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C’è chi parla di “scempio”, chi di “attentato”, chi di “offesa”. Esagerazioni a parte, la polemica è montata con vigore nelle ultime ore tra le strade della città di Lucilio: l’oggetto del contendere è la storica statua della Fontana dell’Ercole, monumento simbolo della comunità locale.

O meglio, la sua pulizia. Da alcuni giorni, infatti, la fontana all’ombra del castello ducale appare priva della sua tipica levigatezza che resiste da due secoli.
A rendere ruvido, abrasivo e opaco il marmo è stato un intervento di pulizia straordinaria attuato dalla ditta edile incaricata dal Comune che sta intervenendo anche per lavori nel vicino castello. Gli operai hanno però utilizzato una sabbiatrice a pressione, non adatta ad un’opera d’arte tanto delicata. E l’effetto è stato quello di ripulire fin troppo la statua di Ercole, che oggi appare sì di un colore bianco puro ma senza la sua naturale lucidità. In molti in città si sono accorti dell’anomalia e hanno prontamente segnalato il caso, che ha invaso sia le discussioni di piazza che i dibattiti politici.
«È stato effettuato un intervento di pulizia dalla stessa ditta che sta lavorando nel castello per il Comune conferma il sindaco Lorenzo Di Iorio ma effettivamente sembra esserci stato qualche problema. L’assessorato ai Beni culturali ha già attivato tecnici e un archeologo per effettuare specifiche analisi sull’opera d’arte e capire come possiamo intervenire per correre ai ripari. Non si tratta comunque di una pratica anomala, lo stesso tipo di intervento è stato infatti attuato anche altrove».

Una pulizia invasiva, insomma, la cui attivazione deve essere valutata sulla base della delicatezza dei materiali e della fragilità dell’opera stessa. In attesa di conoscere tempi e dettagli del ripristino della Fontana dell’Ercole, la polemica continua a impazzare, e non solo sui social.
Anche il gruppo politico di “Generazione aurunca” ha ricevuto e diffuso alcune segnalazioni sull’anomalia in centro. D’altronde i sessani sono particolarmente affezionati al simbolo della città e ai suoi progressi urbani e tecnologici. Costruita nel 1825 dallo scultore casertano Angelo Solari per festeggiare l’inaugurazione dell’acquedotto pubblico voluto da Ferdinando IV di Borbone, la fontana racconta dell’uccisione del leone di Nemea, la prima fatica del semidio Ercole – il nume che tutelava l’antica Suessa. E lì è rimasta per due secoli tra le stradine medievali della città e la roccaforte.

FONTE:

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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