Azzurra Carnelos. Padre Rocchi: “Il suo coraggio e il suo amore lasciano un’impronta indelebile”
“Non c’è amore più grande che dare la vita!”. Sono queste le parole con cui padre Massimo Rocchi, direttore del Collegio Brandolini-Rota, ha concluso ieri l’intensa omelia pronunciata nel duomo di Oderzo, al funerale di Azzurra Carnelos, la giovane mamma mancata prematuramente lo scorso 15 aprile (avrebbe compiuto 34 anni il 18 aprile). Nella chiesa gremita – oltre cinquecento le persone presenti – padre Massimo ha ripercorso le principali tappe e caratteristiche della vita di Azzurra. Una pagina del libro della Sapienza, scelta dai suoi cari, ha dato voce al dolore per la sua partenza per il cielo ma anche alla grande fede che tutta la famiglia (i genitori Antonella e Fabrizio, i fratelli Davide e Andrea, e il marito Francesco con il piccolo Antonio) ha saputo testimoniare. “Una fede in Gesù risorto – ha spiegato padre Massimo – che dona a tutti noi una vita nuova, eterna, senza fine”. Se il vescovo della diocesi di Vittorio Veneto, mons. Corrado Pizziolo, ha affermato che Azzurra “ha scritto una pagina di Vangelo”, per padre Massimo lei ha veramente realizzato, nella sua vita, la parola di Gesù.Azzurra era la prima di tre fratelli e si è presa cura di loro come una seconda mamma. Studentessa brillante, laureata con lode in Economia bancaria e Finanza, incontra Francesco, il suo futuro marito, nel 2015 all’Università di Udine: “Due anime gemelle – ha detto ancora padre Rocchi –; il loro amore non è stato fermato dalla notizia, nel 2019, della malattia”. I successivi esami rivelano la presenza di un tumore che Azzurra affronta con forza e determinazione, guarendo momentaneamente. Nel 2022 si sposa con Francesco e il suo primo pensiero è di non poter diventare mamma a causa delle cure, ma poi arriva Antonio, “un dono di Dio dal cielo”. Durante la gravidanza, la malattia si ripresenta, più forte ed aggressiva di prima: “Il suo più grande desiderio – ha ricordato don Massimo – era quello di diventare madre e questo desiderio era così grande da rinunciare anche alla salute”. Quella di Azzurra è una scelta sofferta, condivisa col marito e rivolta al dono della vita: “Con il suo sacrificio ci ha donato la vita – ha detto Francesco, che ha lasciato il lavoro per starle vicino –. Lei aveva un solo desiderio: far nascere nostro Antonio”. Anche nella battaglia finale con la malattia, Azzurra rimane positiva e ottimista, trasmettendo speranza. Era forte il legame con la nonna, morta di tumore alcuni anni fa: Azzurra l’aveva vista in sogno e questo episodio l’aveva preparata ad affrontare la malattia. “Azzurra ringraziava tutti – ha ripreso padre Massimo – e sorrideva fino alla fine; ora dice a tutti voi, come ad Andrea: ‘Vi voglio tanto bene!’. Come ad Antonio, chiamato col nome del Santo a cui si era votata per la sua nascita: ‘Amore mio, quanto bello sei!’. Il suo coraggio e il suo amore lasciano un’impronta indelebile in voi e anche nella vita di tutti coloro che l’hanno conosciuta”. “Una mamma che dà alla luce un figlio – ha concluso – dà sempre la vita, tanto più quando questo può compromettere la sua salute. E Azzurra non ha esitato a fare così! Ora lei è l’angelo della vostra famiglia, l’angelo del suo piccolo Antonio e di suo marito; un esempio per tutti noi, una testimonianza che la vita è più forte della morte e che, come ci ha detto Gesù, ‘non c’è amore più grande che dare la vita’”.
Al termine della celebrazione, la famiglia di Azzurra ha voluto ringraziare quanti, in vario modo, si sono resi presenti e soprattutto l’intero reparto di Neonatologia del Ca’ Foncello di Treviso, per il quale sono state destinate le offerte raccolte e dove è nato Antonio. Ora Azzurra riposa nel cimitero di Oderzo.
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