GIALLO DI ARCE: I CONSULENTI DELLA DIFESA MOTTOLA CAPEGGIATI DAL CRIMINOLOGO CARMELO LAVORINO ANNULLANO L’IMPIANTO ACCUSATORIO, EVENTO GIÀ VERIFICATOSI AL PROCESSO DI PRIMO GRADO CHE DECRETÒ L’ASSOLUZIONE DEGLI IMPUTATI. DURISSIMO, LEALE E SIGNIFICATO CONFRONTO CON I CONSULENTI DELL’ACCUSA CHE ALLA FINE CEDONO. di Ferdinando Terlizzi inviato a Roma
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GIALLO DI ARCE: I CONSULENTI DELLA DIFESA MOTTOLA CAPEGGIATI DAL CRIMINOLOGO CARMELO LAVORINO ANNULLANO L’IMPIANTO ACCUSATORIO, EVENTO GIÀ VERIFICATOSI AL PROCESSO DI PRIMO GRADO CHE DECRETÒ L’ASSOLUZIONE DEGLI IMPUTATI. DURISSIMO, LEALE E SIGNIFICATO CONFRONTO CON I CONSULENTI DELL’ACCUSA CHE ALLA FINE CEDONO.
di Ferdinando Terlizzi inviato a Roma
Si sono presentati tutti e quattro i superconsulenti della difesa Mottola, già fautori dall’elaborato tecnico-scientifico dell’assoluzione dei Mottola al processo di primo grado: il famoso criminologo Carmelo Lavorino (Direttore del CESCRIN – Centro Studi Criminologia Investigativa) con un curriculum di vittorie processuali e di analisi criminologiche di assoluto rispetto, fra cui l’assoluzione di Carmine Belli accusato nel 2003 di essere l’assassino di Serena Mollicone e nel 2022 l’assoluzione in primo grado dei Mottola; lo psicologo forense ed esperto penale Enrico Delli Compagni (Dirigente CESCRIN), che iniziò la carriera col primo processo di Arce, quello contro Carmine Belli, sino a tracciare un quadro convincente del perché il brig. Santino Tuzi, suicida l’11 aprile 2008, non avesse visto Serena Mollicone entrare in caserma il fatidico 1 giugno 2001 ed avesse, invece, proferito dichiarazioni incerte e contraddittorie; l’ing. Cosmo “Pyo” Di Mille, entrato da cinque anni nel team del CESCRIN, supercollaboratore scientifico, esperto nelle reti Bayesiane e figlio d’arte; l’esperto informatico Gaetano Bonaventura, ideatore della prima piattaforma italiana con tutoraggio didattico dell’intelligenza artificiale generativa.
L’udienza del 22 febbraio è stata il naturale prosieguo di quella del 12 febbraio, dove i Consulenti dei Mottola avevano argomentato e dimostrato in quattro punti esiziali: 1) i sedici enunciati a favore degli imputati e la confutazione totale delle dieci tesi accusatorie; 2) la porta non è e non può essere l’arma del delitto come invece ipotizzato dall’accusa; 3) Serena mai è entrata nella caserma dei CC di Arce … quindi Tuzi ha mentito, anche perché pressato psicologicamente da chi aveva la fissazione sul fatto che l’omicidio fosse accaduto in caserma; 4) diversi errori di petizione di principio (porre la conclusione come presupposto) degli inquirenti e dei loro consulenti tecnici, allineatisi pedissequamente sui convincimenti dell’Accusa.
Ecco cosa hanno dimostrato i quattro Consulenti Mottola con fortissime argomentazioni nell’udienza del 22 febbraio 2024, facendo anche collegamenti con le dichiarazioni dei due medici legali della difesa, i prof. Giorgio Bolino e Saverio Potenza.
