“Storia e linguaggi del giornalismo”, corso di formazione il 30 gennaio all’Università Vanvitelli

19 January, 2024

Storia e linguaggi del giornalismo è il corso valido per la formazione continua obbligatoria dei giornalisti che si terrà a Napoli il 30 gennaio, dalle 9,30 alle 13,30, presso l’Università Vanvitelli, Aula degli affreschi – chiostro di SantAndrea delle Dame (Via De Crecchio 6). Il corso, che vale 4 crediti formativi, è tenuto dal professor Domenico Proietti, docente di Linguistica del Dipartimento di Lettere e Beni Culturali, autore di saggi e lezioni sull’argomento. Si tratta del primo di una serie di appuntamenti organizzati dal Sindacato unitario giornalisti della Campania in collaborazione con l’Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli”.

Saluti:
Geppina Landolfo – segretaria SUGC
Fabrizio Cappella – responsabile formazione SUGC

Relatore:
Domenico Proietti: docente di Linguistica Dipartimento di Lettere e Beni Culturali Università “Vanvitelli”

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Rai, Fdi deposita un’interrogazione sul “metodo Report”. Usigrai: «Al fianco dei colleghi»

19 January, 2024

Con un comunicato stampa diffuso venerdì 19 gennaio 2024 il gruppo di Fratelli d’Italia nella Commissione Vigilanza Rai ha reso noto di aver presentato «un’interrogazione all’ad Roberto Sergio e alla presidente Marinella Soldi per sapere se l’utilizzo ricorrente di testimoni giudicati inattendibili dalla magistratura, che dopo qualche decennio fanno rivelazioni circa presunte rivelazioni su persone decedute, sia in linea con quanto stabilito dal Contratto di Servizio, che regola i rapporti tra lo Stato e la Rai. È accaduto nel caso del padre del Presidente del Senato Ignazio La Russa, e nel caso del padre del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che tra le altre cose, come tutti sanno, ha interrotto i rapporti con Franco Meloni quando era ancora una bambina».

Il comunicato si chiude con una richiesta: «Con quello che sembra a tutti gli effetti un metodo, stiamo assistendo al progressivo degradamento di una storica trasmissione, un tempo capace di fare delle vere e proprie inchieste, e oggi ridotta a costruire teoremi fine a se stessi, utili solo a spargere fango. Ci auguriamo che l’ad e la presidente rispondano presto e nel merito ai punti che abbiamo sollevato».

LEsecutivo Usigrai ha risposto con una nota: «Il politologo Juan Josè Linz scriveva: “Tra i caratteri costitutivi dell’autoritarismo c’è l’insofferenza verso ogni limite all’esercizio del potere”. Uno di questi limiti è rappresentato dal giornalismo. Lo dimostra l’insofferenza di Fratelli d’Italia nei confronti di Report “colpevole” di aver mandato in onda un’inchiesta sulla famiglia La Russa e di aver indagato sui presunti rapporti di Franco Meloni (padre della Premier) con un boss. E, così, per l’ennesima volta, i parlamentari del partito di maggioranza in Commissione di Vigilanza hanno chiesto alla Rai di intervenire sulla trasmissione d’inchiesta condotta da Sigfrido Ranucci, cadendo ancora una volta nella tentazione del bavaglio».

I rappresentanti sindacali si rivolgono poi al ministro della Cultura: «Pur risultando iscritto all’ordine del giornalisti, sembra aver dimenticato il diritto, di rilevanza costituzionale, di satira: dopo aver diffidato la trasmissione Rai “Un giorno da pecora” per troppe battute su di lui, ora pare non gradire l’imitazione che Virginia Raffaele fa della direttrice d’orchestra Beatrice Venezi».

La nota si chiude sottolineando che «l’Usigrai è al fianco delle colleghe e dei colleghi di Report, per tutelare la loro autonomia e indipendenza dall’ingerenza di tutti i partiti».

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Per la dignità della professione, contro ogni bavaglio: «La censura di Stato protegge i potenti e vuole i cittadini poco informati»

19 January, 2024

«Care lettrici, cari lettori, il 19 dicembre scorso la Camera dei deputati ha approvato una modifica al codice di procedura penale per vietare la pubblicazione delle ordinanze cautelari, integrali o per estratto, fino al termine dell’udienza preliminare. Il testo, presentato da Enrico Costa (Azione), è stato votato da tutto l’arco parlamentare, ad eccezione di M5S, Pd e Alleanza Verdi e Sinistra. Se anche il Senato dovesse approvare la norma, l’autonomia dei giornalisti sarebbe compressa. Saremmo costretti a essere meno precisi, analitici e verificabili nel racconto di un atto che è pubblico come la privazione della libertà personale, con il rischio di sapere molto poco fino all’udienza preliminare, diversi mesi o anni dopo il presunto reato». Inizia così il comunicato sindacale di Fnsi, Assostampa e Cdr pubblicato su giornali e siti web e letto in tv e radio martedì 16 gennaio 2024.

