Figli di Portici famosi: il professor Ermino Paoletta
di Stanislao Scognamiglio
Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende. Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.
Erminio Paoletta è nato ad Accadia, piccolo centro della Capitanata, in provincia di Foggia, il 18 agosto 1928.
Ancora fanciullo, ha cominciato a leggere i libri della piccola biblioteca lasciata dal padre, morto prematuramente. Rimasto orfano del padre, date le difficoltà economiche della famiglia, poco meno che quattordicenne, ha potuto iniziare gli studi. Li ha poi proseguiti da autodidatta, fino a conseguire all’età di diciotto anni il diploma di maturità classica, da privatista presso il Liceo Ginnasio Statale “R. Bonghi” di Lucera.
Iscrittosi alla Facoltà di Lettere dell’Università di Napoli, si è mantenuto agli studi dando lezioni private. Ventiduenne, con il massimo dei voti e la lode, ha conseguito la laurea in filologia classica, discutendo la tesi col professor Francesco Arnaldi, docente di Letteratura latina.
Dedicatosi all’insegnamento, incaricato nelle scuole medie inferiori, è stato assegnato prima a Manfredonia e poi a Foggia. Da qui, dopo un anno, abilitato all’insegnamento, ha dato inizio alla docenza presso il Liceo Ginnasio Statale “V. Lanza”. In questo Istituto, vi è rimasto per due anni quale insegnante di lettere nelle classi ginnasiali, e poi, dal 1957, per altri anni vincitore del concorso a cattedra, quale docente di latino e greco nelle classi del liceo.
Nel corso del 1965, non solo si è laureato in filosofia presso l’Università di Napoli, ma ha anche vinto il concorso per titoli ed esami la cattedra lettere classiche.
Cultore di prosa e poesia latina, nel 1964, si è rivelato improvvisamente al mondo della cultura classica, conseguendo il 2° premio nel XV Certamen Capitolinum, bandito dall’Istituto Nazionale di Studi Romani di Roma. alla sua prima esperienza a un concorso internazionale ha presentato la sua prosa “Ignotum Oppidum”: una ricostruzione dell’epico assedio di Accadia, del 1462 da parte dall’armata di Re Ferrante D’Aragona, avvenuto nell’ambito della contesa tra Angioini ed Aragonesi per la conquista del Regno di Napoli. In virtù del brillante risultato conseguito, il Consiglio Provinciale di Capitanata l’ha premiato con medaglia d’oro e con la ripubblicazione della prosa accompagnata dalla traduzione del testo in italiano, da lui stesso curata.
In seguito, tante volte è salito alla ribalta del Certamen Capitolinum partecipandovi con prose e con poesie latine, più volte è arrivato ai vertici del Certamen Catullianum, indetto dal Centrum Latinitatis Europae – Varie città europee; del Certamen Vaticanum promosso dall’Opus Fundatum in Civitate Vaticana; del Certamen Hoeufftianum, promosso dalla Accademia Reale delle Arti e delle Scienze dei Paesi Bassi di Amsterdam. In quest’ultimo concorso, edizione 1978, ha conseguito il primo posto con un carme sul Mahatma Gandhi, “Omnia Vincit Amor”.
in attesa di ottenere una cattedra universitaria all’Ateneo partenopeo, ha accettato l’insegnamento presso il Liceo di Napoli. Pertanto, sposato, con moglie e due figli, ha lasciato la nativa terra di Puglia per trasferirsi a Portici. Purtroppo, però, per il sopraggiungere di una grave malattia, proprio quando era vicino il traguardo universitario, è stato costretto a ritirarsi.
Seppur debilitato dal male, con l’antico entusiasmo e con l’antica fede nei giovani e nei più alti ideali, di cui sono testimonianza le varie opere, nate nella scuola dal rapporto quotidiano con gli allievi, ha continuato a insegnare presso il Liceo Ginnasio Statale Quinto Orazio Flacco di Portici.
Appassionato studioso e ricercatore nel campo delle antichità classiche e dell’archeologia, in particolare iniziatore e promotore della crittoscopia applicata allo studio degli antichi reperti, come anche a dipinti famosi di età moderna, ha collaborato a varie riviste con scritti in italiano e in latino, quali Vita Latina, La Capitanata, Vox Latina, Latinitas, Silarus, Quaderni Meridionali, Il Calitrano e altre.
Nel 1996, per la rivista periodica Quaderni Meridionali, ha steso il saggio – Alla ricerca delle radici classiche di Portici.
Minato nel fisico, sessantacinquenne, si è spento nel 1993.
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