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Caiazzo. Struttura ex Decò: funzionaria comunale denunciata per un ‘ok’ al ripristino dell’officina?

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Gentile Redazione vi segnalo qualcosa di incredibile pregandovi però di non fare il mio nome poiché sono un addetto ai lavori e pertanto rischierei il licenziamento o anche forti discussioni, ma vi assicuro che è tutto vero al 100 x 100.

Mi riferisco alla lunga storia della struttura ex Decò, quella cioè ubicata dopo il Ponte della Vecchia, andando verso Alvignano, o poco prima per chi viene verso Caiazzo.

Ebbene, forse non tutti sanno che ormai quella grossa struttura non appartiene più al Decò ma è del comune, poiché è stata acquisita al patrimonio comunale in seguito all’omessa demolizione, entro i termini prescritti, dopo l’ultima  sentenza del Consiglio di Stato che, nel ribadire la destinazione agricola semplice dell’intera area, disponeva pertanto la sua demolizione a cura e spese degli ex titolari proprio al fine di ripristinare il suolo agricolo illegalmente edificato.

In difetto di tale precritta demolizione, la struttura edificata è stata quindi acquisita al patrimonio comunale tramite un commissario vice prefetto, tanto che il Comune ha dovuto anche pagare un tecnico esterno (come se non bastasse la responsabile comunale e anche un altro tecnico esterno, pare amico o ex socio “in affari” del Sindaco, o meglio del geometra-sindaco che, in quanto tale, gli avrebbe concesso l’incarico con contratto scaduto alla fine dell’anno 2023).

Tecnico esterno dicevo, pagato per suddividere l’area poi acquisita al patrimonio comunale estrapolandola dall’intero appezzamento fondiario, ma non è tutto poiché a dicembre 2022 la funzionaria dell’ufficio tecnico comunale, signora Carmelina Russo, ha disposto anche la trascrizione catastale del bene, tanto per (non) cambiare tramite altra nomina esterna, tanto… come si dice? pantalone paga!

Ciò nonostante, il valore commerciale dell’intero manufatto non sarebbe risultato inserito nel bilancio comunale, ma non saprei dire se, qualora vero, questo comporta qualche responsabilità penale o anche erariale, però, senza alcuna opposizione, chi mai potrebbe occuparsene?

Su tale base, probabilmente, a dicembre dello scorso anno, la signora Russo, che a fine 2024 avrebbe dovuto andare in pensione (ma poi pare che abbia accettato una proroga per continuare a lavorare (che brava!) per il comune, ha concesso una sorta di nulla osta, o parere favorevole, per concedere alla (ex) proprietà un nuovo condono edilizio, stavolta per destinare la struttura ad officina meccanica, come un tempo sarebbe stata usata dalla ex Autovolturno.

Immaginabile che a tal punto la signora Russo si beccasse una denuncia penale per tale anomalo assenso concesso, come effettivamente accaduto, tanto che la stessa denuncia risulta acquisita anche agli atti di un altro procedimento giudiziario, pare intentato dai titolari dell’ex Decò per impugnare ancora una volta l’intero ambaradan, sostenendo di aver iniziato la demolizione della struttura, ma, quando l’11 gennaio c’è stata la relativa udienza, al tribunale non era ancora giunta la relazione giurata di un tecnico esterno, nominato dallo stesso per accertare la veridicità di tale dichiarazione, pare supportata anche da qualche altro atto del comune, per cui il tutto è slittato al prossimo luglio.

Comune che, stranamente, pur avendo acquisito la struttura, non avrebbe ancora preteso la consegna delle chiavi, o, in difetto, disposto la sostituzione delle stesse, sicché, pur non avendone più alcun titolo, gli ex proprietari possono continuare ad entrarci ed uscirne, cioè disporne, quando e come vogliono.

Tanto da pubblicizzare ancora l’azienda (privata) con grosse scritte sulla struttura (ormai) del Comune, visibili da lontano anche grazie all’illuminazione tuttora funzionante, il che pone grossi dubbi di commistione pubblico-privato, ancor più se le bollette dovessero giungere ancora agli ex proprietari, che quindi ne risulterebbero ancora intestatari?

Non resta che sperare solo, in attesa di qualche intervento esterno definitivo, se qua tutti dormono o fanno gli gnorri, che non succeda mai niente di serio all’interno della struttura, altrimenti chi dovrebbe risponderne, giuridicamente e, soprattutto, economicamente? Chi se non il solito Pantalone? Ma perchè tutto questo? Cui prodest (bono) ut?

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