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Attualità

Uscita anticipata di prigione: il Garante stima le conseguenze. Lazio, Sicilia e Lombardia le regioni con più reclusi fuori DI PAOLO FROSINA 

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IL DOSSIER

Svuotacarceri: 5.080 detenuti fuori in 24 ore

L’INDULTO MASCHERATO: GLI EFFETTI – Il ddl Giachetti. Uscita anticipata di prigione: il Garante stima le conseguenze. Lazio, Sicilia e Lombardia le regioni con più reclusi fuori

DI PAOLO FROSINA 

25 APRILE 2024

LEGGI – Il procuratore Ardita: “Sono norme-fiasco, in 2 anni rientrano pure più criminali”

Fino a 5.080 detenuti – uno ogni 12 – uscirebbero dal carcere dalla sera alla mattina. E tra loro fino a 777 condannati per i reati più gravi: mafia, terrorismo, tratta di esseri umani, schiavitù, violenza sessuale di gruppo. Ecco l’effetto dell’indulto mascherato previsto dal disegno di legge presentato dal renziano Roberto Giachetti e in discussione in Commissione Giustizia alla Camera. A illustrare i numeri è stato Felice Maurizio D’Ettore, il nuovo Garante nazionale dei detenuti: dalla relazione emerge come siano, appunto, oltre cinquemila le persone con pena residua pari o inferiore a otto mesi, cioè i potenziali interessati.

Perché otto mesi? Per capirlo serve riassumere l’accordo politico tra Giachetti e Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia FdI. Lo sconto di pena per “buona condotta” previsto dal ddl passerà da 45 a 60 giorni ogni semestre. E potrebbe essere retroattivo fino al 1° gennaio 2016 (la “liberazione anticipata speciale” vera e propria): se passerà, chi si è comportato bene negli ultimi otto anni avrà un’ulteriore detrazione di 15 giorni da sommare a tutti i periodi di 45 già abbuonati. Si tratta di un mese in meno per ogni anno scontato, quindi di otto mesi cancellati automaticamente per chi è stato recluso dal 2016 al 2023 (di meno per gli altri, a seconda della durata della detenzione). Abbastanza, secondo i dati del Garante, per far uscire subito 5.080 persone.

La misura dovrebbe essere una boccata d’ossigeno per le carceri sovraffollate, utile a migliorare le condizioni detentive e prevenire il dramma dei suicidi (già 32 nel solo 2024, l’ultimo lunedì a Roma). Ma sono ancora i numeri a smentirlo: se anche tutti e 5.080 uscissero subito, nei penitenziari italiani ne resterebbero 56.271, oltre cinquemila in più della capienza regolamentare (51.144) e oltre novemila in più dei posti regolarmente disponibili (47.190, perché molte celle non sono a norma).

La liberazione anticipata speciale, ha detto il Garante, “è solo una misura tampone” non in grado di fornire “risposte ampie di sistema”. A questo proposito D’Ettore ha ricordato che un provvedimento analogo è stato già adottato nel 2013 per rispondere alla sentenza Torreggiani, la decisione della Cedu che ha condannato l’Italia per la condizione delle carceri: ma non ha funzionato, perché “dopo pochi anni i movimenti in ingresso e i correlati tassi di sovraffollamento hanno ripreso a riproporsi”.

Nel frattempo però si rischia di rimettere in libertà prima del tempo detenuti anche molto pericolosi e, soprattutto, non pentiti. La liberazione anticipata, infatti, è l’unico beneficio escluso dal regime dei reati ostativi, quelli cioè che impediscono la concessione di misure alternative (permessi premio, semilibertà, affidamento in prova ai servizi sociali…) ai condannati che non collaborano con la giustizia. E il ddl Giachetti non fa eccezioni: il maxi-sconto retroattivo, quindi, varrebbe anche per i mafiosi irriducibili (nonché per terroristi, trafficanti di esseri umani, sfruttatori della prostituzione e così via). Per ora il solo emendamento al ddl che interviene in questo senso è a firma M5S. Sul tema il Garante lancia un avvertimento inequivocabile: “La mancata esclusione degli autori dei reati di cui all’articolo 4-bis della legge sull’ordinamento penitenziario (i reati ostativi, ndr) comporta il rischio che soggetti appartenenti alla criminalità organizzata possano godere del beneficio per la semplice buona condotta, indipendentemente dal concreto accertamento della recisione dei legami criminali”.

Ma allora come si risolve il sovraffollamento carcerario? Accanto alla strada a lunghissimo termine – quella della costruzione di nuovi istituti di pena – un’idea arriva dal Movimento 5 Stelle illustrato in dalla deputata Valentina D’Orso: “Proponiamo l’istituzione delle Case di comunità di reinserimento sociale per i detenuti che devono scontare fino ad un massimo di 12 mesi di pena residua” e quindi avrebbero diritto alla detenzione domiciliare, ma spesso non hanno a disposizione un luogo in cui trascorrerla.

“Si tratta di strutture – spiegano dal Movimento – che dovranno essere istituite dal ministero della Giustizia, con una capienza compresa tra 5 e 15 persone. Proponiamo anche un fondo per sostenere il recupero e il reinserimento dei detenuti”, aggiungono i deputati pentastellati.

Si tratta, rivendicano, di una strada “che tiene insieme dignità delle persone, certezza della pena e diritto a un accompagnamento al reinserimento sociale”: la soluzione, concludono, “non può essere l’ennesima misura svuota-carceri, quale è sostanzialmente la proposta Giachetti”.

LEGGI – 15 anni di leggi per anticipare il rientro a casa

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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