Fotografia fasulla. Non corrispondente alla realtà quanto sostenuto dall’accusa che da una foto scattata durante il funerale di Serena (9 giugno 2001) si evince che Marco Mottola fosse biondo e mechato, in realtà si tratta di un marchiano errore dell’Accusa non corretto dalla stessa, quindi: chiara negligenza di controlli e verifiche.
I 28 frammenti lignei rinvenuti sui nastri non provengono dalla porta, ma sono evidente frutto di contaminazione della busta Eurospin che avvolgeva il capo. Non sappiamo se il nastro che avvolgeva il capo di Serena sia stato raggiungo da microframmenti lignei durante le fasi di bendaggio sulla parte esterna e/o su quella interna, stiamo parlando di 28 microframmenti lignei o di 14 più 14 (14 sul nastro capo metri 7,30 e 14 sul nastro collo metri 1,80). Successivamente il capo di Serena è stato avvolto nella busta Eurospin che con altissima probabilità che rasenta la certezza doveva avere contenuto qualcosa che noi ignoriamo. Poi il soggetto ignoto ha sovrapposto senza nodo i due estremi della busta Eurospin, posizionandoli sulla zona collo e successivamente ha chiuso la pusta con quattro giri di nastro attorno al collo. Vi è da precisare che TUTTI i capelli della vittima erano rinchiusi dentro la busta e che quindi non uscivano, nemmeno dalla nuca (le foto depongono in tal senso). In tali operazioni la busta può essere stata inquinata esternamente. Sappiamo che il corpo di Serena ha stazionato in uno o più luoghi, gli indumenti e la busta Eurospin possono essere inquinati o contaminati. Lo stesso dicasi sino al trasporto sul luogo del rinvenimento, sul trasporto sino all’ospedale di Sora (camera mortaria e tavolo settorio).
Il corpo viene adagiato sul tavolo settorio con la busta Eurospin ovviamente a contatto col tavolo. Non si può non tenere conto che nel 2001 la probabilità di circolazione della segatura e del truciolato nelle camere settorie fosse alto, specialmente dove si vestivano i cadaveri e, in tali frangenti, truciolato e segature venivano usate prima della vestizione. Ricordiamoci che stiamo parlando di 28 microframmenti lignei non percettibili. Ora bisogna controllare quello che è avvenuto nei 240 secondi topici, laddove i tre reperti topici vengono a contatto sia di fronte che di retro (o interno ed eserno): la busta Eurospin, il nastro capo e il nastro collo, contatto che poi continua per almeno 24 ore all’interno di una busta nera che viaggia da Sora a Frosinone e da Frosinone a Roma.
Riteniamo di avere dimostrato che i tre reperti sono stati (1) a contatto con il tavolo settorio, (2) a contatto con parti di se stessi quando sono stati piegati e/o inseriti nella busta nera, (3) a contatto fra di essi quando sono stati presi da tavolo settorio e inseriti nella busta nera, laddove sono stati ovviamente movimentati e quindi sono in continio contatto per molte ore, così come nella logica delle cose e per le leggi naturali riferite a una busta tagliata e con un nastro adeso anch’esso tagliato a contatto con una matassa di nastro tagliato: CONTAMINAZIONE SICURISSIMA, TOTALE INCERTEZZA DEI TRE REPERTI.
È quindi altamente probabile che i 28 microframmenti lignei fossero depositati/annidati sul tavolo settorio o sulle vicinanze/pertinenze, quindi trasmessi sulla busta lato esterno e da qui ai due nastri in tempi e in modi imprecisati, verosimilmente da una nastro all’altro quando sono stati messi all’interno della busta nera. Ovvero dalla busta ai nastri per altri motivi.
Certo è che fra i tre reperti vi sono stati contatti continui, che i frammenti si sono potuti trasmettere, che i capelli liberi/tagliati ed altri siano andati a posizionari sul nastro collo per motivi di pressione e di contiguità dalla deposizione del corpo di Serena sul tavolo settorio, sino all’inserimento nella busta nera e per l’intero periodo di permanenza in essa.
