Alla lobby ci penso io, il nuovo numero in edicola e su app
Appalti e aziende di famiglia, soldi dalle multinazionali, consulenze nei consorzi. Ecco chi sono i parlamentari che legiferano a Strasburgo a dispetto dei conflitti di interesse: per chi lavora il deputato europeo lo spiegano Gloria Riva e Alessandro Runci nell’articolo di copertina de L’Espresso di questa settimana. «La premessa è che almeno il Parlamento europeo, nonostante i limiti nell’applicazione, un codice di condotta dei deputati ce l’ha. L’Italia, invece, con tutto quello che sta succedendo a Genova, al centro di un’indagine giudiziaria su una profonda commistione tra politica e affari, continua a non affrontare il problema dei conflitti d’interessi», aggiungono. Mentre Chiara Sgreccia fa un punto sugli under 35 e la politica in vista delle elezioni, «si fidano più delle Istituzioni Ue che di quelle italiane. Per l’83 per cento degli intervistati i leader del nostro Paese non saranno in grado di rappresentarli nell’Unione».
Il direttore Enrico Bellavia, nell’editoriale, riflette sul procedimento del procuratore Karim Khan che chiama la Corte Penale internazionale a discutere sulla richiesta di arresto per i leader di Hamas Yahya Sinwar, Ismail Haniyeh, Mohammed Deif e per il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant: la giustizia osa dove la politica esita.
Vi ricordate di Giuseppe Conte?
Palleggi, teatri, video. Per i Cinque Stelle sembra esserci solo lui, anche se alle Europee non si è candidato. Con una campagna che punta tutto sulla nostalgia per Palazzo Chigi. Come scrive Susanna Turco nell’articolo che apre la sezione Politica: «C’è qualcuno che ricordi un nome o un volto dei suoi candidati europei? Ecco il primo dramma: nel M5S a trazione Conte si ha presente solo lui, il leader, che non è candidato».
La memoria russa antidoto contro Putin e la repressione
In questi anni, nell’opinione pubblica dei Paesi occidentali, si sono diffuse le teorie più disparate a proposito del popolo russo e del suo modo di esprimere il dissenso. Dalla condanna di qualsiasi prodotto culturale o individuo che provenisse dallo sconfinato territorio della Federazione, all’empatia verso chi si ritiene viva in un regime autoritario e oppressivo. Sabato Angieri ne parla con il professore Boris Belenkin, storico fondatore e direttore della biblioteca dell’associazione Memorial, alla quale nel 2022 è stato assegnato il premio Nobel per la pace, nell’articolo che apre gli Esteri.
Così la Cina ci invade di auto elettriche
Mentre gli Stati Uniti alzano i dazi, l’Europa sembra voler collaborare con i potenti produttori asiatici per sfruttare quel mercato. Ma, intanto, sono loro a prendersi il nostro: «Immaginate uno di quei traghetti enormi per la Sardegna con la pancia piena di macchine e camion, in formato gigante. La “Explorer No.1” ha fatto il suo ingresso nel porto di Brema, Germania, all’alba di martedì 14 maggio. Immensa, maestosa. Dal suo interno sono uscite 7.000 macchine, tutte elettriche, distribuite in una rete europea di bisarche, treni, concessionari», scrive Eugenio Occorsio nell’articolo che l’Economia de L’Espresso.
Marina Abramović, ossessione eternità
Artista leggendaria e personaggio pop, pioniera della performer art e fenomeno pure sul web, continua a indagare i limiti fisici e mentali del nostro corpo. E mentre esplora tecniche e pratiche di longevità, porta in Italia la sua rappresentazione digitale, The Life. Con un messaggio, dopo una vita di eccessi e di provocazioni: abbracciare la semplicità. Ne scrive Giuseppe Fantasia per aprire la Cultura.
E poi, “Senza regole rischiamo il saccheggio”, il colloquio di Paolo Biondani con il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Giuseppe Busia, “Tutta Genova nella rete degli affari” di Gianfrancesco Turano, “Uguali e opposte, due donne per il Messico” di Daniele Mastrogiacomo. E come sempre molto altro: approfondimenti, inchieste, rubriche, sguardi critici e punti di vista sulla realtà vi aspettano in edicola e online.