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Caserta. Elezioni europee: svettano i ‘5 Stelle’ ma con Danilo Della Valle eletta anche Pina Picierno

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Movimento 5 Stelle primo partito a Caserta: Danilo Della Valle vola in Europa con un suffragio eccezionale

Solo due i casertani: Pina Picierno e Danilo Della Valle sono i due europarlamentari casertani.

Sì, dopo una notte insonne e una mattinata di tormento, nel primo pomeriggio di ieri si è avuta l’ufficialità: al Movimento 5 Stelle sono stati assegnati quattro dei 18 seggi della circoscrizione Meridionale (5 per Pd e FdI, 2 per Fi e 1 per Lega e Alleanza Verdi e Sinistra) e quindi è stato eletto anche il casertano Della Valle. Un’elezione, questa, che inorgoglisce il partito ma che anche lo responsabilizza ulteriormente, così come sottolineato dal deputato Agostino Santillo, vicepresidente del gruppo M5s alla Camera, che parla di «un dato che ci spinge a continuare le nostre battaglie sul territorio e l’opera di radicamento nei comuni che comincia a dare i suoi effetti. Chi ci ha dato fiducia si aspetta ancora molto da noi».

L’ANALISI

M5s, Fdi, Pd: è il podio di Terra di Lavoro in questa tornata elettorale per le Europee. Terzo posto per il Pd che nella classifica nazionale con il 24,08% è secondo mentre in provincia si è fermato al 18,92%. Un dato che dimostra ancora una volta una spaccatura nel gruppo casertano.

Perché se è vero che i dem hanno raccolto 60.863 voti sul territorio casertano, è anche vero che a fare la parte del leone è stato un candidato della provincia di Napoli. Raffaele Topo, di Villaricca, con 14.438 preferenze è il più votato della provincia di Caserta, superando l’europarlamentare uscente Pina Picierno, di Teano, fermatasi a 12.942.

Ma più che un problema di provenienza, quello che è emerso, per l’ennesima volta, è il dualismo tra il gruppo di Gennaro Oliviero e quello di Stefano Graziano.

Il presidente del consiglio regionale ha impiegato anima e corpo nella campagna elettorale di Topo, mentre il deputato dem si è schierato con la teanese.

Una sfida all’ultimo voto che ha premiato Oliviero che si è ritrovato anche la concorrenza del suo paesano Massimo Schiavone che ha portato a casa 8.486 preferenze, di cui buona parte raccolta proprio nella “loro” Sessa Aurunca.

E proprio Schiavone tiene a evidenziare che la sua candidatura «ha dimostrato che si possono rompere vecchi schemi e alimentare un nuovo modo di fare politica.

Con Pina Picierno continuerò il mio cammino di rinnovamento del partito e delle rappresentanze istituzionali», lanciando una frecciatina proprio al suo rivale Oliviero con il quale la “guerra” non è conclusa visto che alle porte c’è la battaglia per le Regionali.

Ma adesso c’è da mettere mano al tesseramento del Pd in Terra di Lavoro e ai congressi.

Per la commissaria Susanna Camusso un compito ancora più duro, visto che si ritrova con due forze distinte e distanti che non ne vogliono sapere di trovare un’intesa. Intanto, la base chiede «la convocazione ad horas dei congressi da celebrare entro giugno», usando le parole del consigliere comunale di Caserta Matteo Donisi, che con il sindaco Carlo Marino condivide «l’entusiasmo per l’ottimo risultato raggiunto dal partito locale che ha dimostrato, nel capoluogo in particolare, di essere in linea con la segreteria nazionale», ma non certo «il lavoro di questa amministrazione che – dice Donisi – solo in minima parte riflette le indicazioni ma soprattutto lo spirito del partito». Ecco, dunque, che diventa necessario affrontare la fase congressuale e scegliere i leader del partito a livello provinciale e locale per poi aprire un confronto con il gruppo al governo e definire nuovi assetti.

GLI ACCORDI

Ma i nodi da sciogliere non ci sono solo nel Pd.

Il risultato elettorale ha mostrato e dimostrato che c’è da lavorare e cambiare anche in altre formazioni.

E va da sé che Nicola Caputo, al quale non sono bastate le 11.329 preferenze ottenute in provincia e una lista al 6,16% per approdare a Strasburgo per il mancato raggiungimento del quorum, possa sfogarsi e scrivere sul suo profilo Facebook:

«Capiremo insieme come evolverà la discussione politica e ci comporteremo di conseguenza. Alcune decisioni organizzative di questi ultimi tempi, anche alla luce dei risultati conseguiti, vanno riconsiderate rendendo il luogo della politica un luogo di libertà, anche di sana competizione, ma mai di prevaricazione e prepotenza. Ne riparleremo nelle prossime settimane».

Un post, che al netto dei ringraziamenti a colleghi e amici, rimanda a decisioni politiche future che non escludono un possibile allontanamento dell’assessore regionale dal partito di Renzi ma nemmeno una ridefinizione degli accordi politici più o meno locali. E di accordi si dovrà discutere anche in casa Fi che già sta pensando alle Regionali e che alle Europee ha avuto l’aiuto del consigliere regionale dei Moderati Giovanni Zannini (a Mondragone 1.097 preferenze).

 

Tornando a Danilo Della Valle, finalmente dopo una trepidante attesa è arrivata l’ufficialità della sua elezione al Parlamento Europeo.

Quali sono le prime sensazioni?

