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Pastorale giovanile: voci dal Convegno nazionale, don Ravicini (Tivoli-Palestrina) “adulti che accompagnano e che sanno tornare ad essere creature”

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Si è concluso oggi a Sacrofano (Roma) il XVIII Convegno nazionale di Pastorale giovanile sul tema “Domine quo vadis?”, “Signore, dove vai?”. Subito dopo le conclusioni di don Riccardo Pincerato, responsabile del Servizio nazionale di pastorale giovanile, alcuni dei partecipanti hanno raccontato al Sir la propria testimonianza e fatto un primo bilancio delle giornate appena vissute a partire dal tema, dalle premesse e dagli obiettivi prefissati del Convegno.

Tivoli-Palestrina. “L’aspetto più bello è soprattutto il fatto di considerarci adulti, come sottolineava don Pincerato durante le conclusioni – racconta don Paolo Ravicini, codirettore della Pastorale giovanile-mistagogica (adolescenti) della diocesi di Tivoli e Palestrina insieme a don Ciro Vespoli –. Adulti che accompagnano e, riprendendo le parole di Maria Pia Colella dei giorni scorsi, ‘che sanno tornare ad essere creature, e quindi ad accompagnare, a ringraziare, a vivere di umiltà e di mitezza’. Noi incaricati – ha proseguito – forse abbiamo la tentazione di dover fare tutto noi, di essere ‘onnipotenti’. Però vediamo che l’onnipotenza è più una caratteristica del bambino che, essendo sempre fuori dalle problematiche della vita perché protetto e custodito, sente di poter fare tutto. Questa analogia – conclude – la vedo molto coerente anche con quello che vivo in diocesi: non fare tutto da soli ma cercare di crescere e farlo insieme a figure che diventano significative”. E alla domanda sui prossimi passi in vista del Giubileo dei Giovani del 2025, don Ravicini spiega: “Noi a Tivoli e Palestrina abbiamo due ambiti di lavoro. Con gli adolescenti, dalle medie fino a prima e seconda superiore, prepareremo il Giubileo degli Adolescenti di fine aprile (25-27 aprile 2025). Puntiamo a rendere questa preparazione annuale, non solo prossima all’evento, e su questo abbiamo iniziato a lavorare già dall’anno scorso con le varie associazioni presenti sul territorio che si occupano di adolescenti. Mentre per i giovani il ‘dopo Gmg’ è stato molto presente e insieme agli altri due codirettori di Pastorale giovanile-vocazionale, don Samuele Orlandi e don Bruno Sperandini, si è creata una buona collaborazione che li vedrà coinvolti nella preparazione al Giubileo dei Giovani al quale parteciperemo”. Per don Sperandini “una prima sfida per la Chiesa e per noi educatori e responsabili di pastorale giovanile è quella di metterci in ascolto dei giovani e fare in modo che ciò che noi proponiamo ai ragazzi non si una qualcosa di lontano dalla loro richiesta di spiritualità e di sentirsi in una comunità viva, ma vada a combaciare con essa. Purtroppo, nella realtà odierna, in cui i giovani stanno perdendo punti di riferimento e si sentono sempre più soli, non è raro che la Chiesa non trovi la giusta sintonia con i loro bisogni e necessità, nonostante sia forte, da parte loro, la richiesta di essere ascoltati.  Questo è emerso fortemente anche da questi giorni di convegno. Una seconda sfida è quella di vivere una dimensione più ‘comunionale’ in questo mondo super frammentato. Abbiamo spesso contatti con associazioni che si occupano, in modo diverso, di educazione giovanile ed uno dei nostri obiettivi è quello di creare stretti rapporti di collaborazione con esse e con quanti hanno a cuore il bene dei giovani, che sono il motore della società”.

Napoli, Caserta e Assisi. Fra Vincenzo, della provincia minoritica dei frati minori di Napoli e Caserta, animatore vocazionale e referente per la pastorale giovanile della provincia religiosa, parla di un “convegno che ha coinvolto un po’ tutti. L’aspetto che è emerso sicuramente è quello della corresponsabilità, del metterci tutti in gioco, ciascuno con la propria parte, identità e stile”. Don Federico Scognamiglio, vice-incaricato di Pastorale giovanile della diocesi di Napoli, parla di una “ricerca delle strategie per raggiungere i giovani affinché il messaggio dell’amore di Dio possa raggiungere il cuore di tanti ragazzi che sono partecipi del nostro mondo. Oltre alla corresponsabilità di cui diceva fra Vincenzo – prosegue –, aggiungo la parola ‘generatività’, perché è una delle esperienze più belle di partecipazione dei giovani all’interno delle realtà che vivono”. Don Matteo Renga, responsabile della pastorale giovanile della diocesi di Assisi, Nocera Umbra e Gualdo Tadino definisce i quattro giorni di convegno: “un importantissimo momento di condivisione, per confrontarsi e dialogare con le realtà di altre diocesi del nostro territorio nazionale e discutere non soltanto dei risultati e dei successi raggiunti con i giovani, ma anche e soprattutto delle problematiche, delle difficoltà e delle situazioni più difficili incontrate nella quotidianità, proponendo soluzioni”.

 

 

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