«Solo due esempi di inchieste giornalistiche che hanno trovato, nella libertà di informare, ragioni per arrivare alla verità e dare giustizia: il caso di Stefano Cucchi, la vicenda della funivia precipitata dal Mottarone», prosegue il documento, nel quale poi si evidenzia: «Ne sarebbero danneggiati tutti: i cittadini che fruiscono le notizie, i magistrati, i legali di parte e chi è sottoposto alla misura cautelare».

Dopo la riforma Cartabia sulla presunzione di innocenza, la pdl Balboni sulla diffamazione che prevede ammende smisurate, la stretta di Nordio sulle intercettazioni, «questo si legge poi è l’ultimo tentativo di minare la corretta informazione e si aggiunge a uno scenario reso sempre più fragile negli ultimi anni dall’aumento del precariato nel mondo del lavoro giornalistico con pezzi pagati pochi euro, dalle centinaia di stati di crisi con i quali gli editori hanno depauperato le redazioni e dal costante arretramento economico per un contratto ormai fermo da anni. Un giornalista libero è un giornalista che non ha bavagli, ma che è anche sicuro del proprio futuro lavorativo».

E ancora: «Respingiamo con forza il sottinteso che esiste dietro questa norma. I giornalisti raccontano e non inventano, non sono ‘manettari’, ma anzi contribuiscono a rendere vivo il campo della democrazia con il loro lavoro di controllo su ogni potere. E non agiamo nell’illegalità: siamo sottoposti a un insieme di regole penali, civili e regolamentari/ordinistiche che determinano la nostra professione».

Per la Federazione nazionale della Stampa italiana, le Associazioni Regionali di Stampa e i Comitati di redazione, quindi, «questo è l’ennesimo bavaglio all’informazione, oltre che rappresentare un ulteriore squilibrio nel nostro sistema giuridico e costituzionale. Il testo approvato va al di là delle disposizioni europee e viola l’articolo 21 della Costituzione. L’amministrazione della giustizia in privato è sempre una sconfitta per la democrazia. Da qui la richiesta al Presidente della Repubblica Mattarella di non firmare una legge con una norma di questo tipo. Diciamo no alla censura di Stato e siamo pronti concludono Fnsi, Assostampa e Cdr a mobilitarci con tutta la categoria fino allo sciopero generale per rivendicare l’identità e la dignità della nostra professione, ma soprattutto il diritto di voi lettrici e lettori ad avere una giusta e corretta informazione».

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Israele, Fnsi scrive all’ambasciatore in Italia: «Anche a Gaza la pettorina press torni ad essere scudo, non bersaglio»

19 January, 2024

«I giornalisti italiani stanno assistendo con orrore alla morte di decine di colleghi palestinesi, vittime dei bombardamenti, delle azioni militari, delle rappresaglie che l’esercito del Suo Paese sta compiendo contro Hamas nella striscia di Gaza». Lo scrive Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi, in una lettera inviata all’ambasciatore di Israele in Italia, Alon Bar.

«Non giustifichiamo prosegue la missiva la violenza e la brutalità con le quali il 7 ottobre 2023 i terroristi di Hamas hanno attaccato lo Stato israeliano e siamo vicini alla popolazione per il dramma degli ostaggi. Allo stesso modo, però, non possiamo tacere che da quel 7 ottobre sono morti nel conflitto decine di giornalisti e operatori dei media palestinesi, che sono state distrutte redazioni e sedi delle testate giornalistiche. Nei conflitti esistono, lo sappiamo, danni collaterali, ma in questo caso reporter, operatori e media palestinesi sono diventati obiettivi di guerra e tutto ciò è inaccettabile».

Costante ribadisce quindi l’appello promosso dalla Ifj a far cessare gli attacchi nei confronti degli operatori dei media e ricorda le iniziative di Reporter senza frontiere e la «forte preoccupazione» espressa dall’Alto Commissario Onu per i diritti umani per il «numero elevato» di giornalisti palestinesi uccisi a Gaza.

«Dal dopoguerra prosegue la segretaria generale Fnsi l’Italia ha pianto giornalisti caduti per mano della mafia, uccisi negli scenari bellici, colpiti da chi si arricchisce con la guerra e i suoi traffici illegali. Ci auguriamo che le famiglie dei colleghi uccisi in Palestina possano avere giustizia».

La lettera si chiude con la richiesta all’ambasciatore di «farsi portatore nei confronti del Suo Paese, dell’appello dei giornalisti italiani, che chiedono tutela, sicurezza e rispetto per chi fa informazione. Dal nostro punto di vista reporter e operatori dei media dovrebbero avere le stesse tutele degli operatori umanitari, perché informazione e democrazia sono indissolubilmente legate nelle nostre civiltà. Anche a Gaza scrive Costante la pettorina “press” deve tornare ad essere uno scudo, non un bersaglio».

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Via libera al piano industriale Rai, Usigrai: «Entusiasmi fuori luogo»

19 January, 2024

«L’annuncio a mercati aperti della vendita di quote di Rai Way ha causato un significativo calo della quotazione azionaria: il titolo ha perso il 4,42%, pari a circa 57 milioni di euro di capitalizzazione andati in fumo. Ci auguriamo che al settimo piano di viale Mazzini abbiano ben ponderato le scelte di queste ore». Così, in una nota, l’Usigrai commenta la notizia del via libera al piano industriale della Rai per il triennio 2024-2026 approvato nel corso della riunione del Cda di giovedì 18 gennaio 2023.

