Avocare a-vo-cà-re (io à-vo-co) SIGNIFICATO Assumersi, chiamare a sé; in diritto, esercitare a termini di legge il potere di un organo di sostituirsi a un altro in una certa attività ETIMOLOGIA voce dotta recuperata dal latino avocare ‘richiamare, distogliere’, derivato di vocare ‘chiamare’, con prefisso a- ‘da’.
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Avocare
a-vo-cà-re (io à-vo-co)
SIGNIFICATO Assumersi, chiamare a sé; in diritto, esercitare a termini di legge il potere di un organo di sostituirsi a un altro in una certa attività
ETIMOLOGIA voce dotta recuperata dal latino avocare ‘richiamare, distogliere’, derivato di vocare ‘chiamare’, con prefisso a- ‘da’.
«Avoco questo avocado per fare il guacamole.»
È un verbo che si fa notare, che racconta un attribuirsi, un chiamare a sé qualcosa. Nel lessico del diritto ha un valore tecnico, ma può essere usato con bell’effetto anche in maniera più disinvolta.
Di tutta l’influente famiglia di derivati del verbo latino vocare, cioè ‘chiamare’, è fra i meno popolari. Abbiamo intorno alla tavola il convocare, l’evocare, il provocare, il revocare — tutta gente ben nota e frequentata, e a dirla tutta l’avocare non sembra particolarmente più complesso: si distingue per un prefisso come gli altri.
È un prefisso che indica una provenienza da luogo, quello dell’avocare latino — e in effetti è propriamente un distogliere, un rimuovere. Ma non è una rimozione senza direzione: specie nella lettura italiana, con un recupero rinascimentale del verbo, si tratta di un richiamare a sé, prendere su di sé. Tolgo qualcosa (a qualcuno) e me lo intesto. Ma attenzione! Non è un atto rapace o truffaldino.
Quello di ‘avocare’ è un atto compiuto da chi può. Non di rado, per colmare una mancanza. In diritto, ad esempio, in ambito penale, si parla di come il procuratore generale possa avocare il procedimento assegnato un pubblico ministero, di cui è superiore (per questo questi magistrati assegnati alla procura sono detti sostituti procuratori). Lo può fare in casi previsti dalla legge, come quando ci sia da risolvere tempestivamente un’incompatibilità o da compiere atti doverosi che non stanno venendo compiuti.
Ma posso anche avocare la paternità di un testo che prima avevo diffuso anonimo; dopo molti rimbalzi di ‘no grazie’, ‘squisiti ma sono pieno’, àvoco l’ultima mestolata di paccheri della pentola; nella lite fra treenni, avoco la decisione su di chi sia il turno; e nel rivolgimento istituzionale, una parte avoca il governo.
Come le altre parole della sua famiglia etimologica, è lineare e pulita, e tanto sintetica, nel suo significato. Nondimeno — vuoi per gli ambiti d’uso tecnici, vuoi per la sensazione di esercizio di potere che trasmette — fa una certa impressione di proprietà nell’uso della lingua.
FONTE:
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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