Fronte del porto, il nuovo numero in edicola e su app
Opere faraoniche e record di fondi pubblici, una cricca che cambia casacca e detta legge, senza controlli e indifferente alle regole: ecco perché Genova è la metafora d’Italia. Come scrive Gianfrancesco Turano nell’articolo di copertina, se si cerca il “cui prodest” della caduta del “sistema Toti”, bisogna guardare a Fratelli d’Italia. Che potrebbe così conquistare per la prima volta una regione del Nord.
«Dalla Laguna al Mar Ligure. Da una Repubblica marinara all’altra. L’odore dei soldi viaggia con la brezza marina. E la cricca romano-veneziana del Mose lascia tracce anche nella città della Lanterna», aggiunge Alberto Vitucci nell’articolo che parla di Paolo Emilio Signorini e degli amici del Mose. Mentre Sergio Rizzo fa un punto sui finanziamenti alla politica che avvengono nella completa mancanza di limpidezza. E Paolo Biondani spiega come la giustizia italiana, nei casi di corruzione e affini, funzioni come l’orologio dei meccanismi di autodistruzione.
Così, come chiarisce il direttore Enrico Bellavia nell’editoriale, il nodo ligure mette a nudo una consuetudine di accordi, patti e denaro che non sempre è lecita: servono controlli, non scorciatoie per disciplinare il finanziamento alla politica.
E Meloni lancia i comitati per Giorgia premier
Da Pupo a Salini, da Claudia Gerini a Tarak Ben Ammar. Il premierato è agli inizi della discussione in Parlamento e già la leader fa la conta dei volti per il referendum. Come spiega Susanna Turco nell’articolo che apre la Politica del nostro settimanale, altro che centralità delle Camere: nella realtà il governo ha superato i record precedenti con 50 decreti in un anno e mezzo di vita, di cui 20 omnibus. La riforma è già avvenuta, nei fatti.
In missione per conto del commercio
Le navi militari italiane nel Mar Rosso scortano i convogli per proteggerli dagli attacchi dei terroristi, aumentano le operazioni in comune con Europa e Nato e il Parlamento conta sempre meno: come chiarisce Carlo Tecce per aprire la sezione Esteri, l’Italia non si sottrae alla tendenza europea/occidentale di farsi trovare preparati in caso di guerra: «È la deterrenza, termine abusato al pari di resilienza».
Pfizer, Zoom, Peloton e gli altri big malati di post-Covid
Farmaci, delivery, videogiochi, attrezzi da ginnastica. I settori che hanno prosperato durante la pandemia ora soffrono in Borsa. E molte aziende devono licenziare e ridimensionarsi: «La chiamano «bolla Covid» ed è peggiore di tanti casi analoghi del passato, dal tonfo delle dot.com al Nasdaq del 2000, alla crisi dell’immobiliare Usa del 2007», scrive Eugenio Occorsio nell’articolo che apre l’Economia de L’Espresso.
Propaganda social club
La comunicazione digitale ha ridisegnato il modo in cui si raccontano i fatti. Ma, anziché contribuire a una società più giusta, amplifica cospirazioni e populismi. Con due parole d’ordine: traffico e viralità. Carlo Crosato ne parla con Ben Smith, fondatore di BuzzFeed News.
E poi Simone Alliva scrive di suicidi e fragilità in occasione della Gionata internazionale contro l’omotransfobia, “Lui&Leo la strana coppia al Tesoro” di Carlo Tecce, e “Biden, Netanyahu e la linea rossa da non superare” di Manuela Cavalieri e Donatella Mulvoni. E come sempre molto altro: approfondimenti, inchieste, rubriche, sguardi critici e punti di vista sulla realtà vi aspettano in edicola e online.