Non sappiamo cosa avesse contenuto (se ha contenuto qualcosa) la busta nera che ha ospitato per divere ore i quattro reperti (tre + le ciocchette di capelli).
A tutto ciò va ad aggiungersi che è IMPOSSIBILE quanto ipotizzato dall’accusa, cioè, che i frammenti lignei siano piombati sui capelli di Serena al momento dell’impatto con la porta sia perché tale impatto MAI c’è stato, sia perché i Consulenti dell’accusa non hanno dimostrato un bel nulla, tranne di avere sbagliato.
Non vi è corrispondenza fra il calco della testa di Serena e quello della porta. I consulenti dell’Accusa hanno dimenticato due aspetti molto importanti che annullano ogni loro conclusione. Il primo è che il calco della porta dove ipotizzano abbia sbattuto il cranio di Serena doveva essere profondo almeno altri 5 millimetri per il c.d. “ritorno elastico del laminato”, quindi non 23 millimetri, ma almeno 28, e in tal modo l’esperimento è sbagliato. Di fatto hanno omesso di valutare che il laminato della porta dopo essere penetrato all’interno per 28 millimetri (minimo) è rientrato di almeno 5: errore gravissimo, inescusabile omissione. Il secondo elemento che invalida l’esperimento è che non vi è nessuna certezza sulla genuinità del “reperto porta”, in quanto stiamo trattando da diversi anni di una traccia (lesione sulla porta) effetto di una causa ipotizzata: una traccia fisica su un supporto fisico che dal 2001 al 2008 non è stata sottoposto a custodia alcuna, rischiando così di essere alterato da chiunque potesse venirne a contatto. La porta è stata per almeno un anno nell’appartamento a trattativa privata che l’impianto accusatorio ritiene essere il luogo del delitto, per poi essere portata dall‘appuntato Suprano nel proprio appartanento, per poi essere portata da Suprano nuovamente nell’appartamento a trattativa privata. In tutti questi anni (dal 2001 al 2008) chiunque – ospiti dei Mottola, amici di Marco Mottola, Carabinieri della caserma, famigliari di Suprano, amici e parenti, potevano toccare la lesione sulla porta per curiosità e quindi alterarla. Una porta lesionata esposta alla vista viene notata e quindi toccata. Nostro quesito: quale certezza si ha che la traccia-lesione non sia stata minimamente alterata da nessuno, anche in considerazione che dal momento della rottura al momento del sequestro è rimasta esposta all’azione ed alla vista di molte persone per diversi anni? NESSUNA CERTEZZA!
Vi è stato poi un confronto duro, fermo e leale fra i quattro consulenti della difesa Mottola con i consulenti del Pm, il dott. Rosario Casamassima e l’ing. Remo Sala, dove è apparso evidente che i consulenti dell’accusa stessero a difendere tesi ritenute da Lavorino e i suoi collaboratori contraddittorie e illogiche, tanto che alla fine, quando il prof. Lavorino ha chiesto al dr. Casamassima “se nella relazione del 2020 dai consulenti dell’Accusa ci fosse un risultato sbagliato nella formula finale statistica che avrebbe dovuto certificare l’esattezza dell’ipotesi accusatoria (esattamente il T Test di Student ritenuto da Casamassima 6,1% mentre in realtà è 0,07%)), il dr. Casamassima ha ammesso l’errore e, di conseguenza, l’esattezza dell’analisi di confutazione dei quattro consulenti della Difesa Mottola. Si ricorda che l’indice al di sotto del 5% sentenzia che l’ipotesi è sbagliata, quindi Casamassima erroneamente portò 6,1%, invece Lavorino e il sup Team hanno dimostrato che il risultato è 0,07, quindi IPOTESI ANNULLATA).
