Benevento. Igiene urbana: tutte le imprese impugnano al TAR la decisione di affidare tutti i servizi a una nuova società
Presentato il ricorso al TAR Campania contro la Deliberazione del Consiglio d’Ambito n. 27 dell’ATO Rifiuti di Benevento.
Le società del Sannio, affidatarie dei servizi di igiene urbana nei comuni della provincia di Benevento, LAVORGNA S.r.l., FE.SA. snc, S.O.G.E.S.I. S.r.l., RICICLA S.r.l., ECOJUNK S.r.l., FALCONE ECOLOGIA S.r.l., CONSORZIO CAMPALE STABILE, VI.NI.CA. SERVICE scarl e LA BUSSOLA Società Cooperativa Sociale a r. l. onlus, unitamente alle società titolari di impianti di selezione e trattamento rifiuti operanti sul territorio provinciale, LAVORGNA S.r.l., RAVITEX S.r.l., ECO SERVICE SANNITA s.r.l. e NEW VISION S.r.l., con due distinti ricorsi presentati presso il Tribunale Amministrativo Regionale per la Campania, hanno impugnato la Deliberazione del Consiglio d’Ambito n. 27 del 6 novembre 2023 dell’Ente d’Ambito Territoriale Ottimale (ATO) Rifiuti di Benevento.
I ricorsi contestano la scelta operata con tale delibera di prevedere di affidare in house sia la gestione dei servizi di raccolta, trasporto e spazzamento che tutta la filiera impiantistica per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti urbani nel territorio provinciale ad una nuova società da costituire, a totale capitale pubblico, partecipata dai Comuni.
Tale scelta, come viene fatto rilevare nel testo dei ricorsi predisposti dall’avv. Andrea Verdicchio, “è fonte di danno per le società ricorrenti perché le estromette dal mercato di riferimento, precludendo loro ogni possibilità di concorrere, in forma singola o associata, per l’aggiudicazione della gestione del servizio integrato dei rifiuti nel rispetto dei principi di tutela del mercato e della concorrenza.”
La stessa scelta viene tra l’altro effettuata contestualmente alla revoca della delibera di costituzione della società “Servizi Ambientali spa”, partecipata dallo stesso Ente d’Ambito, a cui erano stati precedentemente affidati in house i servizi: iniziativa contestata sia dalla Sezione Regionale della Campania della Corte dei Conti, che rilevava la violazione del principio di separazione tra le funzioni di regolazione, indirizzo e controllo e quelle di gestione, previste dal D.lgs. 201/2022 in tema di servizi pubblici locali di rilevanza economica, che dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che impugnava la deliberazione davanti al TAR rilevando “l’evidente impatto anticoncorrenziale, in quanto in grado di limitare ingiustificatamente la possibilità, per operatori efficienti attivi nel servizio di gestione integrata dei rifiuti, di gestire il servizio in esito a una procedura competitiva a evidenza pubblica o attraverso un affidamento con modalità alternative conforme alla normativa vigente”.
Le società ricorrenti evidenziano altresì che in questo modo non si tengono in alcuna considerazione gli ottimi risultati registrati in provincia di Benevento sulla raccolta differenziata – 73% nel 2022 – raggiunti, con il contributo degli utenti, proprio grazie al lavoro, alla competenza ed agli investimenti effettuati dalle società che gestiscono attualmente i servizi.
Infine si insiste sull’affidamento dell’impiantistica a società pubblica da costituire o alla SAMTE, società che in questi anni si è dimostrata del tutto incapace di gestire gli impianti, a partire dallo STIR di Casalduni, chiuso a seguito dell’incendio dell’agosto 2018 e che costringe i comuni da allora a conferire presso altri impianti regionali come quello di Tufino dove, è cronaca di questi giorni, bisogna attendere anche 48 per scaricare i rifiuti.
Situazione che si trascina da quasi sei anni e sta comportando maggiori oneri di trasporto e conferimento per milioni di euro, che fanno lievitare i costi dei servizi al punto tale che, nonostante gli ottimi risultati ottenuti sulla raccolta differenziata, i cittadini del Sannio sono costretti a pagare una tra le TARI più alte d’Italia.
I ricorsi sono stati trasmessi anche alla Regione Campania, all’Amministrazione Provinciale ed alle organizzazioni datoriali Confindustria BN e Assoambiente che ha già provveduto a chiedere l’intervento dell’AGCM.
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