 6) considerazioni e conclusioni sui nastri ed analisi visiva dei 28 frammenti lignei rinvenuti sui nastri rep. 11 e 13 (nastro capo e nastro collo; 7) ulteriori considerazioni sulla porta; 8) questione Santino Tuzi; 9) conclusioni sui nove argomenti di aggiornamento.
Il libro termina con un interessante saggio dell‘avv. Andrea Folcarelli intitolato “La struttura originaria del giallo di Arce” e con due pagine contenenti il pensiero conclusive del mio amico e supercriminologo Carmelo Lavorino.
Il libro è un’opera che tutti gli addetti ai lavori, gli scienziati e gli studiosi del crimine, delle scienze forensi e investigative devono conoscere, analizzare e fare punto di riferimento.
A cura di di Ferdinando Terlizzi
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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