Aversa. Il garante dei detenuti all’ex OPG, ora ‘casa-lavoro’: ‘Ho trovato due persone sepolte vive!’
Aversa-S. Maria C.Vetere, Casa Lavoro nell’ex opg; il garante ciambriello in visita nella struttura normanna: ‘ ho trovato due persone sepolte vive’.
Intanto le sigle sindacali protestano contro le aggressioni nelle carceri.
Sulla carta è una «Casa Lavoro» ma poco è cambiato dopo la chiusura del manicomio criminale di Aversa, ribattezzato Ospedale Psichiatrico di Aversa, oggi chiamato Opg, ma in sostanza una delle cinque case lavoro italiane (prima erano nove) istituite nel 1932 dove sono ancora presenti detenuti internati con problemi psichici.
L’edificio normanno è stato teatro della visita del Garante campano dei detenuti – prof. Samuele Ciambriello – che si è recato sul posto per incontrare reclusi ed internati della Casa Lavoro.
«Ho trovato due persone sepolte vive» ha dichiarato Ciambriello al termine della visita riproponendo il delicato tema delle patologie mentali da cui sono affetti i detenuti che andrebbero allocati in una Rems o strutture alternative.
«Si continua a discutere se è il caso di aprire nuove Rems o più strutture alternative e intanto – ha spiegato il Garante – altri detenuti con le stesse patologie continuano a stare in carcere. Di chi è la colpa o le omissioni di questi sepolti vivi nelle carceri campane? Sono davvero stanco di risposte superficiali e ideologiche. Ho ascoltato il grido di aiuto di internati che sentono gravare sulle loro vite la lentezza delle procedure della magistratura».
E aggiunge: «I detenuti e gli internati chiedono tempi più certi e più celeri. Occorre un magistrato di sorveglianza solo per gli internati».
Nella struttura, gli internati sono 65 a fronte di una capienza regolamentare di 43 posti mentre nel carcere di Aversa, ad ieri erano presenti oltre agli internati, anche 187 detenuti.
Il Garante, ha incontrato due internati che da mesi sono destinatari di un provvedimento di incompatibilità carceraria da parte del magistrato di sorveglianza.
La Rems di San Nicola Baronia è stata la prima Rems definitiva della Campania ed ha iniziato le sue attività nel dicembre del 2015. Con la sua apertura è avvenuta la chiusura dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa.
La città di Aversa ha ospitato il primo «manicomio giudiziario» a sorgere in Italia, in quella che era l’antica struttura conventuale di S. Francesco da Paola.
Nel 1876 infatti, il Direttore Generale degli Istituti di prevenzione e pena, Martino Beltrani Scalia, con un semplice atto amministrativo, inaugurò la Sezione per «maniaci».
Nel 1907 la direzione del manicomio di Aversa passò all’alienista Filippo Saporito, mentre il nucleo iniziale dell’istituto andava ampliandosi inglobando alcuni edifici circostanti poi divenuto, nel 1975, Ospedale Psichiatrico Giudiziario.
Dal 2012, anno in cui la legge ha stabilito l’eliminazione di queste strutture, è stato progressivamente dismesso e da agosto 2016 ufficialmente riconvertito in Casa di Reclusione.
L’edificio ha avuto la riqualificazione di due locali wc del reparto 3, con l’integrazione delle docce in camera.
Intanto i sindacati penitenziarii campani (Si.N.A.P.Pe, UIL PA PP, USPP, FNS-CISL e CNPP) e il personale, hanno manifestato a Napoli per denunciare la cattiva gestione del sistema carcerario da parte dei vertici del Dap.
Una protesta contro le continue aggressioni al personale, l’abbandono dei poliziotti e la precarietà delle relazioni sindacali.
Chiedono più risorse umane ed economiche, maggiore sicurezza nelle carceri e una riduzione del sovraffollamento, che ha raggiunto livelli insostenibili.
(Biagio Salvati – Fonti: Il Mattino – Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)