La Nato vuole dare 40 miliardi a Kiev. Crosetto dice “no”
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DIFESA
La Nato vuole dare 40 miliardi a Kiev. Crosetto dice “no”
PUTIN RILANCIA – “Ora trattiamo”
15 GIUGNO 2024
“Non può contare sulla nostra stanchezza”: al Cremlino, il segretario Nato, ha detto di voler inviare questo messaggio. Ai suoi alleati ne ha dato un altro: servono “impegni più prevedibili, a lungo termine”. Significa concordare su spese e sforzi condivisi per un pacchetto di assistenza che garantisca aiuti all’Ucraina, per renderla capace di “muoversi verso la sua piena adesione alla Nato”, si tratta di un impegno di 40 miliardi annui. La stessa cifra fornita finora da Usa e Ue. L’Ovest rimane al fianco di Kiev “per tutto il tempo necessario”, hanno dichiarato i leader G7, e il tempo sembra ancora esserci, come le promesse. Ma sono gli accordi sullo stanziamento di risorse forse a mancare. Non lo ha nascosto Guido Crosetto: “L’Italia non è d’accordo”; “I 40 miliardi per noi non sono in agenda”. L’obiettivo, per il ministro della Difesa italiana, è raggiungere quello spinoso 2% delle spese previste per dalla Nato, “già problematico per il nostro Paese”. Conti alla mano “significherebbero altri 3,5 miliardi a carico nostro, non ho l’abitudine a prendere impegni che poi so di non poter rispettare” . “Il mondo è al punto di non ritorno per l’arroganza dell’Occidente. La Russia ha i più grandi arsenali nucleari del mondo”. Insieme alla minaccia del fungo atomico capace di eclissare gli avversari occidentali, ieri il presidente russo, Vladimir Putin ha inviato quella che per la prima volta ha definito “una proposta reale di pace”: “Stiamo parlando non del congelamento del conflitto, ma della sua cessazione totale”. Il numero uno di Mosca si dice pronto a far tacere le armi in cambio delle quattro regioni (Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson) in parte già sotto controllo del suo esercito. Però, ha aggiunto, gli ucraini dovrebbero ritirarsi dai territori e rinunciare all’entrata nell’Alleanza, poi “nello stesso minuto verrà dato l’ordine di cessare il fuoco e cominciare i negoziati”, anche per trovare “accordi internazionali” che metteranno fine alle sanzioni emesse finora contro la Federazione. Una pioggia di niet su Mosca: “Non è una proposta di pace, ma di maggior aggressione e occupazione. Spetta alla Russia ritirare le proprie forze dal territorio occupato”. Al segretario dell’Alleanza ha fatto eco quello della Difesa statunitense Lloyd Austin: “Non è in posizione di dettare all’Ucraina cosa deve fare”. Zelensky ha paragonato il presidente russo a Hitler, che diceva “datemi una parte di Cecoslovacchia e finisce qui. Ma dopo c’è stata la Polonia e l’occupazione di tutta
l’Europa”.LEGGI – Più soldi per la guerra in cambio di meno diritti. Pronte sanzioni alla Cina
“Oltre il 99% di tutto il supporto militare all’Ucraina è fornito dagli alleati della Nato, ha senso che la Nato assuma un ruolo più importante in questi sforzi”. Al termine della ministeriale Difesa, Stoltenberg ha chiarito che la Nato si avvicina ad avere un ruolo di comando primario finora spettato a Washington per coordinare aiuti e addestramenti per Kiev. Il quartier generale sarà tedesco, la base sarà a Wiesbaden. Una mossa, non l’unica, per tutelare gli ucraini dal potenziale arrivo di Trump alla Casa Bianca, per evitare che la vittoria del tycoon coincida con la fine del supporto a Kiev e la sua conseguente sconfitta. Anche per questo al G7 è stato firmato l’accordo bilaterale per la sicurezza tra Zelensky e Biden, valido tra gli attuali esecutivi di Kiev e Washington, che però non verrà ratificato al Congresso e quindi “se l’ex presidente Trump dovesse rientrare nello Studio Ovale a gennaio, potrebbe stracciare l’accordo” ha spiegato il giornale Politico.
Mentre sono ancora in corso riunioni dei rappresentanti permanenti Ue per sbloccare il 14° pacchetto di sanzioni anti-russe, e Mosca già promette ritorsioni per l’uso dei suoi asset congelati in Ue, oggi comincia la conferenza di pace elvetica con delegazioni in arrivo da un centinaio di Paesi. Sono però due protagonisti della guerra a mancare: Mosca e Pechino.
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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