S.O.S.: GENOVA E’ LO SPECCHIO DELL’ITALIA /Matteo Cozzani, il Rasputin di Giovanni Toti.
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...”Promette di “spettinare” “quella gran troia” della dirigente della Sovrintendenza, che minaccia di bloccare la piscina che i Paletti vorrebbero costruire alla Palmaria (“ci ho messo la faccia”), un paradiso naturale che Toti sogna di trasformare in una nuova Capri…”.
IL (CAPO) GABINETTO
La dolce vita di Cozzani: “Io dittatore, a sinistra c’è una setta di disabili”
LA SPEZIA – Dal gp di F1 allo stadio: “Trovato chi paga i drink”
DI M. GRA.
19 MAGGIO 2024
Le partite a San Siro, con pernottamento in hotel in centro a Milano e dopo serata al jazz club con il fratellino (oltre 1.000 euro). I biglietti per il Gp di Monza, con papà e amica (900 euro). Cene ferragostane con “il Pres” (Giovanni Toti), e 30-40 ospiti (3.600 euro). Le ospitate, anche queste gratis, per l’affollatissima e chiassosa corte di deputati, assessori, vip, finanziatori, autisti, addetti stampa e relativi affetti, che ruotava nell’orbita del potere totiano: tutti a scrocco al Grand Hotel Portovenere (dai 600-800 euro a camera).
Era una vita dorata e sopra le righe quella di Matteo Cozzani, il Rasputin di Giovanni Toti. Un piccolo sindaco, ma con un grande potere: quello di aprire la strada all’assalto degli imprenditori amici a un paradiso naturale, come l’Isola Palmaria, ma soprattutto quello che gli derivava dal ruolo di capo di gabinetto di Toti. La “generosità” dei fratelli Paletti, immobiliaristi milanesi che a Portovenere ne finanziavano lo svago, non era secondo i pm disinteressata. Ed era talmente smaccata da essere diventata “argomento noto e fonte di ilarità” in paese. Cozzani se ne vantava. “Oh ma ho visto Paletti, Lele, che m’ha detto: ‘Eh il 5 ottobre tutti a Montecarlo, bella vita!’. Gli ho detto: ‘Che bocca che c’ha il sindaco’”, dice un amico a Cozzani. “No, ma l’ho invitato – replica lui – Ci paga tutto! Poi gli chiediamo anche mille (euro) per giocare. Ho trovato chi ci paga da bere”. Il ritratto che esce dalle intercettazioni è quello di un ganassa di paese che ha fatto strada, uno che definisce “sudditi” i cittadini che si oppongono, se stesso “un dittatore”, la precedente amministrazione di sinistra “una setta di disabili”. Un amministratore che sapeva ricambiare l’amicizia dei costruttori: promette di “spettinare” “quella gran troia” della dirigente della Sovrintendenza, che minaccia di bloccare la piscina che i Paletti vorrebbero costruire alla Palmaria (“ci ho messo la faccia”), un paradiso naturale che Toti sogna di trasformare in una nuova Capri. I Paletti ringraziano, promettono al sindaco di “aprire una boccia” quando tutto sarà approvato, e finanziano pure la campagna di Toti, quando Cozzani lo chiede: 15 mila euro per la candidata in Parlamento Ilaria Cavo (tra i beneficiari delle suite).
Soldi pagati, per i pm, per “quello che stavano facendo”, e cioè tanti affari, che costano a Cozzani, al fratello Filippo e ai fratelli Mirko e Raffaele Paletti l’accusa di corruzione. A Cozzani i Paletti propongono di diventare amministratore delegato della loro immobiliare, Filcasa. Lui dapprima rifiuta (“io i soldi glieli faccio fare lo stesso”), ma poi coltiva il progetto per la sua second life. Di quel potere, oggi, non rimane che la cartolina sbiadita di un potere crepuscolare. “C’hai offerto l’hotel, è esagerato!”, dice Jessica Nicolini, portavoce di Toti, ospitata con il deputato Sandro Biasotti e famiglie (1.600 euro di omaggio). “Gli avevo detto di trattarvi bene, il dottor Paletti è un signore”, si schermisce Cozzani. Che poi si rivende l’importanza del contatto con “Lele” Paletti: “Te l’ho detto che è la portavoce di Toti, sì?”.
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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