I SEDICI ENUNCIATI DELLA TESI A CONFUTAZIONE DELL’IMPIANTO ACCUSATORIO
ENUNCIATO 01 – Il video che riprende il sopralluogo sul luogo del rinvenimento del cadavere di Serena Mollicone è del 3 giugno 2001; il video che riprende l’ispezione cadaverica esterna sul tavolo settorio è del 3 giugno 2001; l’autopsia è stata eseguita il 4 giugno 2001 e non esiste il video di tale attività, ma solo fotografie.
ENUNCIATO 02 – L’avvistamento di Serena Mollicone descritto da Carmine Belli è del 31 maggio 2001 (giovedì) e non del 1 giugno 2001 (venerdì). Carmine Belli MAI ha dichiarato che il ragazzo che strattonava la presunta Serena fosse Marco Mottola.
ENUNCIATO 03 – Il corpo di Serena Mollicone sabato pomeriggio 2 giugno 2001, orario dell’ispezione CC, non era sul luogo del successivo rinvenimento, vi è stato trasportato successivamente.
ENUNCIATO 04 – Guglielmo Mollicone il giorno del funerale non venne prelevato su iniziativa del m.llo Mottola per motivi di depistaggio, bensì su espresso ordine del cap. CC Trombetti su richiesta di un Magistrato della Procura di Cassino.
ENUNCIATO 05 – Marco Mottola il giorno del funerale di Serena non era biondo come è stato maldestramente mostrato in qualche slide/foto, bensì era castano: tale condizione è provata dalle foto nella presente consulenza in numero di 53 (43 + 10). Il tutto è ulteriormente provato dal video grezzo acquisito dal PG Landolfi presso Mediaset, dal quale abbiamo estrapolato i fotogrammi senza Marco Mottola imbiondito da un filtro apparso in Quarto Grado. Le foto che lo mostrano biondo sono tentativi di manipolare e suggestionare la Corte e l’opinione pubblica.
ENUNCIATO 06 – Sul telefonino consegnato da Guglielmo Mollicone al m.llo Mottola e da questi fatto consegnare ai Ris, vi erano due impronte papillari dello stesso Guglielmo, quindi il m.llo Mottola non ha cancellato alcuna impronta dal telefonino dopo l’acquisizione del telefonino dal Mollicone.
ENUNCIATO 07 – Il m.llo Mottola non ha manipolato il telefonino di Serena e non vi ha inserito in agenda il nr 666, come invece ipotizzato nell’informativa del 2019.
ENUNCIATO 08 – Rosa Mirarchi ha pulito l’appartamento a trattativa privata il 4 maggio 2001, quindi un mese prima dell’omicidio di Serena. Non ha senso logico unire tale attività a fasi post delictum per atti autoconservativi.
ENUNCIATO 09– Non vi sono tracce sui reperti del crimine sui luoghi del crimine riferibili agli imputati.
ENUNCIATO 10– Reperti e tracce: analisi fattoriale e sistemica. Assenza di tracce dei cinque imputati sui reperti.
ENUNCIATO 11 – Indicatori fondamentali concettuali del crimine e triade criminodinamica (Movente. Intento primario. Contesto. Tecnica criminoesecutiva. Volontarietà e premeditazione. Organizzazione. Livelli criminali).
ENUNCIATO 12 –Questioni foto pedopornografiche, Mottola inncoente, questione pretestuosa.
ENUNCIATO 13 – Confutazione alla relazioni investigative e di consulenza.
ENUNCIATO 14 – Confutazione alla relazione Casamassima + Della Guardia + Scatamacchia. Primo errore: il transfer test doveva essere effettuato solo sul reperto 11 (nastro capo) e non sul reperto 13 (nastro collo): non pertinenza degli elementi nastri della testa e del collo. 2- Secondo errore: il transfer test dimostra la maggioranza di particelle lignee per unità di superficie sul nastro non in contatto col capo di Serena Mollicone, invalidando in tal modo il test stesso, in quanto la parte venuta in contatto con il nastro non è stata attinta dai microframmenti lignei asseriti provenienti dalla porta. 3- Terzo errore: errata applicazione della formula matematica sulla densità e sulla distribuzione di una popolazione, con la conseguente costruzione di un errato modello di distribuzione. Errata applicazione del T Test di Student. 4- Quarto errore: errore di apprezzamento e di riferimento a classi di appartenenza.
