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Padova. Ge Farm, accumulatori al sale riciclabili: la maggioranza passa alla holding di Giovanni Rocelli

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L’azienda padovana lancia gli accumulatori al sale riciclabili. Svolta green premiata dai mercati, in arrivo investimenti tra equity e banche di 1,5 milioni.

Il ceo, Alessandro Marcuzzi: “Mercato delle batterie in crescita, il sale è la risposta ai problemi dell’inquinamento”.

Il reparto ricerca e sviluppo è in Sardegna, i partner di prodotto tra Svizzera e Italia.

Nei prossimi anni nel mercato italiano la richiesta delle batterie di accumulo sarà in forte crescita. Il piano di rilancio dell‘UE (PNRR) sarà una grande opportunità e il governo italiano ha stanziato 70 miliardi per l’efficienza energetica, di conseguenza ci sarà una sorta di incentivo per l’installazione di sistemi di accumulo di energia da fonti rinnovabili. Il mercato dello storage, secondo recenti analisi collegate alla matrice “McKinsey”, nel mondo varrà oltre i 150 miliardi fino al 2030.

In questo ecosistema economico opera GE FARM, start up incubata dal 2022 al Le Village by CA Triveneto con sede a Padova da Alessandro Marcuzzi, 59enne con esperienze nei settori commerciale e del marketing e di ricerca prodotto in svariate aziende. La start up dal 2021  lavora con l’obiettivo di creare dei sistemi di accumulo, rivolti sia al settore privato che a quello commerciale e industriale, innovativi in ottica green. Oggi con Marcuzzi operano cinque persone dirette e una decina indirette a vario titolo, il centro della ricerca e sviluppo è attualmente in Sardegna, a Sassari, dove a capo dello staff c’è Giovanni Atzori.

Il modello di business di GE FARM  è basato sullo sviluppo di nuovi sistemi di accumulo di energia basati sulla tecnologia innovativa delle batterie al cloruro di sodio e nichel prodotte dalla società svizzera FZSoNick, partner della start up. Partendo dalle tecnologie acquisite da società estere  e italiane, GE FARM ha sviluppato una gamma di prodotti unici, puntando su un ciclo di vita più duraturo delle batterie, investendo sull’uso di materiali organici rinnovabili, sicuri e facilmente reperibili. GE FARM  è dunque partita dalle batterie e ha realizzato un ecosistema dedicato al mondo dell’accumulo con interver e cabinet di proprietà, assemblati negli spazi produttivi in Sardegna, dove ha sede anche il centro ricerca e sviluppo, mentre il quartier generale è a Padova in via Savelli (la sede legale è invece in Galleria del Borromeo, sempre a Padova).

Dopo tre anni passati a gestire la fase di prototipizzazione e dei test dei prodotti, da aprile inizia la fase di commercializzazione. Si parte da una rete di 22 agenzie in Italia, che supporteranno  l’attività del management della start up. Il fatturato annuo oggi è di circa 400 mila euro, ma sono previste crescite a doppia cifra. Adesso infatti arriva anche la svolta finanziaria.

La annuncia il Ceo Marcuzzi: “Giovanni Rocelli, imprenditore veneziano, attraverso la sua Holding Gio2 SRL ha acquisito la maggioranza di GE FARM per portare a compimento le fasi finali di sviluppo”, dichiara. “Lo studio Adacta, partner del “Le Village di Crédit Agricole” ha redatto il piano di sviluppo fino al 2026  dove è prevista una crescita di fatturato che dovrebbe superare i venti milioni, mentre lo studio Grimaldi Alliance, già consulenti di GE FARM, ci ha aiutato nelle fasi finali dell’operazione di acquisizione. Ma non vogliamo fermarci all’Italia: i mercati cui puntiamo in questa fase sono anche Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia”.

“Provengo dal settore della logistica portuale. Dopo aver concluso alcune delle mie operazioni di investimenti in ambito immobiliare industriale attraverso la mia holding Gio2 SRL e dopo aver condiviso con Alessandro Marcuzzi il piano di sviluppo di GE FARM ho deciso di diversificare i miei investimenti anche nel settore delle rinnovabili”, dichiara Giovanni Rocelli. “Condividendo inoltre la mission di GE FARM di poter contribuire a rendere il mondo  più green attraverso i suoi prodotti abbiamo pianificato investimenti tra equity e banche per 1,5 milioni per lanciare GE FARM sul mercato nazionale e non solo. Ho deciso di entrare nel CDA per supportare il Ceo Alessandro Marcuzzi in questa fase delicata e complessa di sviluppo”.

I prodotti che GE FARM  propone sono quattro. Ad oggi i due di punta e core business principale, sono “UNO”, sistema di accumulo destinato al residenziale e all’ufficio di medie dimensioni, il sistema di accumulo “DUO” invece destinato al commerciale ed  industriale. Esistono anche EMC (la building automation  per l’efficientamento degli edifici) e CARICAR (ricarica per autoveicoli). GE FARM  oggi propone  un “servizio a ciclo completo”, a partire da quello del  pre-vendita con l’analisi dei fabbisogni, lo studio preventivo di fattibilità e l’assistenza alla progettazione, per proseguire con il servizio di assistenza all’installazione, con il servizio di commissioning dell’impianto (messa in servizio) per finire con il servizio di manutenzione continua programmata ed il pronto intervento attivo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7.

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO | Batterie con tecnologia di accumulo al cloruro di Sodio/Nichel

La batteria al sale non ha effetto memoria derivante da un’eccessiva carica della batteria stessa, inoltre non è sensibile agli sbalzi termici ed è di lunga vita. Le batterie in caso di guasto sono riparabili. La batteria non rientra nella categoria dei rifiuti speciali, è quindi sufficiente portarla in discarica dove verrà considerata come un normalissimo rifiuto elettronico. Il sale usato per le batterie segue un ciclo di estrazione classico che prevede l’evaporazione dell’acqua marina in vasche. Con l’utilizzo di batterie al cloruro di sodio/nichel, Ge Farm si affida solo a processi che rispettano l’ambiente. In particolare, non sono tossiche per l’uomo, sono riciclabili e non hanno il rischio di incendio. Hanno una lunga durata (prevista sui vent’anni) e non hanno bisogno di manutenzione; la loro efficienza non cala con l’utilizzo (quindi non soffrono del cosiddetto effetto memoria). Sul fronte dei limiti,  la batteria ha bisogno di 10-12 ore di warm up iniziale all’avviamento per arrivare alla temperatura interna operativa (270-350°C), prima di poter cominciare un nuovo processo di carica e scarica,  non è funzionale per ricariche veloci o utilizzi irregolari.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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