FRODE FISCALE SU COMMERCIO AUTO SU ASSE ITALIA-GERMANIA: SEQUESTRATI BENI PER 318 MILA EURO. CONTESTATO ANCHE IL FALSO: I DOCUMENTI DI PAGAMENTO IVA PER IMMATRICOLARE LE AUTO ERANO TAROCCATI. INDAGATI A PIEDE LIBERO SOCI TITOLARI DI UNA CONCESSIONARIA AUTO A CELLOLE. INDAGINE GDF
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FRODE FISCALE SU COMMERCIO AUTO SU ASSE ITALIA-GERMANIA: SEQUESTRATI BENI PER 318 MILA EURO. CONTESTATO ANCHE IL FALSO: I DOCUMENTI DI PAGAMENTO IVA PER IMMATRICOLARE LE AUTO ERANO TAROCCATI. INDAGATI A PIEDE LIBERO SOCI TITOLARI DI UNA CONCESSIONARIA AUTO A CELLOLE. INDAGINE GDF
– Ammonta a 318 mila euro il sequestro eseguito dalla Guardia di Finanza di Sessa Aurunca nei confronti di una società, oggi in liquidazione, che si occupava della rivendita di auto a Cellole. In particolare, i finanzieri hanno apposto i sigilli ad auto, due immobili e disponibilità finanziarie dei soci della compagine nonché titolari sulla base di un provvedimento del gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere che ha accolto la richiesta della Procura della Repubblica guidata dal magistrato Pier Paolo Bruni. L’accusa riguarda la commissione di svariati reati tributari, tra cui l’evasione dell’Iva. Dagli accertamenti eseguiti dalla Fiamme Gialle, è emerso che i concessionari avrebbero ideato un sistema per acquistare auto dall’estero già immatricolate mediante l’utilizzo di prestanome. Questi ultimi erano stati inseriti quali amministratori in società cosiddette «cartiere», ovvero fantasma e creati solo sulla carta dagli stessi soci dell’autosalone, il cui unico scopo era interporsi tra gli imprenditori di Cellole e i rivenditori esteri, soprattutto tedeschi, dove venivano acquistate le auto. Le teste di legno compravano l’auto già immatricolata, la portavano in Italia e ai vari uffici campani della Motorizzazione, in particolare di Caserta, ma anche Napoli e Salerno. E’ in questa fase, che è scattato anche un ulteriore reato, quello di falsità ideologica: infatti avrebbero presentato – secondo gli investigatori – della documentazione falsa intestata ad ignari acquirenti, soprattutto fatture di acquisto emesse dai rivenditori esteri, da cui emergeva il pagamento dell’Iva, che ovviamente non era mai avvenuto. Sulla base di tali documenti gli uffici pubblici procedevano quindi all’immatricolazione e la concessionaria poteva rivendere un’auto ad un prezzo inferiore a quello di mercato, non avendo pagato l’Iva. La creazione di documenti falsi come fatture e copie contabili dei pagamenti delle tasse si è resa necessaria per gli indagati – denunciati a piede libero – in quanto da qualche anno sono cambiate le modalità per immatricolare le auto presso la Motorizzazione: in particolare, la dimostrazione del pagamento dell’Iva è – contrariamente a due anni fa – è richiesta per procedere con l’immatricolazione. I soci della concessionaria, tutti della zona di Cellole, a questo punto presentavano anche la documentazione di pagamento ma tutto regolarmente falso ed inventato. Per questa vicenda, che si trova nella fase preliminare, gli indagati a loro discolpa potranno fornire la loro versione dei fatti davanti al giudice. Proprio in virtù della modifica legislativa, gli inquirenti hanno registrato anche una flessione di frodi sulle immatricolazioni in Italia di auto straniere. Davanti ai magistrati del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sono diversi i processi che vedono frodi commesse con società cartiere anche nel settore della vendita delle auto.Tra questi, due riferibili ad altrettante indagini della Guardia di Finanza eseguite qualche anno fa a Santa Maria Capua Vetere (con 15 imputati) e a Casagiove. In questo caso i finanzieri hanno accertato una frode di otto milioni di euro e un milione e mezzo di sequestri di beni a 22 persone. Sono state individuate 21 società le quali, frapponendosi nella filiera commerciale, consentivano ai soggetti beneficiari della frode di evadere l’imposta sul valore aggiunto e di praticare prezzi inferiori a quelli di mercato. Si svolge invece proprio davanti a un tribunale tedesco, il processo a carico di un commerciante di auto di Portico colpito da un mandato di arresto europeo emesso a marzo dello scorso anno dalla Procura Europea di Monaco di Baviera. L’uomo è accusato di evasione fiscale in «associazione criminale integranti la fattispecie di frode, compresa quella che lede gli interessi finanziari della Comunità Europea» commessi in Germania dal 2018 al 2021.
FONTE: IL MATTINO
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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