ENUNCIATO 15 – Confutazione alla relazione Cattaneo/Sala.
1- Genuinità e non alterazione della lesione sulla porta. 2- Non vi sono tracce di lesioni sulla zona serratura. 3- Sulla porta è assente la traccia-lesione della spalla sinistra di Serena. 4- Nella porta vi è una lesione interna incompatibile con la ricostruzione accusatoria all’altezza di cm 170. 5- Il presupposto “LA PORTA È IL MEZZO LESIVO” non rispetta le leggi della logica e della scienza . 6- Scorrettezza, stratagemmi euristici e violazione delle leggi logiche e deontologiche- 7- Conclusioni.
ENUNCIATO 16 – Il brigadiere Santino Tuzi non ha visto Serena Mollicone entrare in caserma quel fatidico 1 giugno 2001: analisi del comportamento, delle dichiarazioni, dei ricordi e dello stato psicologico di Tuzi. Premessa. Le attività investigative di Tuzi. Elementi iniziali pro e contro Tuzi. Autopsia psicologica. La memoria e l’attendibilità del ricordo. Analisi delle registrazioni delle escussioni del 28/3 e del 9/4 2008. Analisi dell’ascolto del 28/29 marzo 2009 del brigadiere Santino Tuzi. Analisi dell’ascolto del 9 aprile 2008 del brigadiere Santino Tuzi. Principali aspetti psicopatologici e sistemi motivazionali del suicidio nella letteratura scientifica. Lo stato eteronomico. La parabola suicidaria di Tuzi. Macrev (Matrice Cronologica degli Eventi secondo le dichiarazioni di Tuzi). Conclusioni su Tuzi.
LE DIECI TESI DELL’IMPIANTO ACCUSATORIO CONFUTATE DAL POOL DI ESPERTI DELLA DIFESA MOTTOLA
Tesi 01 – Litigio di Marco Mottola e Serena Mollicone verso le ore 10-10:30 dell’1.6.2001 litigano in prossimità del bar Della Valle.
Tesi 02 – Serena il 1 giugno 2001 h 11:00-11:30 entra in Caserma.
Tesi 03 – Serena Mollicone ha una colluttazione con Marco Mottola verso le 11:30-11:40 all’interno della Caserma CC di Arce.
Tesi 04 – Intervengono i genitori di Marco (o forse solo il padre) i quali iniziano una serie di attività sulla vittima e di depistaggi culminati nella morte.
Tesi 05 – Le attività sulla vittima sono consistite nel legamento della stessa tramite un nastro Ghost e un fissaggio tramite filo di ferro.
Tesi 06 – Le attività obbediscono alla legge dello schema della successione degli eventi e delle leggi naturali.
Tesi 07 – Le attività di depistaggio messe in essere dai tre, o da due o da uno solo sono molteplici ed hanno come presupposto che il m.llo Mottola sia certo della complicità dei tre.
Tesi 08 – La sera Franco Mottola e Annamaria Mottola trasportano il corpo di Serena tramite la vettura Lancia Kappa in località Anitrella.
Tesi 09- Franco e Annamaria Mottola tornano in Caserma e trovano ad attenderli il brig. Santino Tuzi e l’app. Emilio Cuomo in compagnia di Mollicone Antonio e Guglielmo, Michele Fioretti ed altri.
Tesi 10 – Franco Mottola, certo del silenzio e della complicità di Tuzi, Suprano e Quatrale, inizia una complessa e prolungata serie di depistaggi.
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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