Carinola. Recluso si ribella al sequestro di uno smartphone: spesso nel carcere si rischia lo scontro fisico
Sostanza stupefacente per un quantitativo che non è stato reso noto e una decina di smartphone sono stati trovati sabato scorso in alcune celle della casa di reclusione di Carinola, di nuovo alla ribalta della cronaca a distanza di una settimana dal suicidio di un detenuto disabile.
La perquisizione straordinaria – informa una nota della sigla sindacale Sappe – è iniziata alle cinque del mattino e ha visto la partecipazione di personale di Polizia Penitenziaria proveniente anche da altri carceri regionali.
Le perquisizioni hanno interessato tre sezioni del nuovo Reparto ma durante l’attività del personale, ci sono stati attimi di tensione, nonostante il cospicuo numero di agenti presenti.
Due detenuti, infatti, non accettando il fatto che era stato sequestrato loro un telefono cellulare, hanno cercato lo scontro fisico con il personale, cosa scongiurata solamente grazie alla professionalità di quest’ultimi.
A riferirlo è Tiziana Guacci, segretario per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.
La tensione è terminata, aggiunge, «solo grazie all’impegno e alla caparbietà del Comandante di reparto e dei suoi vice che sono riusciti ad ottenere il trasferimento immediato dei due detenuti».
«Il Sappe – commenta Donato Capece, segretario generale – esprime il proprio compiacimento al personale che ha operato, a riprova della professionalità e attaccamento al dovere delle donne ed uomini della Polizia Penitenziaria del carcere di Carinola, vero ‘carcere di frontiera’ per le critiche condizioni operative e strutturali in cui versa».
Meno di un mese fa, lo stesso sindacato inoltrò chiese la presenza di un rappresentante del Governo per verificare le condizioni in cui si trova ad operare il personale della Polpen.
La situazione di assoluta ingovernabilità che si sta verificando da tempo nella Casa di reclusione «Novelli» di Carinola, necessita di un approfondimento urgente da parte del ministero di via Arenula.
In una nota, il segretario generale del Sappe, Donato Capece, chiese una visita nel carcere casertano da parte del Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, che tra le sue deleghe ministeriali ha quella riservata alla trattazione degli affari di competenza dei Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.
La visita ispettiva, per la sigla sindacale, è necessaria «per ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta».
All’interno del penitenziario, riferisce il Sappe, c’è una frangia di popolazione detenuta violenta che si oppone alle perquisizioni in cella da parte del personale di Polizia Penitenziaria e non si fa scrupolo di aggredire gli agenti, lanciando loro contro rudimentali bombe ricavate da bombolette a gas, una direzione assente.
Questa è la «fotografia» di quel che avviene nel carcere che oggi ospita 500 detenuti, dove la «situazione di ingovernabilità della Casa di reclusione è sotto gli occhi di tutti.
La nostra denuncia – prosegue la nota – è, purtroppo confortata dai gravi episodi avvenuti nel carcere nelle ultime ore». Il penitenziario ospita soprattutto detenuti con pena da scontare.
(Fonti: Biagio Salvati da “Il Mattino” – Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)