Il presidente del consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero, ha scritto al ministro della cultura Gennaro Sangiuliano per il grave disagio derivante dalle condizioni di assoluta precarietà logistica in cui versa l’Archivio di Stato di Caserta
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Il presidente del consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero, ha scritto al ministro della cultura Gennaro Sangiuliano per il grave disagio derivante dalle condizioni di assoluta precarietà logistica in cui versa l’Archivio di Stato di Caserta
Archivio di Stato di Caserta, dopo un periodo di chiusura durato un po’ più di un mese, dal 27 dicembre scorso la sala studio è stata riaperta al pubblico. Le attività sono riprese e «la richiesta di documentazione da consultare in Sala Studio si legge in una nota sul sito – va trasmessa all’indirizzo as-ce@cultura.gov.it. La documentazione richiesta tra il lunedì e le ore 12 del venerdì sarà disponibile dalle ore 9 del martedì successivo». Non proprio una situazione agevole, difficile immaginare che in qualsiasi altro archivio della nazione si debba attendere fino ad una settimana per poter consultare i documenti richiesti, ma è il dramma, ormai da anni, della sede casertana.
Giovedì il presidente del consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero, ha scritto al ministro della cultura Gennaro Sangiuliano. «C’è una situazione di grave disagio per l’utenza si legge nella lettera e il pregiudizio per i dipendenti, derivanti dalle condizioni di assoluta precarietà logistica in cui versa l’Archivio di Stato di Caserta».
L’allarme era stato rilanciato, dopo anni di battaglie delle associazioni cittadine, dal Comitato per la salvaguardia dell’Archivio di Stato di Caserta, di matrice napoletana, firmato da otto intellettuali che con due missive diverse, una del 25 novembre e l’altra del 13 dicembre, avevano scritto al ministro Sangiuliano, al suo consigliere Luciano Schifone e alla direttrice dell’Archivio, Fortunata Manzi.
I RILIEVI
«La direzione dell’Archivio di Stato continua Oliviero è ubicata nel Palazzo reale di Caserta. La gran parte del patrimonio archivistico è però stipata nei depositi dell’Archivio sito, con carattere di provvisorietà, dal 1972, in una palazzina di viale Bersaglieri in cui, senza alcun contratto di locazione, dal 2014, è corrisposto un canone di poco inferiore ai 200mila euro annui». Questo dato del fitto senza contratto è riportato anche nelle lettere del Comitato ma l’avvocato Paolo Mariano che cura gli interessi della proprietaria dell’immobile smentisce l’informazione e sottolinea che è in essere un regolare contratto di locazione. «L’edificio risulterebbe prosegue Oliviero privo di requisiti tecnici necessari e pertanto sede inidonea anche per la sola conservazione del prezioso patrimonio storico che contiene documenti dal 400 a tutt’oggi». Anche questa affermazione, contenuta ugualmente nelle due lettere del Comitato, viene smentita dall’avvocato Mariano che afferma che non solo non è vera ma per la sua infondatezza offende sia la locataria sia la professionalità dei funzionari che hanno sottoscritto il contratto di fitto.
Il presidente del consiglio regionale poi sollecita l’attenzione del ministro sulla «sbagliata soluzione, attraverso contratti in outsourcing con Italarchivi spa, di trasferire tutto in magazzini di stoccaggio materiali, siti nel comune di Pastorano». Che l’Archivio di Stato di Caserta abbia subito una diaspora è fuor di dubbio. La Biblioteca dell’Archivio dal 2018 è nei depositi dell’Archivio di Stato di Benevento, una parte dei documenti è alla Reggia, un’altra a Pastorano, un’altra in via dei Bersaglieri. «Sull’annosa vicenda sottolinea Oliviero l’intera comunità casertana, il mondo della cultura, l’impegno di tanti attivisti, l’interesse della comunità scientifica, il rispetto del lavoro portato avanti da zelanti funzionari dello Stato, meritano la giusta tutela e l’inquadramento ufficiale in una struttura che contenga elementi di assoluta unicità di riferimenti, di sicurezza, di accessibilità, fruibilità e decoro per chi ci lavora e per l’utenza. L’occasione è dunque giusta per dare piena e definitiva attuazione al progetto di riassegnazione e restituzione degli spazi del complesso della Reggia di Caserta alla loro esclusiva destinazione culturale, educativa e museale completando così, con il carattere dell’immediatezza ed urgenza, il trasferimento complessivo dell’Archivio di Stato nei locali della Reggia, attraverso anche l’avvio, con urgenza, dei lavori di adeguamento dei piani interrati da adibire a depositi, annunciati fin dal 2016».
Disatteso il Piano Soragni, faticosissimo consultare i documenti, si galleggia nella storia infinita dell’emiciclo vanvitelliano destinato a diventare Archivio di Stato dal 1995, che ha visto lavori fatti a step e mai ultimati e il cantiere, come più volte raccontato, è fermo da tre anni, prigioniero in una trappola giudiziaria.
FONTE: IL MATTINO SERVIZIO DI NADIA VERDILE
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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