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24 Maggio. Lo storico Michele Russo ricorda la ‘prima’ entrata in guerra italiana scongiurando argutamente la prossima

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Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio dei primi fanti il 24 maggio…“.
Il 24 maggio di 109 anni fa l’Italia dichiarava guerra all’impero Austro-ungarico ed entrava nella Prima Guerra Mondiale.
La motivazione politica diffusa dagli interventisti e avallata dal Governo fu che Trento, Trieste e l’Istria erano naturalmente terre italiane e non potevano essere governante dagli austriaci.
Se ci pensate assomiglia molto a qualcosa che accade nel nostro tempo: il Donbass è sotto la giurisdizione Ucraina e la Russia lo ha invaso ritenendolo un territorio abitato da russi.
Le tragedie si ripetono, questo sono i cosiddetti “corsi e ricorsi storici“, fenomeni che in tempi diversi e con modalità diverse si ripetono. La storia non ci ha insegnato nulla!
Quando si parla di autodeterminazione dei popoli, cioè del Principio in base al quale i popoli hanno diritto di scegliere liberamente il proprio sistema di governo (autodeterminazione interna) e di essere liberi da ogni dominazione esterna, in particolare dal dominio coloniale (autodeterminazione esterna), si illuminano gli occhi a tutti, ma poi nella pratica c’è sempre quello che ha la pretesa di scegliere per gli altri, spesso con la forza.
E chi ne paga le conseguenze? Il popolo, le persone.
Perché lo scrivo qui ora?
Perché in questo giorno puntualmente mi vengono in mente le sofferenze, a volte estreme (basta andare a leggere i nomi sul monumento ai caduti), dei nostri avi, nonni, genitori, che partironi per un fronte lontano a combattere una guerra di cui non sapevano nulla, la prima grande guerra, da cui, se non persero la vita, tornarono segnati per sempre nel corpo e nello spirito.
A loro, se fossero ancora in vita, bisognerebbe chiedere cosa ne pensano della guerra. Perché solo chi l’ha vissuta sa quanto inutile e crudele essa sia.
A tutti i combattenti della prima guerra mondiale va oggi il mio pensiero e la mia preghiera. Grazie anticipato a chi commenta.
Pensiero al qule si associa in toto la redazione con l’auspicio che il Santo Padre, unico che ha una diversa ottica (o forse unico libero di averla, cioè non assoggettabile) venga ispirato e disponga finalmente la scomunica per quanti altri, invece, tuttora fomentano le guerre (anche con le tasche dei nostri nipoti cioè -ahiloro, tapini- senza escludere neanche l’indebitamento a lungo termine, pur di fomentare l’industria bellica (gran business: chissa mai per chi?!).
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