«Sicuramente gioia, ma anche sgomento. Anche se già l’altra sera si paventava questa ipotesi, ho avuto conferma nel pomeriggio dai segretari provinciale e regionale del partito che hanno sedato anche i dubbi che avevo dopo la chiamata con la quale sono stato convocato a Bruxelles con riserva. Poi una miriade di messaggi e telefonate».

Lei è sempre andato a un passo dall’elezione. Cosa è cambiato questa volta?

«Non saprei. Bisogna dire che la mia prima era una candidatura di servizio dove ho comunque avuto 21mila preferenze. All’Uninominale l’elezione era incerta: in quel caso non è la campagna elettorale del singolo che fa la differenza. Questa candidatura probabilmente è stata più costruita e mirata, complice una maggiore maturità e, diciamolo pure, più persone hanno creduto in me visto che ho superato le 29mila preferenze in un momento in cui sono calati i voti di lista».

Il Movimento ha tenuto a Caserta risultando il primo partito: come commenta questo successo?

«Sì, la provincia ha risposto bene e questo significa che siamo stati premiati per il lavoro svolto sul territorio. Questo voto evidenzia anche quanto questa terra sia legata ai valori e alle istanze del MoVimento che punta soprattutto sull’uguaglianza sociale».

E il crollo a livello nazionale?

«Questo è un dato sul quale si deve riflettere per capire cosa non è andato. Certo, bisogna dire che l’astensionismo ci ha penalizzato e che il nostro non è un partito di portatori di voti».

Quali sono le istanze che saranno portate all’attenzione del Parlamento Europeo e quali le criticità della provincia di Caserta?

«Abbiamo già un programma strutturato su politica estera, ambiente e questione sociale. I temi dei 5 Stelle come il reddito e le diseguaglianze sociali sono questioni che interessano tutto il territorio e anche Caserta non ne è immune. Ora dobbiamo capire come definire piani concreti da calare nelle diverse realtà».

Tornando a Caserta, secondo lei ci sono i margini per un accordo strutturale tra Pd, M5s, Alleanza Verdi e Sinistra e Stati Uniti d’Europa?

«Credo sia prematuro parlare di accordi strutturali. Intanto, il dialogo è aperto e il coordinatore provinciale lavora per garantire la migliore organizzazione possibile per il bene dei cittadini».

C’è qualcuno in particolare che vuole ringraziare dopo questo successo?

«Ringrazio tutti gli attivisti e i deputati del Movimento che mi hanno fatto sentire in questi anni parte di una comunità politica. E ringrazio tutti i cittadini che mi hanno votato».

Alle Europee la Lega cresce rispetto alle Politiche di due anni fa, quando c’era stato un forte calo. Il partito a livello nazionale si assesta al 9.2% con una flessione di poco più di 2 punti nel Meridione che salgono a circa 3 in Campania.

Gianpiero Zinzi, come legge questi dati?

«Sono dati molto positivi, in Campania passiamo dal 3.9% delle Politiche ad un rotondo 6%, con picchi importanti come il 9% della provincia di Caserta che conferma il trend positivo delle scorse elezioni politiche. Molto bene nei grandi centri come Capua, Marcianise e Caserta e nella maggior parte dei comuni del casertano dove siamo addirittura in doppia cifra».

Il Pd è il primo partito nella città di Caserta e il sindaco Marino esulta. Come interpreta lei questo risultato?

«Non sono abituato a guardare in casa di altri. Posso solo dire che basta aprire gli occhi per vedere come è ridotta la città ed è semplice comprendere che questo non è stato un voto all’amministrazione comunale, ma ad un’idea di sinistra che oggi ha dimostrato di saper raccogliere consenso».

La riconferma di Valentino Grant è fallita: anche nel Casertano risultato deludente. Come mai si è preferito puntare su altri candidati, come Roberto Marti e Aldo Patriciello?

«Il nostro resta un gioco di squadra che unisce e non divide. Sono sicuro che Grant continuerà a dare il suo contributo importante al partito e alla nostra Campania. Lo stesso vale per gli altri candidati e in particolare per l’amico Marti, la consigliera regionale Carmela Rescigno e Patriciello che sono sicuro sarà il nostro eurodeputato del Mezzogiorno. Il dato più importante è che nella Lega il Sud cresce con classe dirigente in grado di fare davvero la differenza».

Le elezioni però non sono finite, ci sono ancora i ballottaggi a Casal di Principe, Castel Volturno e Aversa.

«Su Castel Volturno il centrodestra dovrà fare una profonda riflessione e penso che la cosa più giusta sarà lasciare liberi gli elettori di scegliere la proposta migliore in tema di impegno del territorio e legalità. Ad Aversa Farinaro è una speranza per l’intera comunità, sarà un voto non politico ma all’identità aversana».

Prossimo appuntamento in Parlamento è il decreto “Salva casa”. Ci spiega l’importanza di questo provvedimento anche per Caserta.

«È un provvedimento molto atteso, una grande intuizione di Matteo Salvini che consentirà ai cittadini di sanare piccole e lievi irregolarità di tante abitazioni e ai comuni di far cassa.

In sede di conversione lo seguirò personalmente e proveremo ad ampliare la sfera d’intervento per superare le disparità che la Campania sconta dalla mancata adesione della regione guidata dalla sinistra al condono del 2003 voluto da Silvio Berlusconi».

(di Luisa Conte da “Il Mattino” – Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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