«Resta il fatto proseguono i rappresentanti dei giornalisti del servizio pubblico che un vertice vicino alla scadenza non ha esitato nelle settimane scorse a nominare un terzo condirettore alla Tgr e aumentato il numero dei vice direttori pur di garantirsi il voto di oggi sul questo piano industriale e sul contratto di servizio. L’unica buona notizia è sul piano formale che i due provvedimenti siano stati approvati insieme».

Nelle prossime ore «forse capiremo meglio le intenzioni di questo vertice sul piano industriale, ma i primi segnali incalza l’Usigrai non sono incoraggianti per il futuro della Rai e dei lavoratori dell’azienda. Non ci sono impegni sull’informazione Rai, sulle risorse umane per realizzarla, sul futuro dei lavoratori precari che attendono inutilmente da anni un impegno concreto per il riconoscimento dei loro diritti».

E «mentre c’è chi fa la claque a questo vertice Rai, l’unica comunicazione al sindacato è stata la disdetta dell’accordo sul premio di risultato; l’annuncio di una stagione dove i sacrifici si chiederanno ai lavoratori mentre per agenti e programmi flop da 200 mila euro a puntata concludono i rappresentanti sindacali si può aspettare anche mesi prima di fermare gli sprechi».

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Afp, manifestazione dei giornalisti: «Israele garantisca la sicurezza dei colleghi a Gaza»

19 January, 2024

I giornalisti dell’Agence France Presse (Afp), tra le agenzie di stampa più importanti al mondo, hanno espresso oggi solidarietà a nove colleghi presenti a Gaza, chiedendo alle autorità israeliane di «garantire la loro sicurezza»: è quanto annuncia la direzione dell’Afp, chiedendo inoltre alle autorità israeliane di autorizzare i giornalisti in questione a lasciare eventualmente il territorio per mettersi al riparo.

Durante la manifestazione simbolica nel quartier generale dell’Afp a Parigi e in numerose sedi intorno al mondo, giornalisti e dipendenti dell’agenzia hanno mostrato i ritratti dei nove colleghi presenti a Gaza. Un gesto simbolico di solidarietà organizzato dalla direzione, assieme ai sindacati e alla ‘Société des journalistes’ (Sdj).

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Norma Costa, Fnsi in Senato: «È solo l’ultimo di una serie di interventi che limitano il diritto di cronaca»

19 January, 2024

«La Federazione nazionale della Stampa italiana ritiene non solo che il divieto di pubblicazione – anche solo per estratti – del testo dell’ordinanza di custodia cautelare non abbia nulla a che vedere con il rafforzamento del principio di presunzione di non colpevolezza, ma che una tale norma sia fortemente limitativa del diritto di informare e di essere informati». Lo ha ribadito la segretaria generale della Fnsi, Alessandra Costante, nel corso di un’audizione in commissione Politiche dell’Unione europea del Senato, martedì 16 gennaio 2024, sul disegno di legge di Delegazione europea che contiene la norma, già approvata dalla Camera su proposta dal deputato di Azione Enrico Costa, contro la quale il sindacato dei giornalisti ha mobilitato la categoria.

«La norma Costa ha scandito Costante è solo l’ultimo di una serie di interventi legislativi che di fatto limitano non solo il diritto-dovere di cronaca dei giornalisti, ma anche e soprattutto il diritto dei cittadini ad essere informati. Inoltre, il cosiddetto ‘emendamento Costa’ non riporta, come sostiene qualcuno, alla situazione precedente alla riforma Orlando del 2017, poiché pone un esplicito divieto di non pubblicazione, per intero o per estratto, del testo dell’ordinanza».

Per la segretaria generale, accompagnata in audizione dal presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani, «la posta in gioco non è tra la notizia e il suo occultamento. La vera posta in gioco è tra il dare una notizia oggettiva, proveniente da un organo terzo, qual è il giudice, e il darla attraverso una esegesi o un sunto del giornalista, che può risultare parziale, incompleto, non oggettivo».

Il presidente Di Trapani ha aggiunto che «è nostra convinzione che le garanzie vengano assicurate da una maggiore trasparenza. Per garantire imputati e indagati i giornalisti devono poter dare più informazioni e non meno».

Il rischio è che «le norme allo studio, dalla riforma della diffamazione, alla stretta sulle intercettazioni, al divieto di pubblicazione delle ordinanze, aggiungendosi alla riforma Cartabia, portino a quello che in più occasioni la Corte europea dei diritti dell’uomo ha bollato come un chilling effect, capace di far calare il buio sull’informazione. La Federazione nazionale della Stampa italiana ha concluso la segretaria generale Costante esprime le più forti preoccupazioni verso questo e altri tentativi di riforma che vedono nella libertà di informazione un pericolo da arginare e non un bene pubblico da tutelare».

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